Reazioni a catena, parte 2

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Mickey, come la maggior parte delle persone, ha sentito che non si dovrebbe cagare dove si mangia. In generale, è un consiglio piuttosto solido. Se non che Mickey è un figlio di puttana testardo, quindi ovviamente lui si è messo a cagare su tutto il tavolo, per dire.

Quando lui e Ian praticamente avevano iniziato a convivere, Mickey non aveva mai preso in considerazione la possibilità di una rottura. I suoi ormoni avevano fermamente il controllo della situazione, e onestamente, non esisteva che potesse sapere che i sentimenti avrebbero mai avuto un ruolo. Ma eccolo qui. Ha rotto con qualcuno che vedeva quotidianamente, e che non era soltanto una scopata.

Tuttavia, Mickey non è un codardo. Non chiama per darsi malato lunedì, perché non farebbe che ritardare l'inevitabile. Riesce ad avvertire il proprio stomaco che si restringe in nodi sempre più stretti mentre la giornata trascorre, avvicinandosi a quando immancabilmente Ian si presenterà e...beh, Mickey non è sicuro. Forse Ian gli tirerà un cazzotto (in parte spera che lo farà) o forse si limiterà a guardarlo con quei dannati occhi da cucciolo, o peggio ancora, forse lo ignorerà completamente.

Quindi Mickey entra in aula e si siede al piano, la schiena rigida e la pelle che va a fuoco. Si guarda intorno. C'è Mandy, aspetta alla sbarra. E non c'è Ian.

Mickey aspetta. Odia farlo ma aspetta Ian, e si preoccupa quando non si fa vivo. Si domanda se l'assenza di Ian abbia qualcosa a che fare con quanto è successo. A giudicare dalle occhiate omicide che Mandy gli lancia ogni tanto, Mickey direbbe che è una scommessa sicura.

Comunque, Ian dovrà tornare alla fine.

Passano tre giorni.

Niente.

Mickey inizia a sentirsi, se possibile, anche peggio riguardo a quanto è accaduto.

Giovedì mattina, quando Mickey entra nella scuola, Svetlana gli fa cenno. Spera che sia per qualcosa che abbia a che fare con lavoro e non che si tratti di faccende personali. Ma Svetlana sembra avere un debole per la vita privata di Mickey, che gli piaccia o meno.

"Non vedo Pel di carota da qualche giorno" ribadisce lei.

"E?" dice Mickey.

"E' malato?" chiede Svetlana.

"Come cazzo dovrei saperlo? Non sono il suo dannato guardiano" dice Mickey.

Svetlana gli lancia un'occhiata attraverso le ciglia e arcuando le sopracciglia. Sembra che tutto il suo viso si sollevi mentre lo guarda dalla scrivania.

"Sai" dice Svetlana irritata. "E' malato o è qualcos'altro?"

Mickey si gratta la pelle sopra il labbro superiore. Borbotta, "Qualcos'altro"

Svetlana simula di mettersi la mano dietro l'orecchio e si raddrizza. "Non ho capito"

"Qualcos'altro" dice Mickey più ad alta voce e con tono più tagliente.

Svetlana contrae le labbra. "Hai fatto qualcosa"

"Non ho fatto un cazzo!" scatta Mickey. "E in che modo questo è un fottuto affare tuo, comunque?"

"E' diventato affare mio quando mi hai pagato per essere parte di tua vita privata. Puoi mettere qualcuno in vita privata ma non puoi farlo uscire" dice Svetlana. "Sono, come si dice, inclusa"

Mickey porta il peso da un piede all'altro, riflettendo su quello che ha detto Svetlana. Lo aprirebbe e sputerebbe nel suo intestino se le dicesse cosa è successo. Ma, lei ha visto cosa gli ha fatto Terry. Forse capirebbe.

"Ho fatto qualcosa" dice impacciato.

"Lo so" dice lei. "Dimmelo"

Non ne ha la possibilità. Ode dei passi e una voce dietro di sè, e già può avvertire il riflesso faringeo che si innesca. Non solo per l'odore del costoso profumo.

I ragazzi etero non fanno danza classicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora