L'ho rivisto nei suoi occhi

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"Occhi. Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l'amore solo a guardarli"

Claudio

Fermo. Sono qui immobile da non so quanto tempo, i miei occhi nei suoi. Non so cosa mi sta succedendo, non riesco ad avere il controllo del mio corpo: sudo le mani e il cuore va a mille. Mi sento come un funambolo sospeso in mezzo al nulla, su una corda tesa tra l'illusione che io stia sognando e la speranza che sia tutto vero, reale, tangibile, che questo ragazzo sia veramente davanti a me, a fissarmi così intensamente che sembro bruciare sotto il suo sguardo. Non ho mai provato nulla di così travolgente come da quando quegli occhi neri si sono mescolati nel verde dei miei. E proprio come un funambolo ho trovato un punto fisso da guardare per concentrarmi affinché io non precipiti giù, nel nulla dov'ero prima e ciò che adesso mi salva dal baratro è il suo continuare a fissarmi come se, prima di adesso, nulla avesse valso veramente la pena di essere guardato così.

Mario

Ma che mi prende? Veramente sto ancora fissando questo ragazzo come se fosse la cosa più bella che i miei occhi abbiano mai visto? Ma è proprio così, non riesco a togliere i miei occhi dai suoi. Quel verde così intenso mi ricorda il mare d'estate, il luogo dove amavo rifugiarmi per guardare meglio le stelle, il tramonto e l'alba. Il mare è stato il mio rifugio per tantissimi anni: anni vuoti, insignificanti, non vissuti realmente. Credevo che il mondo non fosse pronto per uno come me, che il mio tempo non coincidesse con quello delle altre persone. Mi sentivo fuori luogo, inesistente, quasi invisibile. Ma erano concetti che mi creavo da solo, esistevano soltanto nella mia mente ma ripetuti continuamente diventavano realtà assolute per me. E il mare mi ha aiutato, mi ha dato il tempo per pensare e per capire che ciò che temo non è per forza ciò che è realmente, ero soltanto schiavo delle mie convinzioni, succube dei miei stessi pensieri. Era l'unico luogo dove ritornavo volentieri: non mi giudicava come temevo che le altre persone facessero se solo mi fossi rivelato per ciò che sono realmente, ma lasciava che io mi perdessi nel suo moto continuo e infinito finché non avrei capito da solo.

Non lo vedevo da un po', ma oggi ci sono ritornato e mi ha aiutato anche stavolta: si è trasformato nei suoi occhi.

Claudio

-"ehm... Mario, lui è Claudio. A quanto pare l'hai già notato abbastanza, ma prima eri impegnato a discutere con Dafne e per questo non te l'ho presentato". Spiega Valentina cercando di riportarlo alla realtà per mettere fine a quel momento di silenzio imbarazzante tra lei e Dafne.

Mario sussulta letteralmente e gira lo sguardo da me a Valentina. Io riprendo fiato, chiudo gli occhi e me li sento stanchi, sono restati a guardare lo stesso punto per troppo tempo. Cerco di riprendere il controllo di me stesso, di ritornare con i piedi per terra. Sono sceso da quel filo e lui è ancora qui e davvero mi stava guardando immobilizzato. Ed è inspiegabile, ma io ho fatto lo stesso. Cosa mi succede? Perché questo ragazzo mi provoca tutto questo? Ma mi rendo conto che non è ancora niente nel momento in cui mi porge la mano e me la stringe.

Mario

La voce di Valentina mi arriva forte, prepotente nelle orecchie. E' come quando stai dormendo e qualcuno ti scuote per svegliarti. Stacco subito gli occhi da questo ragazzo e ritorno a guardare questa villa, il giardino, la porta di ingresso, Dafne, Valentina.. e mi rendo conto che, fino a questo momento, ho guardato solo ed esclusivamente i suoi occhi.

-"Lui è Claudio"

Claudio. Mi rendo conto che non conoscevo neanche il suo nome fino ad ora, non so nulla di lui, e allora perché i suoi occhi mi sono arrivati così tanto?

Tutto quello che pensavo potesse bastarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora