XXXVII

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Sento il corpo intorpidito… i polsi mi fanno male e anche la testa…non riesco ad aprire gli occhi…anche se ci sto provando con tutta me stessa… cosa diavolo è successo??? Perché ho il sapore del sangue in bocca…è il mio? Mi rendo conto di essere seduta, con il capo chino… mentre riprovo ad aprire gli occhi il mio viso viene inondato da un getto d’acqua…

“Svegliati bella addormentata…altrimenti mi rovini il divertimento…”

La sensazione di annegamento mi porta istintivamente ad aprire la bocca per respirare e finalmente riesco ad aprire le palpebre… il ghigno di Jason Wright è la prima cosa che riesco a mettere a fuoco…

“TU!!!”

Scatto verso di lui, prima di rendermi conto di aver le mani legate dietro la sedia…

“Cerca di darti una calmata dolcezza…o ti farai male.”
“Maledetto bastardo… puoi farmi quello che ti pare…ma ormai la tua fine è segnata…ti troveranno e marcirai in una cella.”

Si siede davanti a me, visibilmente divertito dalle mie parole mentre giocherella con la pistola che ha tra le mani.

“Sai probabilmente hai ragione… ho pensato di scappare in Messico, poteva essere la mia unica destinazione visto che l’ordine d’arresto ormai sarà arrivato a qualsiasi poliziotto degli Stati Uniti…ma il mio essere vendicativo ha avuto il sopravvento…Hai rovinato la mia vita Alexandra Woods…e ora io rovinerò la tua…”

Questa volta sono io che inizio a ridere… e per la prima volta da quando ho aperto gli occhi vedo nervosismo nella sua espressione… inarco le labbra in un ghigno…

“Provaci…”

Neanche il tempo di alzarsi dalla sedia che mi arriva uno schiaffo, il labbro inizia a sanguinare leggermente ma senza neanche pensarci riporto lo sguardo su di lui… mi afferra i capelli con la mano, tirandomi il capo all’indietro in modo di guardarlo in faccia…

“Non credo che tu sia nella posizione di fare la sbruffona.”

La rabbia che sto provando in questo momento non mi permette di ragionare lucidamente… raccolgo il sangue nella mia bocca insieme alla saliva per poi sputaglielo in faccia… continuo a sogghignare… dopo il primo… il secondo…e il terzo colpo… ormai ho i vestiti pieni del mio stesso sangue quando all’improvviso smette…

“Forse per farti provare dolore…non sei tu quella da colpire…”

Lo osservo con sguardo socchiuso, cercando di decifrare quella affermazione per poi sgranare gli occhi quando toglie il mio cellulare dalla tasca…

“Sai… ho sempre pensato che per una persona che fa il tuo mestiere…avere il blocco nel telefono fosse quasi un obbligo…pensa il mio stupore quando ho scoperto che il tuo non c’è l’ha… ho avuto modo di dargli un’occhiata mentre facevi un sonnellino… tranquilla…ho tolto tutto quello che poteva permettere di rintracciarlo… a si …Anya Forest ti ha chiamato 15 volte…non pensavo foste così legate…ma una cosa mi ha stupito… la chiamata di una certa Clarke… a proposito…ottima scelta l’immagine di contatto”

I miei tentativi di nascondere ogni emozione per non fargli capire che sta toccando il tasto giusto… vanno in frantumi nel momento in cui sento il suo nome.

“Se ti azzardi a torcerle un capello ti ammazzo…”
“Allora ti importa di qualcuno… anche se l’avevo già intuito scorrendo le foto… guarda, qui siete uscite benissimo…”

Gira il display verso di me… ricordo il giorno in cui abbiamo fatto quella foto… dopo la partita di Hockey… ero seduta sulla panca… quando si era messa in testa di farmi uno scherzo arrivando alle mie spalle…nel tentativo era scivolata nel ghiaccio, provocando un grosso tonfo… non la smettevo più di ridere mentre cercava di rialzarsi, aggrappandosi alla mia schiena… una lacrima mi riga il volto a quel ricordo…

“Mi sbaglio ho era presente anche alla serata di beneficienza?... ecco dove l’ho già vista… è molto sexy… sai, quasi quasi la invito alla nostra festa… sono sicuro che apprezzerà moltissimo.”

Stingo i denti dalla rabbia… inizio a dimenarmi il più possibile per cercare di allentare le corde…

“Lasciala stare figlio di puttana…lei non c’entra niente…sono io quella che vuoi… SE TI AZZARDI A TOCCARLA…SEI MORTO…”

Lo vedo digitare il numero sul suo telefono mentre esce dal capannone…urlo con tutto il fiato che mi è rimasto in corpo per essere sicura che mi senta…

“HAI CAPITO WRIGHT… TI AMMAZZO CON LE MIE MANI SE LA TOCCHI!!!”


RAVEN P.O.V.

“Dovevo immaginarlo…”

Anya stringe il volante nelle mani visibilmente frustrata…

“An… non è colpa tua… ancora non mi spiego come ha fatto a scoprire l’identità di Lexa… non era scappato prima che venisse accredita dal tipo a cui ho sparato?”
“No… quello stronzo l’ha costretta a togliersi il cappuccio usando me come minaccia… dannazione…non dovevo ascoltarla…dovevo metterla sotto protezione…”
“Stai dicendo che hai permesso che accadesse tutto questo???”

Clarke inizia ad alzare la voce, visibilmente scossa…dopo essere rimasta in silenzio sul sedile posteriore…

“E’ tutta colpa tua…di questa fottuta Heda e del vostro vizio del cazzo di tenere le cose nascoste… se lo avessimo saputo potevamo evitarlo…sarei rimasta con lei… l’avrei protetta io… invece l’hai lasciata sola…sapendo che poteva essere pericoloso…”

Clarke butta tutto fuori quasi scordando di respirare… riesco a capire tutta la rabbia e il dolore che sta provando…ma prendersela con Anya non è giusto… cerco di intervenire, visto il mutismo che ha colpito la mia ragazza…

“Perché non cerchiamo di darci una calmata… ora la cosa importante è trovare Lexa… arriviamo alla Heda…cerchiamo di rintracciare il suo telefono… e chiamiamo Lincoln…

“Non c’è tempo di chiamare Lincoln… doppiamo trovarla…e avere lui a Las Vegas preoccupato non è utile a nessuno… appena arriviamo alla Heda organizzo una squadra e la troveremo…”

Anya finalmente riprende l’uso della parola… con tono deciso privo di ogni tipo di emozioni che fin ora la stavamo tormentando… vorrei fare qualcosa per lei…ma al momento posso solo eseguire i suoi ordini.

“Non sappiamo neanche dove sia…”
“Inizieremo dalle proprietà di Wright…la troveremo Clarke…fosse l’ultima cosa che faccio.”

Arriviamo alla Heda dieci minuti dopo… dirigendoci direttamente nell’armeria… inizio a riempire la borsa di ogni arma disponibile mentre Anya organizza la squadra… Clarke si sta allacciando la pistola alla coscia e dalla sfuriata nella macchina non ha più detto una parola…

“Clarke…”
“No Raven…lascia stare…”

Mi fa segno di stare zitta con la mano…per poi voltarmi le spalle e uscire dalla stanza…
Sospiro pesantemente… mentre Anya entra guardandosi intorno…

“Calrke?”
“Credo sia andata a sbollire…”

Si avvicina tirandomi verso di lei per un bacio…

“Troveremo Lexa… non permetterò che faccia del male a nessuno di voi…”
“Lo so…”

E lo sapevo veramente… Anya sarebbe passata sopra tutto e tutti pur di salvare la sua migliore amica…e io potevo comprendere quel sentimento totalmente…
Dopo neanche un’ora la squadra è pronta in attesa di ricevere ordini… Guardo Anya mentre osserva con alcuni agenti una pianta della città… per la prima volta dopo tanto tempo ritrovo nel suo sguardo lo stesso che ho visto il giorno in cui ci siamo incontrate per la prima volta…

“Vado a chiamare Griffin…”

Annuisce senza neanche voltarsi… lo so che si sente in colpa per quello che è successo…ma spero che questo non la faccia sprofondare nel buio…
Prendo velocemente il corridoio che porta all’armeria… una volta nella stanza mi guardo intorno cercando la mia amica…

“Clarke… … Clarke dobbiamo andare…”

Il mio sguardo si ferma su l’unico armadietto che ricordo di non aver aperto… trovandolo spalancato e completamente vuoto…

“Cazzo!”

Corro velocemente alla sala principale… devo avvisare Anya…

“Clarke è sparita…e ha svuotato l’armadietto di Lexa…”
“In che senso è sparita?”
“Nel senso che non c’è… è andata a cercare Lexa da sola…”
“Ma non ha senso…non conosce i nascondigli di Wright… a meno che…”
“Non abbia saputo esattamente dove andare…”

Realizzo ora la situazione… e Anya insieme a me… Clarke sta andando dritta nelle mani di chi ci vuole tutti morti… inizio a camminare nervosamente…cercando di trovare una soluzione per evitare di peggiorare le cose… ad un tratto mi illumino, forse non è tutto perduto… Corro davanti allo schermo del pc, digitando dei tasti più in fretta che posso…

“Reyes non abbiamo tempo di mappare la città…”
“Non è quello che sto facendo… dopo la morte del padre di Clarke… Octavia mi ha obbligato a metterle un rilevatore Gps nel telefono…per sapere dove recuperarla quando si ubriacava a tal punto da non riuscire a tornare a casa… non glie l’abbiamo mai detto…e non glie l’ho mai tolto…”

Clarke…non fare stupidate…stiamo arrivando.


CLARKE P.O.V.

Esco di corsa dalla stanza…bloccando Raven sul nascere…devo prendere aria… una volta fuori dall’edificio …cerco di respirare a pieni polmoni per evitare che mi venga un ‘attacco di panico…
Dopo il terzo respiro sento il telefono vibrare nella tasca…numero sconosciuto… rispondo con l’unico pensiero che possa essere tu…

“LEXA!”
“Non proprio…anche se è qui con me…”
“Wright…”
“Oltre a bella sei anche perspicace.”
“Dov’è lei? Cosa le hai fatto…”
“Tranquilla…sta bene…per ora…”
“Se le fai del male io…”
“Si si …ho già ricevuto la stessa minaccia poco fa… perché non ti unisce a noi? Siamo in un capannone al molo 59… Vieni da sola… o la tua amichetta muore.”

Non riesco a replicare che la comunicazione si interrompe…osservo il telefono stretto nel pugno senza nessun dubbio su quello che devo fare… una volta tornata all’armeria apro con facilità l’armadietto delle armi di Lexa… svuotandolo completamente.
Prendo la macchina di Anya… e sono grata a Raven per avermi insegnato ad accenderle senza chiavi… sto venendo a salvarti amore mio…resisti ancora un po’.
Al molo trovo facilmente il capannone indicato, è l’unico con una luce accesa e intorno c’è un silenzio assordante… impugno la pistola mentre alzo la serranda per entrare…
Faccio piccoli passi…cercando di avanzare senza fare rumore…il corridoio è buio, l’unica cosa che mi permette di non inciampare è la luce che proviene dalla porta in fondo, faccio un respiro profondo prima di entrare in quella stanza con la pistola alzata…

“Benvenuta Clarke!”

La sua voce mi fa gelare il sangue… ma quando riesco ad avere piena visione della sua figura e qualcos’altro che mi provoca un tonfo al cuore…si sta facendo scudo con il tuo corpo e ha una pistola puntata sulla tua tempia.
Noto subito che hai il volto sporco di sangue e pieno di ferite… una lacrima scende senza controllo sulla mia guancia…

“Wright è finita…lasciala andare…”
“E chi mi fermerà? Tu? Una stupida ragazzina uscita dal nulla…”

Ti dimeni cercando di liberarti dalla presa di quel verme…cerchi di urlare qualcosa…ma il bavaglio che ti fascia la bocca te lo impedisce… capisco che mi stai dicendo di scappare… di salvarmi… ma io non posso lasciarti qui… devo lottare per te… solo ora mi rendo conto che avrei sempre dovuto farlo…
Mi avvicino lentamente… Wright ha l’espressione di un pazzo psicopatico che crede di avere ormai vinto… tu invece mi guarda terrorizzata… con le lacrime che ormai spingono dietro quel verde… quel verde che mi ha rapito molti mesi fa…e del quale non sono riuscita più a fare a meno… Non so se hai capito le mie intenzione… ma è l’unica cosa che posso fare per liberarti dal mirino di quella pistola e darti la possibilità di vivere… ora è come se tutto il resto non esistesse… ti guardo intensamente, al momento esistiamo solo noi due e l’amore che proviamo l’una per l’altra… aspetto che il tuo sguardo si posi per un istante sulle mie labbra per essere sicura che nonostante la lontananza tu riesca a leggermi il labiale…

“Mi dispiace.”

