Sbrogliare la matassa

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La sorella di Ian ha la custodia legale. Lui può tornare a casa di nuovo, e Mickey chiude la porta dietro di sé con il cuore appesantito e un denso sospiro. Il suo appartamento è vuoto adesso. La vacuità è solitaria, ma Mickey non si trattiene dal pensare che sia anche sicurezza. È più sicuro che avere Ian qui, così vulnerabile se Terry dovesse farsi vivo. È più sicuro della prospettiva di Mickey che deve spiegare un milione di cose al padre e non essere in grado di dirne neanche una a causa della bocca piena di sangue.

La paranoia non si manifesta mai del tutto formata. Inizia come una cautela, e sembra sempre razionale in principio.

Finalmente Mickey si mette in contatto con il padrone di casa per via della sua fottuta serratura da quattro soldi. È in piedi sopra la spalla del tizio, praticamente respirandogli sul collo, mentre cambia la serratura di Mickey con una nuova. Mickey la prova non appena l'uomo se ne va. Riesce a forzarla, ma ci vuole più tempo rispetto a quella vecchia. Cristo, con quella vecchia chiunque con una forcina e mezzo cervello avrebbe potuto forzarla in circa due secondi.

Si guarda costantemente alle spalle. Sulla strada verso il lavoro, a casa, anche quando sa di essere solo. Controlla negli angoli e non lascia mai che ci sia troppo spazio dietro la schiena. Con troppo spazio qualcuno può essere in grado di avvicinarsi di soppiatto.

Smette di dormire come si deve. Si sveglia la maggior parte delle mattine in un sudore freddo, solo in parte capace di ricordare il sogno della notte precedente. Si domanda come può avere tanto tempo per gli incubi quando spende la maggior parte della notte a rigirarsi e voltarsi, desiderando che Ian sia lì per abbracciarlo in una qualche sorta di sicurezza. È passata una settimana, e Mickey vede Ian sempre e solo a scuola. Non è abbastanza, affatto.

Eppure, anche nel poco tempo in cui riescono a stare insieme, Ian sembra notare che Mickey non se la sta cavando bene. Anche Mickey lo nota. Ha le borse sotto gli occhi, è più pallido, e scatta contro le persone anche più velocemente del solito.

Alla fine della settimana, Ian posa una mano sul braccio di Mickey nello spogliatoio. Di istinto, entrambi si guardano intorno per verificare che non ci sia nessuno. Sono soli, per una volta. Mickey respira con calma, nella meravigliosa sensazione di essere insieme e basta e di respirare la stessa aria.

"Come va?" chiede Ian.

Mickey scrolla le spalle. Non bene, ma non vuole ammetterlo.

"Hai già visto tuo padre?" chiede Ian.

Mickey scuote il capo. Scopre che la propria lingua sembra piuttosto pesante, e la sua testa più o meno fitta. Mickey in modalità sopravvivenza è notoriamente un Mickey silenzioso. Ma Ian non vuole Mickey in modalità sopravvivenza, e apparentemente è intenzionato a trascinarlo fuori da tutti questi istinti di base.

"Ehi" dice Ian, carezzando con la mano su e giù per il braccio di Mickey. "Va tutto bene. Non c'è nessuno qui. Nessuno ci beccherà"

Mickey si tira indietro, "Le persone potrebbero entrare"

"Non succederà" dice Ian.

"Potrebbe. In qualsiasi fottuto momento, amico" dice Mickey. "Questa roba è una dannata bomba a orologeria"

Ian sembra ferito. Mickey non può interessarsene comunque, non gli è concesso. Ha bisogno di pensare a rimanere vivo prima di poter pensare di essere sensibile.

La cosa lo uccide, ma dice, "Dovresti stare alla larga per un po'. Almeno finché non ho il controllo di questa roba. Risolvere le cose con mio padre"

Ian annuisce, l'espressione chiaramente triste. "Probabilmente Fiona ne sarà felice"

"Perché?" chiede Mickey.

I ragazzi etero non fanno danza classicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora