Capitolo Settimo: Latte

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La mattina seguente Ryley non si sentiva per niente dell'umore per mettere i piedi fuori casa.

La sera prima aveva mangiato presto ed era andato a dormire prima del solito, ma durante la notte si era svegliato più volte senza sapere il perché, o almeno finché non si è deciso a misurarsi la temperatura.

38.4 gradi centigradi, aveva la febbre è anche piuttosto alta.
Avrebbe dovuto saltare le lezioni e recuperare tutti in una volata di seguito, non avrebbe avuto le forze per concentrarsi sulle sue poesie, ma sopratutto non sarebbe potuto andare al mini market e non andare al mini market significava non vedere ShouGi.

Insomma non c'era niente di buono nell'avere la febbre proprio in quel momento, ma l'unica cosa che poteva fare era prendere qualcosa per farla abbassare, farsi un bagno e riposare.

Ovviamente dopo solo tre ore di riposo senza distrazioni, Ryley già si sentiva morire dalla noia. Tanto che dopo essersi deciso a mangiare qualcosa e aver notato che in frigo mancava il latte, si vestì per andare al mini market.

Appena messo piede fuori casa si convinse che potava farcela, non si sentiva più troppo debole e la voglia di vedere Sho- cioè, di comprare il latte lo spingeva a camminare velocemente.

Purtroppo tutta la sua determinazione svanì quando venne sfiorato da un venticello freddo poco prima di entrare nel negozio. Aveva tanto freddo che poteva giurare gli tremassero anche le ossa.

ShouGi stava cercando invano di sistemare il condizionatore. Non sapeva come si fosse rotto, ma fatto stava che se avesse continuato a buttare fuori aria fredda in una giornata gelida come quella non avrebbe avuto rimorsi a dargli il colpo di grazia.

Quindi la sua figura, in piedi su una sedia dietro la cassa, si riscosse dai suoi pensieri solo quando udì un forte tonfo.

Non capiva esattamente cosa fosse successo, ma da dove si trovava riusciva a vedere un liquido bianco espandersi a macchia d'olio dal reparto refrigerato.

Non ci mise né uno né due a scendere dalla sedia e raggiungere il luogo e si sentì mancare quando vide in terra cinque o sei confezioni di latte aperte e... ah, sì, il fastidioso ragazzo che tutti i giorni si presentava al negozio.

Si avvicinò già sbuffando e stava quasi per urlargli di alzarsi e dargli una mano a sistemare quel casino quando notò che giaceva a terra con gli occhi chiusi.
Un po' più esitante si chinò vicino a lui.

"Hey, ragazzo dovresti alzarti"

Ma non ricevette nessun segno. Solo a quel punto iniziò a preoccuparsi per la sua salute.

Che poi, tra tutti i market della zona in cui poteva svenire, perché proprio in quello dove lavorava ShouGi che era una frana con le nozioni di primo soccorso?

Alla fine l'unica cosa che gli venne in mente di fare fu sedersi per terra e fargli poggiare la testa sulle sue gambe sperando che rinvenisse presto.

Mentre gli spostava il capo si accorse di quanto effettivamente l'altro scottasse. Sembrava che avesse ficcato la testa in un forno a microonde e ShouGi iniziò a cercare qualcosa che potesse calmare la temperatura almeno per un po'.

Alla fine tirò fuori dalla tasca un fazzoletto di stoffa, si perchè ShouGi ancora girava con quel genere di cose e lo imbevve nell'acqua di una bottiglietta ghiacciata, poi glielo posò sulla fronte.

Quando Ryley riaprì gli occhi la vista era ancora annebbiata, ma già non riusciva a capire se stesse sognando o altro.

Davanti ai suoi occhi a pochi centimetri di distanza era chinato ShouGi con un'espressione seria in volto.

"Ti sei svegliato finalmente"

Il suo tono era scocciato, cercava di nascondere il sollievo che aveva provato nel vedere aprirsi gli occhi dell'altro.

"Do-dove sono?"

"Dove pensi di essere?

Ryley si tirò a sedere rendendosi conto non solo di essere in una pozza di latte, ma anche di aver posato la testa sulle gambe dell'altro fino a quel momento. Arrossì senza capire se era più per l'imbarazzo del disastro che aveva combinato o se l'inconscia vicinanza con l'altro.

"Sai, non si risponde ad una domanda con un'altra domanda"

ShouGi sbuffò prima di alzarsi in piedi. Si sentiva fradicio e la sensazione dei vestiti incollati addosso gli stava dando davvero fastidio.

"Si, come vuoi. Hai bisogno che chiami qualcuno?"

Ryley ci pensò su ed effettivamente aveva bisogno di una mano, non sarebbe riuscito a tornare a casa da solo.

"Potresti chiamare mio fratello? Non ho il cellulare con me"

"Certamente, dimmi il numero"

Dopo aver estratto il telefono dalla tasca anteriore dei suoi pantaloni, iniziò a digitare i numeri dettati dall'altro.

La persona chiamata rispose dopo due squilli con tono incerto.

"Sì, salve, è il fratello di.."

E sì, ci fu una pausa in cui il corvino guardò il castano in cerca di aiuto. Si rese conto solo in quel momento di non avergli mai chiesto il nome.

"Ryley"

Il castano sorrise dolcemente, nonostante sapesse che non era per fini personali, Ryley apprezzava sempre l'interesse seppur minimo del corvino.

"..di Ryley? Perchè vede è appena svenuto all'interno del market in cui lavoro e dovrebbe raggiungerlo al più presto, sembra avere la febbre alta"

Ryley intanto era partito per un altro mondo. Il corvino aveva pronunciato il suo nome e ciò non poteva che mandare in pappa il cervello di Ryley. Il suo nome non gli era mai sembrato tanto bello in vita sua e necessitava che le labbra dell'altro lo pronunciassero ancora una, cento, mille volte.

Intanto ShouGi recitò l'indirizzo del negozio e chiuse la chiamata. Solo dopo aver osservato l'altro e il suo sguardo perso si decise ad aprir bocca.

"Lo sai vero che dovrai ripagare tutte le confezioni che hai distrutto..Ryley"

Il castano annuì ma non gli importava.
ShouGi aveva appena pronunciato il suo nome.

If Boys Love BoysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora