"Dai che questa è la volta buona!"
Esordì James avvistando l'ennesima casa con il cartello 'AFFITTASI'.
"E speriamo! Altrimenti ci conviene vivere in macchina" ironizzai scendendo dall'auto.
L'edificio era molto vasto, circondato da alcuni ippocastani che lo rendevano ancora più bello. Molte finestre e balconi, muri color panna decorati con alcune finte pietre agli spigoli.Era snervante quella situazione, e se quello non fosse stato il giusto tentativo, sarei stata veramente capace di dormire in macchina per il resto della mia vita.
Ma come sempre, la sfortuna o il Voodoo, dipende da come la vogliate mettere, non ci pensò minimamente ad arrendersi, ed ecco che mentre mi scervellavo al fine di trovare un modo per rintracciare i proprietari della casa, vedemmo spuntare tre signori, vestiti di tutto punto: una coppia di giovani che si tenevano per mano come due innamorati, appresso ad una signora di mezz'età, intenta ad aprire il cancello e ad entrare tutti insieme presumibilmente per visitare l'abitazione.Mi veniva da vomitare. Mi veniva seriamente da vomitare e in più avevo la voglia di strapparmi i capelli ad uno ad uno.
Alzai le braccia al cielo guardando in alto, sbraitando: "No, oggi non é proprio giornata!"
Poco dopo sentii James ridere silenziosamente, per poi passare ad una sonora risata. Ma a me non veniva affatto da ridere.
"James, c'è poco da ridere!"
"Si, scusa. Hai ragione" si scusò cercando di smettere di ridere. Ma non ci riuscì, e poco dopo si rimise a starnazzare più forte di prima, mentre lo guardavo seria asciugarsi le lacrime dagli occhi.
"Quando hai finito potremmo anche andare in albergo. Io ci rinuncio"
"Quanto sei arrendevole... Facciamo un tentativo no? Tanto che ci costa? Può darsi che la casa non gli piaccia, così potremmo prenderla noi" ipotizzò con aria estremamente calma, calma che non riuscivo a capire da dove gli venisse.Senza accorgermene me lo ritrovai di fronte, mentre faceva il labbruccio e gli occhi da cucciolo.
Certo che se me lo chiedeva così..."Te l'ho mai detto che sei scemo?" scherzai sorridendo, per poi incamminarmi verso l'edificio attraversando il cancello, intanto rimasto aperto.
"Lo prenderò come un sì" dichiarò James seguendomi.Appena dietro la porta, avvicinai il pugno al legno, ma prima di bussare, mi girai verso di lui.
"Beh, che c'è?"
"Dici che siamo presentabili?" domandai guardandomi.
Cioè, la domanda dovrebbe essere stata 'dici che sono presentabile?', perché lui lo sarebbe stato anche con un sacco di patate addosso. Ero io la nota stonata dello spartito.
"Certo Jodie, di cosa ti preoccupi? Dai, adesso bussa, possibilmente prima che mi vengano i capelli bianchi"Finalmente mi decisi a picchiare sulla porta, che poco dopo si aprì mostrando una signora alta più di me, sorvolando il fatto che indossava i tacchi, che appena ci vide ci sorrise e ci chiese cordialmente: "Salve, posso esservi d'aiuto?"
Guardai James sbarrando gli occhi, e per fortuna lui capì il messaggio, in quanto prese parola.
"Buon pomeriggio. Sí ci interesserebbe affittare quest'abitazione"
Non volevo ripetere la brutta figura che feci una volta quando, entrando in farmacia, salutai i presenti con un misterioso saluto mai inventato prima, un'innovativo 'buon salve'. Ecco un altro tra i tanti motivi per cui amavo la solitudine. Almeno, quando si è da soli, anche se si combinano stupidaggini non lo saprà mai nessuno."Abbiamo un'altra coppia interessata a prendere possesso della casa, guardi la stanno già visitando. Ma entrate lo stesso!"
La donna aprì maggiormente la porta, permettendoci di entrare.
"Grazie mille" disse James.
"Di nulla. Jocelyn Wells" si presentò la donna.
"Jodie Cooper" risposi stringendo la mano alla signora.
"James Maslow" si presentò tirando fuori uno dei suoi sorrisi mozzafiato.Se avesse continuato così, la signora non avrebbe fatto altro che affittare la casa a noi... Si, ero consapevole del fatto che James era un ragazzo bellissimo, e che faceva gola a molte donne. Per certi versi questo era un vantaggio, per molti altri invece no.
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You're not Alone • James Maslow
Fanfiction•Ispirato a 48 hours to live• Una giovane solitaria, rimasta orfana all'età di diciassette anni, di conseguenza sviluppa un carattere freddo, privo di emozioni, che la porterà ben presto a commettere un passo falso, motivo per cui finirá in prigione...