5. I'm so sorry...

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Finita la lezione, corro in bagno.

Sono già passate due ore dal nostro litigio e io è da due ore che ho gli occhi gonfi. Solo per uno stupido bacio dato senza fare apposta!

-Non si fida... il mio migliore amico non si fida delle mie parole...-

Sento dei passi avvicinarsi sempre di più, fino ad arrivare ai miei piedi.

-Annina. Cos'hai?-
-Chi sei?-
-Rispondimi, per favore.-
-CHI SEI?!?-

Tutto si fa silenzioso.

-Sono Justin.-
-Che ci fai qui?-
-Ti ho vista e sono entrato per parlare.-
-Beh, non è un buon momento per parlarmi.-
-Perché?-
-È colpa tua se sto di merda.-
-Colpa mia?-
-Sì! Tu mi saluti e non dici mai chi sei. Pensavo fossi il mio migliore amico e invece eri tu. Io non volevo baciarti!-
-Ah, davvero?-
-SÌ!-
-Io credevo il contrario.-
-Io volevo baciare sulla guancia Martinus! Non te!!! E invece no! Ti sei persino messo in posa per far si che le nostre labbra si scontrassero!-
-Ok, e con ciò?!?-
-Hai fatto incazzare con me Tinus, talmente tanto che non mi rivolge più la parola! Ora vattene. Anzi, me ne vado io. Non rivolgermi più la parola e non cercarmi, chiamarmi e toccarmi più.-
-Ma Annina...-
-Cominciando da adesso.-

Cammino a passo spedito fino a casa, per poi buttarmi sul letto e piangere ancora.

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-C'è qualcuno al citofono!- urla Samantha.
-Vacci tu.-
-Sono sicura che è per te.-
-Uffa... sei una cazzo di scansafatiche.-

Mi alzo di malavoglia dal letto e vado, a modi bradipo zombie, verso il citofono.

-Sì?-
-Parlo con Annina Trojan?-
-Sì.-
-Sono il postino, ho ricevuto qualcosa per lei.-
-Ok, grazie, arrivo subito.-

Arrivo da lui trovandomi davanti una scatola di cioccolatini.

-Grazie signor Pastorelli.-
-Si figuri signorina Trojan.-

Risalgo le sette rampe mentre inizio a bocconare qualche cioccolatino.

-Chi era?- mi chiede con voce maliziosa Samantha.
-Il postino.-
-E cosa ti ha dato?-
-Cioccolato.-
-Uh!!! Ne posso uno?!?-

La guardo, poi sposto il mio sguardo sulla scatola.

-No, è la mia consolazione.-
-Almeno dimmi da parte di chi sono.-
-Castoro.-
-Aww! Che dolce!-
-Sì, sì, ora lasciami stare, grazie.-

Mi sdraio sul letto e, mentre mangio, guardo la tv. Peccato che mi addormento subito.

-Annina.- sento dopo circa due ore di sonno profondo.
-Mmm...-
-Annina!-
-Mmm...-
-ANNINA!!!-
-AAHH!!!- e cado dal letto.
-Scusa.-
-Sei fortunata che non ti picchio nelle mie condizioni. Che ora è?-
-L'ora di andare a rispondere alla porta.-
-Perché non ci vai tu?-
-Perché so che è per te. Alzati.-
-Sì, ma che ora è?!?-
-Le otto di sera, sta diluviando e c'è una persona che sta prendendo tutta l'acqua mentre ti aspetta.-
-Ok, vado.-

Mi alzo di malavoglia per la seconda volta. Com'è possibile che in quarantotto ore mi cercano tutti?

Apro la porta dopo aver sceso, contando i gradini, le scale, ritrovando davanti a me Martinus slozzo da capo a piedi.

-Hai deciso che mi rivolgo la parola oggi? O sei venuto per rimproverarmi per la seconda volta?-
-Non scherzare. Sono qui perché mi pento di averti detto quello che ho detto.-
-Davvero? A me non sembrava.-
-Conoscendomi, è già strano vedermi fuori casa con l'acquazzone.-
-Giusto.-
-So di non essere degno di averti come migliore amica, ma ti giuro che queste ore in tua assenza sono state le peggiori che ho mai passato. Sono rimasto in camera mia a piangere con una scatola di cioccolatini sotto il naso e serie tv che continuavano ad andare avanti.-
-Allora siamo in due.-
-Io... Mi dispiace per tutto.-

First Kiss // M. G. //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora