Mickey viene svegliato dai rumori di qualcuno che si muove per la stanza. Si mette a sedere e si sfrega gli occhi, e vede Ian che infila delle cose nello zaino. È accovacciato sul pavimento accanto al bagno, ovviamente tentando di essere abbastanza silenzioso per non farsi sentire da Mickey.
"Non devi andartene" dice Mickey, la voce intontita. "Ho pagato, non dobbiamo scappare prima che ci prendano a calci"
Ian lo guarda e si alza, lo zaino penzola dalla spallina che tiene in mano.
"Ho pensato che fosse più facile se mi limitavo ad andare via" dice Ian.
Mickey sospira e si passa una mano sulla faccia. Spinge via le lenzuola e pianta i piedi sul suolo. Aveva sperato di poter aspettare un po' prima di rimettersi a discutere, ma apparantemente la speranza era stata di troppo.
"Non devi continuare a fuggire, Ian" dice Mickey.
"Non sto fuggendo" borbotta Ian.
"Sì, più o meno lo stai facendo" dice Mickey. "Perché poi te ne sei andato, in primo luogo?"
Ian sospira. Lascia cadere lo zaino, probabilmente rendendosi conto che sta iniziando un'altra conversazione seria, e si siede sul letto, più lontano che può da Mickey. Rimane in silenzio per un lungo istante prima di parlare, ma Mickey aspetta.
"Mi sono reso ridicolo con...sai, tutto quello che è successo quando io...sì" dice Ian. "E ho iniziato a pensare al balletto, 'e se non fossi bravo come penso', 'e se non potessi farcela?' Mi ero sbagliato su te e me, e se mi fossi sbagliato anche su questo? Avrei preferito scoprire di fare schifo prima invece che poi"
Il primo istinto di Mickey è di chiedere com'è andata. Ma l'evidenza è seduta di fronte a sé, con niente a parte uno zaino pieno di vestiti. Mickey si domanda se Ian abbia ancora le sue cose di danza lì dentro.
"Non ti sbagliavi su te e me" dice Mickey.
"Sì, invece. Lo hai detto in modo piuttosto chiaro"
Mickey vuole spingere ancora. Vuole dire a Ian che anche lui lo amava tanto, e lo ama ancora, e farebbe qualsiasi cosa per sentire Ian ridirglielo. Ma sa che una seconda opportunità è probabilmente più di quello che si merita. E anche se la otterrà, è una cosa che non può chiedere.
"Vado" dice Ian.
Si passa le mani lungo le cosce per un minuto, poi si alza e prende lo zaino. Mickey si affretta per frapporsi tra Ian e la porta. Tira fuori una mano per fermarlo.
"Aspetta, Ian, aspetta" dice Mickey.
"Cosa vuoi?" dice Ian, esasperato.
"Torna qui stanotte" dice Mickey.
Ian fa una smorfia come se stesse soffrendo. "Mickey..."
"Ti prego, posso aggiustare le cose" dice Mickey. "Posso farlo, dammi solo un'opportunità. Per favore"
"Non tornerò con te" dice Ian con tono tranquillo.
Fa male. Come un piccone che arriva dritto al cervello, fa male. Quando sente quelle parole, Mickey vuole raggomitolarsi da qualche parte e singhiozzare. Ma invece, si morde il labbro e prosegue.
"Non sei riuscito a ottenere un'audizione con qualche compagnia o altro?" dice,
Ian scuote il capo. "Probabilmente hanno pensato che fossi un senza tetto o una cosa simile"
Beh, in un certo senso lo è. Mickey non sa per quanto tempo Ian si è concesso a tizi più vecchi per avere un tetto sopra la testa, ma sa che farà quello che può per mettere fine a quella situazione.
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I ragazzi etero non fanno danza classica
FanfictionMickey è il nuovo pianista in una scuola di danza, e Ian è probabilmente la persona più irritante che abbia mai incontrato. Quindi naturalmente, anche se ciò si spinge ai limiti della professionalità, decide di infastidire il giovane. Perché ogni ra...