(ir)raggiungibile

3.2K 156 8
                                    

Eccomi di nuovo! Fortunatamente oggi ho avuto un bel di tempo per dedicarmi a questa storia. Sta prendendo forma piano piano... ho voluto iniziare a descrivere di entrambi, singolarmente, per farveli conoscere. Claudio a 30 anni si rende conto di essere solo, di non aver qualcuno con cui condividere i propri successi e le proprie sconfitte, mentre Mario questo qualcuno lo cerca da una vita... Si staranno cercando? Non è questo il punto. La cosa fondamentale è trovarsi e rendersi conto di essere come un puzzle: diversi ma combacianti.


A Mario

Arriva un momento nella tua vita in cui ti chiedi "qual è la mia felicità? Cosa mi rende veramente felice?". Teoricamente è così, ma Mario erano anni che ormai si poneva questa domanda senza mai darsi una risposta, una spiegazione concreta che potesse soddisfarlo affinché smettesse di aspettare. Cosa aspettava esattamente? Aveva un buon lavoro che, almeno negli ultimi anni, l'aveva reso soddisfatto di sé stesso. Credeva molto nel matrimonio, in quell'unione indissolubile che ti mette radici e non catene. Credeva che quello fosse il giorno più bello nella vita di una persona e andava organizzato nei minimi dettagli. Per questo, finite le superiori, aveva iniziato a studiare per ottenere degli attestati che potessero aiutarlo nella professione di wedding planner. E, dopo non poche fatiche, ci riuscì. Aveva iniziato a lavorare in proprio e soltanto negli ultimi tempi era riuscito ad avere persone che lavoravano per lui, una squadra compatta che si univa con il solo scopo di far felici due persone in quel giorno tanto speciale. Gli capitava di commuoversi ogni volta e, nonostante la sua buona volontà, a quel "Si, lo voglio" non riusciva a trattenere un'emozione dai propri occhi. Credeva tanto in ciò che faceva perché principalmente aveva iniziato a credere nel sentimento che regola e domina ogni persona: l'Amore. Non sapeva cosa fosse esattamente, eppure gli mancava terribilmente quel sentimento tanto sconosciuto. Aveva conosciuto l'Amore della sua famiglia, quella che ti fa sentire protetto, sereno e sempre a casa. E per lui era importante sentirsi a casa, perché è l'unico luogo in cui sai di essere al sicuro nonostante fuori e dentro di te domini la tempesta. Aveva conosciuto l'Amore dei suoi amici: nonostante tanti gli avevano voltato le spalle, a 31 anni Mario capì che abbiamo bisogno di pochi amici nella nostra vita, e lui se li era scelti bene. Aveva Dafne, una pazzoide sempre in cerca di nuove avventure, e Valentina, più ambiziosa e con le idee molto chiare. Si compensavano e loro c'erano sempre state per lui. C'erano quando a 25 anni Mario decise di uscire dal suo guscio e di affrontare le sue tempeste: fu un giorno di Aprile quando tornò a casa e disse ciò che era realmente: "Sono gay", due parole, molto chiare che liberarono il peso enorme che portava con sé da troppo tempo. Ci vuole coraggio? Molto, ma non ne poteva più, doveva dare una svolta alla sua vita, doveva accettare sé stesso e conoscersi realmente per ciò che era per poter finalmente cercare e magari trovare ciò che lo rendeva veramente felice. Dopo aver pronunciato quelle parole iniziò a sovrastarlo la paura a cui non aveva dato conto. La paura di non essere accettato, di essere rifiutato, di non essere capito. Ci fu principalmente stupore e incredulità, la paura di sbagliare e di non essere all'altezza della situazione, nel timore di non avere gli strumenti adatti per poterla affrontare. Ma si promisero di sostenerla insieme e andò meglio di come si aspettava. La madre divenne più premurosa, come se volesse proteggerlo dal mondo; il padre iniziò a dargli più attenzioni, come se iniziasse a porsi la fatidica domanda "dov'è che ho sbagliato? Gli ho fatto mancare qualcosa?", come se fosse una colpa, una mancanza. Ma Mario lo comprese e con il tempo fece capire ai suoi grandi pilastri che lui era sempre il solito, che non dovevano guardarlo con occhi diversi, che lui era felice. E i suoi lo compresero perché c'è forse un modo di amare tuo figlio e non desiderare con tutte le tue forze di vederlo felice? E' il tuo scopo nel momento in cui lo metti al mondo: renderlo felice, e se la sua felicità è amare con tutto sé stesso un altro uomo, chi siamo noi per giudicarlo? Impararono a loro spese che "l'Amore nasce tra persone, non tra sessi" e lo iniziarono ad amare in una maniera nuova, più consapevole, cercando di proteggerlo da un mondo che ancora non lo meritava.


Mario è il bello e impossibile e che non sa nemmeno di esserlo: capelli, occhi e barba nera, pelle scura che con l'abbronzatura è semplicemente uno spettacolo da ammirare. Schietto, sincero, sempre pronto a dire la sua e a non accettare qualsiasi cosa non gli stia bene. Ma anche tranquillo, dolce e indifeso. Mario è quell'eterno ragazzino che sembrerebbe pronto ad affrontare il mondo da solo, ma che poi si guarda indietro sperando che qualcuno gli tenga la mano e gli stringa le spalle. Era questo che gli mancava: una persona con cui affrontare la vita di tutti i giorni mano nella mano senza avere il timore che possa lasciarla da un momento all'altro, con cui intraprendere un nuovo cammino insieme dimenticando quanto tempo abbia dovuto aspettare prima di incontrarlo. Questa era la sua felicità, l'aveva capito, ma ormai era stanco. E' come quando da bambini si rincorrevano le farfalle: si faceva fatica a starci dietro per poi vederle scappare via lassù, dove tu non ci potevi arrivare, ma poi te la trovavi sulla mano quando avevi quasi dimenticato la voglia di afferrarla. E la sua felicità l'aveva rincorsa così tanto che si sentiva proprio come quel bambino: affaticato e con il dolore al fianco per aver corso troppo. Quindi decise di fermarsi, di accostare, la sua felicità l'avrebbe rincorso ovunque e finalmente trovato.

Tutto quello che pensavo potesse bastarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora