I ragazzi etero non fanno danza classica

Tutto nella tua testa

Mickey spende la pausa pranzo combattendo un aneurisma. Sta dando fottutamente di matto, per metterla giù leggera, ma sta anche tentando di negarlo finché non sanguinerà. Considera brevemente di farsi un tatuaggio che dica 'O merda', ma dove può recuperare sei nocche in più?

Il suo cazzo spende la maggior parte della giornata volendo rivivere la mattinata, a differenza del resto del suo corpo. La parte peggiore della sua quasi costante situazione è non essere in grado di accavallare le gambe al piano. È piuttosto difficile da nascondere, specialmente dal momento che l'autocontrollo non è mai stato il cavallo di battaglia di Mickey.

Gallagher ha lezione quel pomeriggio. Per una volta nella sua dannata vita, ignora Mickey per davvero. Il che va bene, perché anche Mickey lo ignora. È difficile guardare un tizio negli occhi dopo che quello ha sfregato il suo cazzo contro il tuo e ti ha detto quando amerebbe piegarti in avanti. Nello spogliatoio, non si guardano. Non si parlano, e lasciano il maggior spazio possibile tra di loro. Mickey entra ed esce in tempo record.

Il resto della settimana è una tortura. Una tortura lenta, agonizzante, sessualmente frustrante. Perché ora Mickey si è reso conto che anche se Gallagher è irritante da morire, è anche sexy da morire. Non è qualcosa che può non notare, per quanto gli piacerebbe. Dio, darebbe via il braccio destro per sentire di nuovo i genitali di Gallagher sfregare contro i propri. Lo rimanda il più a lungo possibile, ma nell'istante in cui comincia a fantasticare di Gallagher che lo scopa, è andato. Continua a ricordare le parole, 'Ti farei lavorare per quello', con la voce profonda e sexy di Ian contro il suo orecchio.

È venerdì pomeriggio, e Mickey è appena uscito dal bagno per la terza volta, oggi. Per essere giusti, una volta era davvero perché doveva fare pipì. Ma le altre due, inclusa la più recente, era perché doveva masturbarsi immaginandosi Gallagher che lo scopava, forte e veloce. L'ha fatto per calmarsi un po'.

Sta passando attraverso l'atrio per tornare in una delle aule quando Svetlana chiama il suo nome. All'inizio non ascolta, poi lei schiocca le dita come se lui fosse un fottuto cane. Mickey raggiunge la scrivania e fulmina Svetlana.

"Cosa?" domanda.

"Lillian vuole dirti una parola" la stronza sta sorridendo, dunque davvero non si tratta di qualcosa di buono.

"Oh, fanculo" borbotta Mickey. "Cosa vuole?"

"Dirti una parola" ripete Svetlana, come se Mickey fosse un idiota.

"Sì, lo so, cazzo. Intendo, di cosa ha bisogno di parlarmi?" domanda Mickey.

Svetlana scrolla le spalle. "Devi preparare gli appunti? No? Allora vai da lei"

Mickey si stringe la radice del naso con le dita e si rammenta che ha bisogno di questo lavoro. La paga è mediamente decente, anche se i suoi colleghi e i clienti sono una merda.

L'ufficio di Lillian è situato nel retro della scuola, e Mickey deve camminare attraverso un lungo, stretto corridoio per arrivarci. Non ci sono finestre – solo una lampada fluorescente che emette un ronzio più forte di quanto non dovrebbe. Quando Mickey giunge all'ufficio di Lillian, bussa prima di afferrare la maniglia.

"Avanti" fa Lillian.

L'ufficio non è ampio, ma sembra sufficientemente spazioso. Dipinti di ballerine sono appesi al muro, probabilmente copie di Degas o chiunque fosse quel tizio francese. C'è una pianta in un vaso all'angolo della stanza e una larga mensola con vecchie fotografie e scarpe da danza nell'altro angolo. Al centro c'è la scrivania di Lillian. Sopra ci sono poche cose. In fronte ad essa ci sono due sedie in pelle, e Mickey si posiziona su una di esse senza aspettare il permesso.

"Svetlana ha detto che volevi parlarmi?" dice lui.

Lillian non replica subito. Sistema una piccola pila di fogli, li pinza di lato, e li infila in un cassetto. Poi unisce ordinatamente le mani di fronte a sé e guarda Mickey. La sua espressione è grave, ma quando non lo è quella di questa donna?