Wright è l’ultimo a capire le mie intenzione, ma lo intuisce giusto in tempo per anticipare lo sparo, rivolgendo la pistola verso di me… sento un dolore atroce al centro del petto, talmente forte da farmi bloccare il respiro, facendomi cadere al suolo. L’ultima cosa che sento è un campanello che suona…e l’ultima cosa che vedo sei tu che entri nel mio negozio…che entri nella mia vita.




LEXA P.O.V

E da quando ho ripreso conoscenza che cerco di slegarmi i polsi dalla corda…ma nonostante sappia perfettamente come fare…il fatto che la corda si intrecci con la sedia mi impedisce nel mio intento.
Wright rientra nel magazzino con un sorrisetto che farei sparire volentieri…

“A quanto pare tra poco avremo compagnia…sempre se la tua amichetta non si perda per strada…”
“Cosa hai fatto lurido pezzo di merda…”
“Sai…dovresti moderare il linguaggio…non è bello sentire certe frasi da una ragazza…”

Si siede, ignorando completamente la mia reazione mentre afferra il telefono per rispondere a una chiamata…

“Si?... non mi interessa un cazzo se non sai dove recuperare i soldi che mancano… ti voglio tra due ore all’entrata della città, con i miei soldi e i miei documenti… non ho tempo da perdere ora…devo sistema una cosa molto importante. Cerca di non combinare stronzate.”

Lancia il telefono visibilmente infastidito da quella interruzione…

“Sembri così sicuro…”
“E perché non dovrei esserlo? Non sono io quello legato a una sedia… sto per avere la mia vendetta… e quello che mi serve per sparire per sempre…non vedo perché dovrei essere preoccupato.”
“Allora abbiamo un problema… perché per quanto mi riguarda sono più che convinta che non uscirai di qui con le tue gambe.”
Ride rumorosamente, per poi riuscire di nuovo… sento del liquido scendere nelle mie mani…probabilmente con tutta la pressione che sto facendo, le corde mi hanno lacerato i polsi… stringo i denti scacciando quella sensazione di bruciore… le corde si stanno lentamente allentando e non posso rinunciare adesso… dopo una ventina di minuti torna nella stanza dirigendosi verso di me… cerco di capire le sue intenzioni… una volta vicino, tira fuori un bavaglio che mi stringe intorno alla bocca per poi posizionarsi dietro di me…

“La tua amichetta è arrivata…goditi lo spettacolo, hai un posto in prima fila…”

Cerco di urlare mentre mi alza trascinandomi all’indietro e puntando la pistola contro la mia tempia. Il fatto di essere in piedi mi facilita il movimento delle mani… mi ci vorrebbe un minuto per liberarmi ma ormai è troppo tardi…  intravedo quella chioma bionda che tanto amo mentre entra dalla porta…e penso che a questo punto qualsiasi mossa azzardata, potrebbe mettere in pericolo la tua vita.

“Benvenuta Clarke!”

I tuoi occhi si terrorizzano alla vista del mio sangue…e della pistola che ho sulla testa… ma nonostante questo, vedo tutto il tuo coraggio nel ricacciare indietro quel sentimento ed affrontare Wright… dio quanto ti amo.
Non posso permettergli di farti del male… mi dimeno mentre ti urlo di andar via…di metterti in salvo… di farlo per me…perché non potrei sopportare che ti faccia qualcosa…
Clarke vattene…scappa…e l’unica cosa che cerco di dire…ma il bavaglio me lo impedisce e il mio esecutore cerca di tenermi ferma spingendo l’arma ancora più forte… sono stremata e sento il corpo indebolirsi sempre di più…ti guardo supplicandoti con lo sguardo… vedo nei tuoi occhi tutto l’amore che provi per me…e nel momento in cui ti guardo le labbra…l’unica reazione che ho è sgranare gli occhi…

“Mi dispiace”

Succede tutto troppo in fretta…lo sparo… i tuoi occhi che si spengono all’improvviso e il tuo corpo che cade all’indietro…con tutta la forza che mi è rimasta mi libero finalmente dalla corda…approfitto del fatto che la pistola di Wright sia ancora puntata verso di te per disarmarlo.
Inizio a infliggergli un colpo dietro l’altro…e prontamente non tarda a rispondere… ma sono troppo arrabbiata e piena di dolore per permettergli di avere la meglio… tra calci e pugni riesco ad atterrarlo…ma non mi basta…non per quello che mi ha fatto…ma per quello che ha fatto a te… mi butto sopra di lui, continuando a colpirlo con pugni sempre più forti… il suo volto è pieno di sangue e ormai anche le mie mani…  non reagisce più ma sono troppo disperata per smettere…

“NYPD”

Sento la voce di Anya ovattata… mi volto per guardare e tutto scorre al rallentatore… riprendo con i pugni, finché non mi sento afferrare da dietro…

“Lexa smettila… Lexa così lo ammazzi…”

Riesco a sfuggirle ma prontamente mi afferra per un braccio costringendomi a guardarla… mi scuote con forza dopo essersi resa conto che il mio sguardo è perso nel nulla …

“Lexa…guardami…Clarke ha bisogno di te…devi andare da lei.”

Sentendo quel nome mi blocco… riprendo un po’ di lucidità, guardo oltre la mia amica, la scanso per correre verso il tuo corpo disteso sul pavimento… mi inginocchio non riuscendo più a controllare le lacrime…

“Clarke… Clarke ti prego svegliati…”

La scuoto per le spalle…come si fa con qualcuno che dorme…

“Clarke apri gli occhi… avanti amore mio è tutto finito…ora possiamo tornare a casa…”

Inizio a singhiozzare senza accorgermi di Raven che nel mentre si era avvicinata posizionandosi vicino alla tua testa… anche lei ha il viso pieno di lacrime… e mi guarda come se cercasse una spiegazione…

“Mi voleva salvare… non sono riuscita e evitarlo… è successo tutto in un attimo …io...io… perché l’hai fatto…perché non mi hai lasciato morire… perché amore mio… perché?”

Mi accascio su di te piangendo a dirotto…neanche alla morte dei miei genitori mi ero lasciata andare così, davanti a tutti…ma non mi importa…oggi con te sono morta anche io… stringo i pugni intorno al tuo giubbetto, quando Raven mi afferra per le spalle cercando i miei occhi…

“Lexa… guarda! Non c’è sangue.”

Vago con lo sguardo nel punto in cui sei stata colpita…non riesco a capire le parole della tua amica… vedo chiaramente il foro ma effettivamente non stai sanguinando… apro velocemente il giacchetto, scoprendo il giubbotto anti proiettili… all’improvviso i miei occhi ritrovano quella luce che si è spenta un attimo fa… allento immediatamente anche l’altro giubbotto e appena lo faccio riprendi a respirare…come se stessi riemergendo da un’immersione durata un’infinità…

“O mio dio…”

Ti alzo velocemente per aiutarti a respirare stringendoti al mio petto, mentre un sorriso pieno di gratitudine si fa largo sul mio volto e su quello di Raven…

“Oddio Griffin…ci hai fatto prendere un colpo”

Dice la tua amica tirando un sospiro di sollievo…

“Respira tesoro…respira…”
“Stai bene?”

Rido in modo imbarazzato a quella domanda…mentre ti allontano dal mio abbraccio spostandoti i capelli dal viso… rischio una paralisi facciale...ma non mi importa…sei viva amore mio…e non posso fare altro che sorridere.

“Ti sei fatta sparare per salvarmi…e ti preoccupi di come sto io???”

Questa volta sei tu che sorride… e i nostri occhi fanno quel gioco che ci piace tanto…si perdono gli uni negli altri…

“Clarke mi dispiace…mi dispiace per tutto…io non posso vivere senza di te…perché ti a-“

Non mi permetti di finire la frase che le tue labbra sono già sulle mie… si staccano solo dopo parecchi secondi, lasciando di stucco sia me che le nostre amiche alle tue spalle…

“Ti amo anche io Alexandra Woods…ma ora sta zitta!”

Continuiamo a baciarci…ci baciamo mentre le nostre amiche si allontanano per lasciarci sole…ci baciamo mentre quel figlio di puttana finalmente esce dalle nostre vite in una barella…ci baciamo mentre il capannone si svuota… e continuiamo a baciarci anche quando una volta in piedi ci dirigiamo verso l’uscita…
E posso continuare così…a baciarti per sempre.

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