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OCTAVIA P.O.V.

Ormai ci siamo, è quasi scaduto il tempo concesso da Lexa, tra due giorni metteremo in atto il piano al casinò… negli ultimi giorni sono andata in ricognizione con Bell e Lincoln cercando di capire il più possibile gli spostamenti di Wright, abbiamo parlato con degli informatori e tra tanti buchi nell’acqua, ci hanno fatto una soffiata su un carico proveniente dalla Russia, il tutto dovrebbe avvenire il prossimo mese… questo ci permetterà di concentrarci meglio sull’operazione casinò…
Abbiamo deciso di prenderci un giorno per riposarci invitando tutti a casa per pranzo… Raven non vedeva l’ora di fare l’albero di Natale e così l’abbiamo accontentata. Per l’occasione ho deciso di fare i biscotti allo zenzero, li sto mettendo nel vassoio quando sento il tono spazientito della mia amica che cerca di far capire a Clarke il conteggio delle carte…

“Griffin per l’ennesima volta… le carte basse valgono 1, quelle alte -1 e l'otto e il nove valgono zero. Non è difficile…”

Prontamente il vuoto si fa largo nel volto della bionda… mentre Rave rassegnata sbatte la testa sul tavolino sotto gli occhi divertiti dei presenti…

“Ti prego, rispiegami perché dobbiamo portarti con noi…”
“Perché non sai distinguere una cassaforte dalla cassetta delle lettere…ma soprattutto perché con il vestito da sera sono uno schianto…”
“Ci ammazzeranno …me lo sento…”

Scoppiamo tutti a ridere mentre Clarke raggiunge Lexa sedendole accanto con un broncio adorabile…la mia attenzione viene attirata da Lincoln, intento a guardare fuori dalla finestra con aria pensierosa…

“Cosa ti preoccupa?”
“Si vede così tanto?”
“Diciamo che sono un’ottima osservatrice…ma se non ne vuoi parlare…”

Mi volto per andare via quando mi blocca per il braccio.

“Octavia aspetta…mi rende nervoso il fatto di non sapere cosa succederà, nonostante sia riuscito a farmi dare degli incarichi di fiducia…non posso prevedere se mi coinvolgeranno, in caso il piano avesse successo…”
“Linc tu sarai lì a fare tutto il possibile, sia per l’operazione…sia per proteggere gli altri… ma non devi pensare che tutto dipenda da te…se la sanno cavare…sono più cazzuti di quello che pensi…”
“Non voglio deluderli… non voglio deludere te.”

Sento pronunciare quelle parole con una tenerezza disarmante… a volte mi stupisce come un ragazzo con un passato come il suo, possa avere tutta questa dolcezza dentro… gli prendo la mano, prima di ricordare di non essere soli, la ritraggo subito non smettendo però di guardarlo…

“Non c’è modo che tu possa deludermi… fai solo quello che sai fare meglio… sono sicurissima che andrà tutto bene…”

Mi sorride… sospiro… è troppo perfetto per essere vero… la mia mente inizia a fantasticare fino a che non sento una presenza passarmi a fianco e sussurrarmi qualcosa all’orecchio…

“Blake quando hai finito di elaborare il film porno che ti sta scorrendo nella mente… avremo deciso di andare al Polis…”

Sussulto cercando di non far diventare la mia faccia come un peperone… cerco di capire se oltre a Raven qualcun’altro si è accorto di qualcosa…ma sembrano tutti impegnati a mettersi le giacche… Sospiro, mentre Lincoln mi guarda divertito…
Lo spirito delle feste si fa sentire in questa città…soprattutto il freddo che proprio non sopporto… mentre siamo per strada, Clarke e Raven continuano a lamentarsi della mancanza di neve…

“Raven ha ragione… New york è la città del Natale…come è possibile che ora che siamo qui e possiamo goderci le feste con la neve, non c’è ne sia traccia…”
“Esatto Griffin… sono troppo delusa anche solo per lamentarmi… l’universo c’è l’ha con noi… passeremo un altro Natale senza ombra di neve…me lo sento…”

Le mie amiche continuano a protestare mentre Anya le guarda in maniera preoccupata…

“Sembrate delle bambine a cui è stato negato un cono gelato…”

Raven la fulmina con lo sguardo prendendo sottobraccio Clarke…

“Facile dirlo per una nata a Vancouver, non hai il trauma di innumerevoli Natali senza neve… Forest invece di giudicare, con tutti i soldi che hai potresti far nevicare.”
“Oh certo… domani vedrò di andare al Minimarket per vedere cosa posso fare…”
“Grazie…”

Raven si avvicina scherzosamente a lei, lasciandole un bacio sulla guancia… la ragazza orientale rimane pietrificata facendosi oltrepassare dal resto del gruppo… quando la raggiungiamo io e Linc, lui le mette un braccio intorno al collo, facendola riprendere a camminare…

“Attenta capo… quella ragazza scotta…”

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Siamo tutti intorno al tavolo della Heda, tra un paio d’ore partiranno per Las Vegas…  Io e Anya abbiamo deciso di rimanere a NY per dirigere le operazioni con tutta la strumentazione necessaria… Lexa fungerà da supporto esterno con alcuni uomini della guardia in caso qualcosa andasse storto, mente gli altri saranno impegnati con il piano all’interno del Casinò…
Stanno caricando le ultime cose sulle Jeep che li porterà al jet… vedo Lincoln andare nel magazzino per recuperare le ultime cose e decido di seguirlo… entro nella stanza e appena nota la mia presenza si blocca sorridendomi…

“Non ti preoccupare, non permetterò che facciano del male alle tue amiche…”

Mi avvicinano velocemente, mi alzo in punta di piedi e dopo averlo guardato intensamente per qualche secondo… lo bacio…

“Mi preoccupo anche per te…”

Mi sorride, dandomi un altro bacio leggero… sappiamo entrambi cosa voglia dire questo momento… non c’è bisogno di aggiungere altro… lo bacio ancora prima di tornare dagli altri.




RAVEN P.O.V

Siamo sul Jet ormai da tre ore… tra poco dovremmo atterrare…non ho mai trascorso così tanto tempo in volo come in questo periodo… a pensare che alcuni posti li consideravo lontanissimi… Jasper ha chiesto a Anya, Whaneda…non ho ancora capito il perché, quando mi chiama per spiegarmelo… una volta finito, la trovo un’idea geniale…e iniziamo a smontare il robottino in mille pezzi…
Una volta arrivati andiamo subito a prenotare l’albergo, Lexa si fa dare una suite con quattro stanze… decidiamo di ripassare il piano per essere sicuri che tutti sappiano cosa fare mentre Bellamy e Linc ci comunicano di aver ricevuto una telefonata per lavorare la sera stessa al casinò.
Il nostro piano è previsto per domani, perciò una volta finito di ripassare ogni singola virgola dell’operazione… decidiamo di andare a cena fuori…le luci di Las Vegas sono spettacolari, rendendola sempre più un posto di lusso e perdizione...la città che non dorme mai…
Rientriamo in albergo, il volo è stato abbastanza stancante e nessuno ha la forza di fare le ore piccole… mi butto sul divano seguita da Jasper e Monty… mentre vedo Clarke raggiungere Lexa sulla terrazza…
Prendo il cellulare dalla tasca per mandare un messaggio a Anya…

Ore 23:12
-Ehi Forest…-

  ore 23:15
-Com’è Las Vegas?-
-C.H.-
Ore 23:17
-Colorata… li? Senti già la mia mancanza???-

  ore 23:20
-Ho appena accompagnato Octavia a casa…
sto andando a dormire anche io… c’è troppa tranquillità,
ma direi che la tua mancanza non si sente-
-C.H.-

Aspetto qualche minuto, voglio vedere se pensa che mi sia offesa… ne passano dieci prima che il mio telefono vibri ancora…

ore 23:35
-Reyes se stai aspettando di rispondere nella speranza di
farmi ammettere che si sente la tua mancanza,
non sta funzionando...
Buonanotte :)-
-C.H.-
Ore 23:37
-Buonanotte Forest :) -

Appoggio il telefono accanto a me, mi accorgo di avere le guance indolenzite… probabilmente dovuto al fatto di aver tenuto un sorrisetto da ebete per tutta la conversazione… non sono l’unica ad essermene accorta perché i miei amici mi guardando con fare malizioso. Monty interrompe il silenzio…

“Era Anya…?”
“….No!”
“Avanti Raven, abbiamo notato come vi guardate…”
“Monty… è solo il mio capo…”
“Se lo dici tu… ma sappi che si illumina quando entri in una stanza…e tu hai quel sorriso che difficilmente ti vediamo fare quando esci con le altre… forse neanche con Alex sorridevi così…”

Vedo Jasper annuire… mi sono accorta delle mie reazione… ma del suo illuminarsi quando mi vede proprio no… sicuramente se lo sono immaginato… Anya mi tratta come tutti gli altri…e anche io… prendo un cuscino dal divano e lo lancio verso di loro, nella speranza che la smettano di dire stronzate… inizia una vera e propria guerra… con uno scatto evito un cuscino lanciato da Jas mentre Monty sbianca all’improvviso bloccandosi all’istante.
Mi giro lentamente e vedo Lexa togliersi il cuscino dalla faccia… mentre Clarke dietro di lei sogghigna senza farsi sentire… Jasper si avvicina di corsa intimorito…

“Scusa… non era per te…era per lei.”

Si giustifica indicandomi… cerco di trattenermi anche io dal riderle in faccia…quando la ragazza riconsegna il cuscino al mio amico…

“Tiri come una femminuccia…”

E così dicendo si dirige verso camera sua… mentre io, Clarke e Monty scoppiamo a ridere guardando la faccia imbarazzata di Jasper…. Decidiamo di andare tutti a dormire cercando di recuperare energie per l’indomani.


CLARKE P.O.V

Ci stiamo preparando per andare al casinò…essendo uno dei più lussuosi della città, Lexa ha provveduto a farci avere i vestiti adatti…ha organizzato tutto nei minimi particolari…abbiamo passato la giornata a studiare le planimetrie… l’esterno dell’edificio e i punti di fuga più accessibili…mentre Lexa ha trovato un posto perfetto dove parcheggiare il furgone con i rinforzi , in caso servissero… sono abbastanza tranquilla, soprattutto per il fatto che la tecnologia della Forest Technologies ci ha permesso di avere microchip audio e video su tutto il corpo, che passano totalmente inosservato… così possiamo essere collegati in ogni minuto con Anya e Octavia che controllano tutto da New York.
Alla fine, data la mia scarsa affinità con il conteggio delle carte, mi hanno proclamata osservatrice…il mio compito è girare tra i tavoli e scoprire quelli con le miglior puntate, per poi fare cenno agli altri di occuparne le sedie…
Sto per finire di truccarmi quando Lexa entra nella stanza per gli ultimi accertamenti…

“Clarke stavamo pensando di….”

Si blocca appena alza lo sguardo dai fogli che ha in mano, facendone cadere alcuni sul pavimento…

“Sei… stupenda…”
“Grazie…ma il merito è tuo…hai ottimi gusti per i vestiti…”
“Appena l’ho visto ho pensato fosse perfetto per te… e avevo ragione…”

Le mie guance si colorano leggermente davanti all’intensità con il quale i suoi occhi verdi viaggiano sul mio abito lungo rosso… che mi fascia quasi tutto il corpo… rendendo giustizia alle mie forme, soprattutto quelle del seno… sulla gonna un spacco che arriva alle ginocchia… 
I nostri sguardi vengono interrotti da Raven che irrompe nella scamera…

“Clarke stiamo facendo la prova microfoni…”

Si avvicina dandomi un’auricolare minuscolo da inserire all’interno dell’orecchio… anche lei indossa un abito lungo nero…  molto più classico del mio ma che le sta comunque benissimo fasciandole il corpo snello e slanciato …
Raggiungiamo i ragazzi nel soggiorno… alla vista dei due, scoppio in una leggera risata… Jasper ha un abito nero con camicia bianca e un papillon… sembra uscito da un film di James Bone, mentre Monty ha un abito simile ma blu scuro con camicia bianca, gilet e cravattino… Sistemiamo le ultime cose e ci dirigiamo verso la macchina…che come sospettavo è una limousine…
Una volta entrati al casinò, la prima cosa a stupirci è il lusso dell’edificio… sembra una delle feste di beneficienza di mia madre… uomini e donne che sfoggiano tutte le loro ricchezze… con la differenza che i soldi vengono messi in slot e tavoli dai tappetini verdi…
Scendiamo la scalinata che precede la sala principale e ci dividiamo tra la folla… il mio sguardo incrocia subito quello di Bellamy, intento a girare tra i tavoli, impeccabile nel suo ruolo di addetto alla sicurezza… mentre di Lincoln neanche l’ombra… inizio ad osservare i vari tavoli di Black Jake trovando subito quello che rispecchia i miei criteri…
L’unica cosa che sono riuscita a memorizzare… sono i gesti che devo fare ai ragazzi per indicare il tavolo buono… mi avvicino dando uno sguardo al gioco e raccolgo i capelli spostandoli da un lato sulla spalla… Jasper senza farsi notare si avvicina prendendo posto per il gioco mentre io mi avvicino al bar per prendere qualcosa da bere…

“Chivas con ghiaccio per favore…”

Posso concedermi qualcosa di forte per scaricare un po’ di tensione, prendo un piccolo sorso seguendo con lo sguardo Raven che ne frattempo sta raggiungendo al tavolo Jasper, occupando l’unico posto libero.


RAVEN P.O.V.

Finalmente si libera un posto al tavolo… Jasper nel frattempo ha tenuto il conteggio delle carte, inizio a fare conversazione, dal momento in cui abbiamo abbinato a ogni numero una parola…

“Spero che questo tavolo mi porti fortuna…non ho ancora vinto niente…cambio mille dollari”

Jasper che stava giocherellando con le fiches si blocca guardandomi…

“La fortuna è sempre meglio crearsela da soli signorina… e la mia al momento ha bisogno di un Mojito…”

Alza il braccio per attirare l’attenzione della cameriera… Mojito… equivale ha +16, guardo attentamente il croupier che gira la prima carta…otto... il conteggio rimane +16… dieci…andiamo a +15… otto…+15…nove…ancora +15… cinque…+16… ho la giocata doppia con i due otto, posso sdoppiarli…

“Sdoppio gli otto…”

Il Croupier divide le carte girandone un’altra… jack… la posiziona vicino a uno dei due otto… siamo a +15… scopre un dieci posizionandolo vicino all’altro otto… +14…il banco scopre un re e un nove…+13, vinco il doppio della mia puntata sugli otto, il ragazzo va avanti…scopre la mia carta…jack +12…quella del banco…nove…sempre +12, svela la mia seconda carta… asso…

“BLACK JACK”

Esulto con un piccolo urlo facendo sorridere il ragazzo delle carte…che prontamente mi consegna la mia vincita…prendo una fiches e l’avvicino a quelle di Jasper…

“Credo che lei e il suo Mojito mi abbiate portato fortuna…”
“Quando vuole…”

Continuo a giocare mentre Jas si allontana dal tavolo avvicinandosi al bar… vinco altre quattro mani, con la coda dell’occhio vedo Monty sedersi in un tavolo da dove si è appena allontanata Clarke… faccio un’altra mano e lo raggiungo…

“Stasera sto sbancando, se questo tavolo è come il precedente…si salvi chi può…”

Monty non mi considera neanche, girandosi verso la signora al suo fianco…

“Non trova che l’arredamento di questo casinò sia un po’ freddo?”

Freddo… +12… inizio la stessa sequenza di poco fa…  Monty si alza mettendosi la giacca e passando la mano… faccio due vincite alte e due Black Jack… mentre sento alcune persone esultare da un tavolo vicino… mi giro e vedo Jasper dare spettacolo insieme a due ragazze bionde intente ad abbracciarlo a ogni vincita…Monty ci sta osservando divertito… per caso vuole sfidarmi?... devo ammettere che sa come attirare l’attenzione…sorrido in modo beffardo… prima di sentire la voce di Octavia all’auricolare…

“Reyes non pensarci neanche…”

Mi siedo più comodamente sulla sedia…ora ti faccio vedere io…
Andiamo avanti per un’altra ora…mentre Monty e Clarke fanno sponda tra me e lui per trovarci i tavoli migliori… credo che ormai siamo arrivati ai 50.000 dollari… e sono in vantaggio per poco…quando la mia concentrazione viene interrotta da Anya…

“Reyes ci siamo… sono entrati nella sala gli uomini della sicurezza… c’è anche Lincoln… stanno parlando tra di loro e vi guardano…tenetevi pronti…”

Mi volto verso Clarke che mi rivolge un’occhiata di intesa, continuando a sorseggiare il suo drink… la prima che avvicinano è proprio lei…appoggia il bicchiere dopo averne bevuto l’ultimo sorso e segue l’uomo…
Cerco Monty nella sala e anche lui viene avvicinato da Bellamy che gli chiede di seguirlo, portandolo nella stessa direzione di Clarke… ad un tratto sento la voce di Jasper e mi volto nella sua direzione… Lincoln lo sta afferrando per un braccio mentre lui cerca di liberarsi...

“Signore si calmi… la prego gentilmente di seguirmi…”
“Le vede queste due signorine? Bene, ci stavamo divertendo…prima che arrivassi tu…”
“Si tratta solo di verificare alcune congruenze nei suoi documenti…”
“Oh certo… basta che qualcuno vinca un paio di mani e subito dovete verificarne i documenti…”

Osservo la scena quasi stupita… se non conoscessi bene Jasper sarei sbalordita dalle sue doti recitative… quando Linc stufo dalla strafottenza del ragazzo lo strascina letteralmente nel retro…raccolgo velocemente tutte le fiches che ho sul tavolo e inizio a incamminarmi velocemente verso l’uscita…

“Dove crede di andare Signorina?”

Un uomo il doppio di me sia in altezza che in larghezza, mi si para davanti impedendomi la fuga…

“Ehm...mi sono accorta che è molto tardi …dovrei andare…”
“Non così in fretta…vorremo farle qualche domanda, perché non viene con noi…”

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