La strada verso casa

1.9K 151 16
                                    

Claudio

e lasci in giro il tuo profumo come a dirmi '"io ci sono" come a dirmi "sarò sempre qua" 

Ho fatto come mi ha detto: mi sono girato e ho ripreso la strada verso l'uscita della stazione. Non so la forza dove l'ho trovata. Ho girato le spalle e l'ho lasciato andare via, ritornare nella sua città per continuare la vita che aveva messo in standby qualche mese fa. E io non posso negare di avere un vuoto dentro adesso che lui non è qui con me e pensare ai giorni che dovrò affrontare da solo mi mette una tristezza assurda. Non è da me, lo ammetto, ma Mario nella mia vita ha fatto anche questo. Mi ha reso felice arrivando e triste andandosene. Ma mi costringo a pensare che dovrò abituarmici, che spesso non saremo assieme, che sarà routine contare i giorni che ci separano, che sarà sempre meno difficile. Ma su quest'ultima cosa non ne sono poi così convinto.

Apro la portiera della mia auto e il suo odore mi assale le narici. Poco fa Mario era vicino a me e mi teneva stretta la mano. Siamo entrambi soli adesso, entrambi che andiamo verso le nostre case che purtroppo non sono nella stessa città. Ce la faremo Mario? Riusciremo ad accorciare le distanze?

Mi decido a scrivergli un messaggio, il primo da quando siamo assieme: "scrivimi quando arrivi".

Poso l'auto a casa e mi incammino a piedi verso il mio bar. Oggi è lunedì, fa un caldo assurdo e io non ho tanta voglia di lavorare. Fortunatamente la giornata prosegue bene, senza intoppi o problemi da risolvere e mi accorgo di non sorridere da un bel pò fino a quando non vedo entrare Rosita. Le sorrido e le vado incontro. L'abbraccio e la stringo forte a me.

-"Hei, che succede?" mi dice rivolgendomi un sorriso dolcissimo.

-"Niente mi siete mancati tanto." Le rispondo accarezzandole il pancione ormai abbastanza grande da vedersi chiaramente da sotto al vestito.

La faccio accomodare a un tavolo fuori sotto al gazebo e decido di sedermi anch'io con lei, ho veramente bisogno di una pausa.

-"Come stai?" mi chiede subito. Ed ecco qui il motivo per cui avrei voluto evitare i miei amici almeno oggi. Basta che mi guardano negli occhi per capire che non sto così bene e costringerli a farmi domande. Ma non ho voglia di nascondermi, i miei occhi mi tradirebbero ancora una volta.

-"Diciamo che rispetto agli ultimi mesi, oggi non è una giornata da 30 e lode insomma. E tu? Quando avrai un'altra visita? Vorrei esserci"

-"Te lo faccio sapere in questi giorni perché non lo so ancora, devo contattare il ginecologo per fissare l'appuntamento. Tranquillo che sarai il mio primo pensiero." Si ferma, mi sorride e mi stringe le mani.

-"E come mai oggi va così? Cos'è che non va, che ti manca?"

Ed ecco qua, dritta al punto come sempre. In questi due mesi che Mario è stato qui non ho raccontato nulla a nessuno, ho custodito gelosamente ciò che stavo provando perché per primo facevo fatica io ad ammetterlo a me stesso. Dopo il 10 Agosto è stato quasi impossibile nasconderlo, anche perché Paolo abita sul mio stesso pianerottolo e io e Mario nelle ultime settimane non ci siamo smossi da casa mia. Poi siamo partiti e in un modo o nell'altro sono riuscito bene o male a giustificare la vacanza, le mancate uscite, il bar chiuso per giorni interi. Ma sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarli, aprire il mio cuore e dire per la prima volta ad alta voce anche a me stesso ciò che sta succedendo. E questo momento è arrivato.

Sorrido, abbasso lo sguardo sulle nostre mani incrociate e aspetto un attimo per cominciare a parlare.

-"Sento di dovervi delle scuse. Sono stato indecifrabile in questi ultimi due mesi e sono scappato come un topo in queste ultime settimane. Ma l'ho fatto perché sapevo che prima o poi ti ritrovavo qua e Paolo a pochi metri da casa mia e vi avrei spiegato tutto." Alzo lo sguardo su di lei che è pronta ad ascoltare ciò che sto per dirle.

Tutto quello che pensavo potesse bastarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora