Via libera

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Emma's POV

Quando mi sveglio la prima cosa a cui penso è: Tessa.

Tessa è veramente, profondamente, insopportabile, anche se anni fa non la pensavo così.

Alle scuole medie eravamo molto amiche, ma mentre io sviluppavo la passione per il pianoforte e per la scrittura, lei iniziava a fumare e a sperimentare il sesso con ragazzi molto più grandi di lei. Quando perse la sua verginità, in seconda media, me lo annunciò come se avesse vinto alla lotteria.

-Finalmente è andata.- mi disse, le labbra dipinte di rosso tirate in un sorriso di circostanza.

-Hai fatto sesso con lui?

-Sì, finalmente!

-Non ci provavi nemmeno da tanto, con lui. Vi conoscete appena.

-E allora?- rispose soffiandomi in faccia il fumo acre della sigaretta.

-Lui è quello che mi ha detto che assomiglio al mostro di Lockenss davanti a tutti, l'anno scorso. E ogni volta che mi vede per i corridoi della scuola ride di me...

Ricordo di averle fatto presente come mi trattava quel ragazzo nella speranza che si pentisse di aver fatto sesso con la persona che trattava male la sua amica.

-Ma infatti mica lo sa che siamo amiche.- mi rispose.

Già, non lo sapeva. E non l'avrebbe mai saputo perché, in realtà, amiche non lo saremmo più state.

Un mese dopo scoprii che quella non fu la sua prima vera volta: la verginità l'aveva persa ad una festa organizzata a casaccio con un ragazzo di diciannove anni che conobbe quella sera stessa. Lei ne aveva appena dodici.

Una Lolita...

Nel pomeriggio Jacopo fa il suo ingresso con un vassoio stracolmo di cibo precotto.

-Mangia. A Bossi non piacciono gli stuzzichini, vuole qualcosa da toccare. E tu- commenta puntandomi addosso un dito, -sei uno stuzzichino. Mangia e metti su un po' di carne.

-Non ho fame.
-Non me ne frega un cazzo se non hai fame. Hai tutto il pomeriggio per finire questa roba.

Lo guardo appoggiare il vassoio ai piedi del mio letto e dirigersi verso la porta, per poi fermarsi sull'uscio.

-Senti... Tu conosci Tessa?

-Sì. Hai paura che possa dire a qualcuno che mi tenete chiusa qui?- gli domando con aria di sfida, anche se so che mi porta talmente tanto rancore per ciò che successe successivamente al liceo che non mi aiuterebbe mai. Nemmeno in una questione di vita o di morte come questa, ammesso e non concesso che lei si sia resa conto della situazione.

-No, non ho paura di quello. È che è una tipa interessante. Dici che se me la sto scopando io, lei si fa avvicinare anche da qualcun altro?

-Mi stai chiedendo se prende più cazzi contemporaneamente?

-Mh.

-Non lo so. E poi è allucinante che tu parli con me di Tessa. Cazzo, siete le due persone che odio di più al mondo.

-Va bene.- dà una scrollata di spalle e poi mi informa che stasera hanno intenzione di rimanere in casa a divertirsi.

Il concetto che cerca di esprimermi in mille parole è che devo stare attenta che nessuno mi stupri, in buona sostanza, perché io valgo.

"Come la pubblicità dell'Oreal" penso, "Perché tu vali."

Tre ore dopo sto escogitando il mio piano di fuga. Jacopo si è dimenticato (o forse le ha lasciate intenzionalmente per comodità) le chiavi nella serratura, dopo avermi chiusa dentro.

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