2.Incontro

81 7 3
                                    

Sono appena arrivata a Central Park e sono seduta su una panchina di legno aspettando il proprietario della casa.
Non so niente di lui, so solo che è un uomo e che il suo cognome è Devis, quindi non potrei mai riconoscerlo.

Dopo un quarto d'ora circa, vengo richiamata da una voce maschile un po' profonda, ma allo stesso tempo soave.
X: "Molto piacere, Federico Devis, tu devi essere Eloise."
Si rivolge a me con tono simpatico, ma allo stesso tempo autorevole.
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo abbastanza giovane, potrà avere una trentina d'anni; è alto, possiede delle spalle molto larghe, è vestito in maniera molto elegante e i suoi capelli sono di un castano chiaro, ma la prima cosa che noto sono i suoi occhi nocciola che danno quasi sull'ambrato.
Rimango a fissarlo per qualche secondo e, persa nei miei pensieri, non riesco a spiaccicare una parola.

"Allora? Abbiamo intenzione di fissarci in quel modo per tutta la sera?" Chiede molto divertito.

"Mi scusi signor Devis, sì... sono io."
Mi scuso quasi balbettando.

F: "Tranquilla, puoi darmi del tu, allora com'è andato il viaggio?"
È molto gentile, più di quel che sembrava nella telefonata.

"Ottimo." "Il viaggio è stato molto pesante, ma ne è valsa la pena. Ho sempre voluto venire qui." Aggiungo.

Federico: "Andiamo, ti porto a vedere la casa così puoi sistemare tutti i tuoi bagagli."
Poi aggiunge: "Comunque anche per me è stato un viaggio pesantissimo le prime volte che venivo, poi ci ho fatto l'abitudine, ma è da tanto ormai che non torno in Italia, sento di appartenere a questo posto ormai."
Non so perché ma da queste parole sento che c'è una certa affinità tra noi.

Ci dirigiamo verso un taxi che ci porta davanti alla bellissima villetta; non so come sia possibile che l'abbia messa in affitto.

Lui si scansa per farmi entrare per prima e prende una delle mie valige, sembra davvero molto educato e riservato allo stesso tempo.

La casa è tutta un'altra cosa dal vivo!
Abbiamo fatto un giro e c'è tutto quello che si possa immaginare: dalla piscina ad un tavolo a bordo piscina con dei divani intorno. Mi sento in un sogno.

 Mi sento in un sogno

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi dice tutto ciò che c'è da sapere sulla casa e poi interrompe il discorso e mi dice che lui resterà nella dépandance qui fuori e con una mano alla nuca, quasi imbarazzato, conclude il discorso

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi dice tutto ciò che c'è da sapere sulla casa e poi interrompe il discorso e mi dice che lui resterà nella dépandance qui fuori e con una mano alla nuca, quasi imbarazzato, conclude il discorso.

Penso che ciò significhi che passeremo molto tempo insieme. Quindi, tecnicamente, a volte saremo dei coinquilini credo.

Poi si limita solo a sorridere e, avviandosi in cucina, mi spiega delle istruzioni d'uso di essa.

Cominciamo a parlare del più e del meno, ci conosciamo un po' meglio e alla fine decide di rimanere per cena e inizia a cucinare per me.
Ha un carattere così accogliente, mi fa quasi sentire a casa.

"Allora? Cos'altro mi dici di te?" Chiede incuriosito accendendo un fornello.

"Da dove posso cominciare... "

F: "Mi hai detto tutto tranne la tua età. "

Io: "Ne ho da poco compiuto 18, tu invece?"

F: "Non ti facevo così piccolina; io 32."

Io: "Sì, me lo dicono in tanti, in realtà mi reputo abbastanza matura."
Dico tutta d'un fiato.

F: "Questo si percepisce fin da subito."
Scorgo un piccolo sorriso dal suo viso.
"Come mai sei venuta qui? Perché proprio New York?"

Io: "Sto cercando di ricominciare da zero, di ritrovare me stessa e trovare un lavoro che mi rappresenti che sicuramente non avrei trovato a Roma."
Poi aggiungo: "Ho sempre coltivato una passione per il disegno, per l'arte e per la letteratura."
Mi aspettavo l'inizio di una conversazione un po' più profonda ma lui si limita a cambiare discorso chiedendomi di aiutarlo ad apparecchiare l'isola della cucina.
Mi chiedo come mai abbia evitato il discorso.

Io: "E tu? Lavori?"
Metto una forchetta sul tavolo.
F: "Sì." Aggiunge del sale alla pentola.
"Su, dobbiamo cenare." Cambia ancora discorso.

Perchè non vuole dirmi nulla a riguardo?
Credo ci sia qualcosa sotto, spero solo che il suo comportamento sia legato al suo carattere così riservato e non ad altro.
Rimango in silenzio e percepisco della freddezza rispetto ai minuti precedenti della conversazione.

21.00
Finiamo di cenare, mettiamo via tutto, gli chiedo di rimanere per un po' e prendiamo posto sul divano.
Lui propone di guardare un film e avvia Netflix nel maxi schermo davanti a noi.
F: "Che genere? D'amore, d'azione..."
Chiede prendendo il telecomando.

Io: "Direi ciò che vuoi, ma ti informo che i film d'azione a volte mi fanno venire un gran mal di testa."
Sceglie un film, non ho visto il titolo, ero presa dal rispondere a mia madre su Whatsapp.

F: "Tipica frase da film."
Sorride quasi prendendomi in giro.

30 minuti dopo
Il film è molto romantico, sinceramente non pensavo che Federico sarebbe riuscito a vederlo tutto senza addormentarsi.
Arriva una delle tante parti sdolcinate, mi sto cominciando ad annoiare nonostante il film sia bello, allora prendo il cellulare e fingo di stare su Instagram perché mi accorgo che ho gli occhi di Federico addosso.

Lui mette un braccio sul poggia testa del divano e un brivido si fa sentire lungo la mia schiena.
Il mio sesto senso mi dice che accadrà qualcosa nei prossimi giorni tra noi.
Continuiamo a guardare il film e passare il resto della serata chiacchierando un po'.

----
Spero vi piaccia!✨

Il contesto dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora