Mario
-"Un giorno organizzerai tu il nostro matrimonio allora" mi dice Rosita con un sorriso enorme sulle labbra.
-"Ma dai, perché non siete già sposati? " dico ricordando il momento in cui Claudio mi accennò del loro matrimonio.
-"Abbiamo fatto il rito civile, ma dopo la nascita del bambino abbiamo intenzione di sposarci in Chiesa. Qualche anno fa non ero ancora pronta psicologicamente, era da poco morto il mio papà" mi dice quasi balbettando per le lacrime trattenute che quel lutto ancora le provoca.
-"Ho capito, mi dispiace.. quando vorrete farlo, io sarò a vostra completa disposizione! Sarà tutto bellissimo te lo assicuro." Le dico rivolgendole il migliore dei sorrisi cercando di tranquillizzarla.
-"Ne sono sicura. Allora? Come ti trovi qui?" mi chiede interessata.
-"Sto da Dio, Verona è bellissima e la compagnia è ottima." Dico alzando il bicchiere di spumante e bevendone un po' subito dopo.
-"Claudio è felice.." accenna Samuel a bassa voce rivolgendogli uno sguardo da lontano. E' seduto su uno sgabello e chiacchiera con Paolo, sembra un po' taciturno stasera e credo sia perché domani andrò via.
-"Soltanto una volta l'ho visto così e questo significa tanto." Continua girandosi verso di me.
Sono sul punto da chiedergli di più riguardo quest'ultima occasione, ma Rosita mi blocca.
-"Samuel, dai andiamo. Si è fatto tardi e sono stanchissima, i piedi non mi reggono più." Dice alzandosi e abbracciando suo marito.
-"Mario è stato un piacere rivederti. Spero che torni presto e che resterai di più." Continua girandosi poi verso di me e abbracciandomi.
-"Troveremo una soluzione a questa distanza prima o poi. Grazie di tutto" ricambio l'abbraccio e stringo successivamente la mano a Samuel. Ci dirigiamo verso Claudio e Paolo che appena ci vedono smettono di parlare.
-"Andate via? Tutto apposto Rosi?" chiede Claudio alzandosi e affiancandosi all'amica.
-"Si, sono soltanto stanca. Io e te ci vediamo domani, ciao ragazzi. Buona serata." Fanno un saluto generale e li accompagniamo alla porta.
Dopo un'ora ci ritroviamo a riordinare i resti di una serata tra amici che ha lasciato un caos assurdo.
-"Sei stato bene?" mi domanda interessato Claudio.
-"Tanto. Tu cos'hai? Sei strano stasera..." dico fermandomi con una pila di bicchieri in una mano e una bottiglia di coca-cola quasi finita nell'altra.
-"Sono solo un po' stanco.. ma sono felice, stai tranquillo." Dice rivolgendomi un sorriso.
E' questo il momento della serata in cui sei disposto a dire cose che magari il mattino seguente non diresti. E glielo chiedo e il motivo per cui lo faccio è perché non ce la faccio più a darmi spiegazioni da solo.
-"Perché non vieni con me a Roma domani?"
Spalanca leggermente gli occhi, sorpreso dalla mia domanda che sembra quasi una richiesta disperata.
Sorride e un "non posso" gli sfiora le labbra.
Claudio
Mi sorride e mi oltrepassa. Conosceva la mia risposta ma ciò non gli ha impedito di richiedermelo, di risentirselo dire, di sperarci ancora. Lo farò Mario, ma non adesso. Ora non posso.
Lo seguo con lo sguardo mentre apre il frigo e vi ripone la bottiglia. Lo raggiungo, metto la mia mano sulla sua e chiudiamo insieme la porta del frigo. Lo abbraccio da dietro e ispiro il suo profumo dall'incavo del suo collo.
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Tutto quello che pensavo potesse bastarmi
Fiksi PenggemarClaudio, una vita piena, apparentemente completa. Cos'è che gli manca? All'età di 30 anni si rende conto di non aver nessuno con il quale condividere le sue gioie e i suoi tormenti. Ha però delle responsabilità e per questo ha maledettamente paura d...