Epilogo

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Mickey non era a conoscenza del fatto che i ballerini professionali lavorassero così tanto durante l'anno. Soltanto dopo tre mesi che lui e Ian avevano preso il loro primo appartamento insieme, Ian se n'è dovuto andare in tour con la compagnia di balletto. Mickey sa che nonostante sia di nuovo da solo, questa volta è diverso. Ian tornerà, e si terranno in contatto.

Ciò non significa che non si preoccupi.

La prima volta che Ian se ne va, è un periodo di telefonate notturne e giornate che appaiono troppo lunghe senza lo spazio riempito da Ian. Mickey ha ottenuto un lavoro, suona il piano in un ristorante decentemente grazioso, e potrebbe giurare che ogni pezzo che suona risulti appena un tantino più triste quando si rende conto che non tornerà a casa da Ian. Nessuno al ristorante sembra notarlo o darsene pena, ma Mickey riesce a sentirlo. Tuttavia, suona meglio di quanto non abbia fatto da un po' di tempo.

Torna all'appartamento abbastanza tardi ogni sera. A seconda del fuso orario, non è sempre conveniente chiamare Ian. Ma questa è una delle serate buone. Probabilmente Ian non è ancora a letto (al momento è sulla costa occidentale) e Mickey lo chiama non appena può dopo aver varcato la soglia.

"Ehi, com'è andata al lavoro?" chiede Ian.

"Bene" replica Mickey. "Ho visto tipo almeno tre tizi con le rispettive amanti. È stato strano in un certo senso"

"Come fai a dire che una è un'amante e non la moglie?" domanda Ian.

"Amico, si capisce" insiste Mickey. "E' come un parrucchino venuto male"

"Ce n'erano un sacco anche di quelli?" chiede Ian con una risata.

Mickey vorrebbe vedere il modo in cui gli occhi di Ian si arricciano o le fossette che si formano quando ride. Deve concentrarsi per ricostruire tutto ciò nella propria mente.

"Mi manchi" dice Ian.

"Sì, mi manchi anche tu" replica Mickey. "Come vanno le cose da te?"

"Sempre bene" dice Ian.

Merda, Mickey può realmente avvertire il sorriso dietro la sua voce. L'immagine del fottuto sorriso sfavillante di Ian lo colpisce dritto al petto. Ogni tanto, quando non se l'aspetta, viene colto di sorpresa – dalla massiccia, schiacciante sensazione di poter morire se non sarà in grado di avere il corpo di Ian accanto al proprio immediatamente.

"Ti amo" Mickey non riesce a trattenersi.

Una pausa, ma non è preoccupante. Una pausa come quella tra un paragrafo e l'altro, che intende enfatizzare e distinguere.

"Ti amo anch'io" dice Ian. "Così tanto, cazzo"

Mickey annuisce. La gola è improvvisamente stretta, e vuole soltanto continuare a sentire Ian mentre parla.

"Manca solo un mese, Mickey" dice Ian. "Staremo bene"

Non lo hanno detto ad alta voce, ma entrambi lo pensano – se ce la faranno a superare questa prima volta, qualsiasi altra in futuro andrà bene.

La prima è sempre la più dura, non importa quante chiamate e 'ti amo' facciano da ammortizzatori.

"Ti darai malato per i primi giorni quando tornerai" dice Mickey.

"Oh, davvero?" chiede Ian, divertito. "Per che cosa?"

"Perché mi avrai scopato talmente forte che nemmeno io riuscirò ad andare al lavoro" dice Mickey.

Non aggiunge che in quel modo potrà avvolgersi fra le braccia di Ian per rimediare a tutto il tempo trascorso senza poterlo fare. Per raccontarsi a vicenda ogni storiella stupida accaduta mentre erano separati, anche se ne avevano già parlato al telefono. Perché così Mickey sarà semplicemente in grado di avere Ian vicino e non doverlo condividere con nessuno.

I ragazzi etero non fanno danza classicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora