Jacopo's POV
-Ti fai scopare dai miei amici e pretendi che io non dica niente?!
Ormai è mezz'ora che vado avanti così, a ripetere le stesse cose. Non riesco a farmene una ragione, e questo gioca a vantaggio di Tessa.
Non me ne fotte un cazzo se al piano di sopra di questo dannato appartamento i suoi genitori possono sentire ogni parola: continuerò ad urlare finché è necessario.
Cazzo.
-Non sono di tua proprietà.- frigna, incrociandosi le braccia al petto.
-Non è questione di proprietà, è questione di rispetto!
-Rispetto! Non si tratta di rispetto. Io faccio quello che voglio.
-Quindi vuoi scoparti tutti? Fammi capire!
-Mi scopo chi cazzo voglio. Non tutti, né nessuno.
-Sai che ti dico, Tessa? Vaffanculo!
Vaffanculo, vaffanculo, vaffanculo. Non esiste! Non può fare quello che le pare. Lei è mia, e in quanto tale posso averla soltanto io. Ma non posso dirglielo, o mi prenderà per pazzo.
Davide è proprio un figlio di puttana, un pervertito del cazzo. Si prende sempre ciò che vuole, fregandosene delle conseguenze. Tessa invece è una grandissima puttana.
-Vaffanculo, che troia.- sibilo.
-Tu sei solo un ipocrita, Jacopo! Quante altre te ne sei scopate, eh, tra una sveltina e l'altra con me?!- grida anche lei, le guance bagnate dalle lacrime.
È la prima volta che la vedo piangere. E questa cosa mi piace. Deve pagare per quello che mi ha fatto, per avermi tradito.
-Cinque, dieci? Ha forse importanza per te? Piccola, godere godevi lo stesso.- sputo.
Non mi importa che sia vero o no. Mi importa solo vederla piangere.
Lei si blocca sui suoi passi. Il viso per la prima volta è pulito dal trucco: ora che l'ho colta in casa a sorpresa, non pronta per uscire, è persino più bella; a stento riconoscibile dentro quella tuta grigia, i capelli raccolti in una crocchia disordinata, lo sguardo stanco. Sembra quasi più piccola, una ragazzina, non la donna adulta che mi pregava di fotterla con maggior irruenza.
-Vai.. Vai via, ti prego, vai via. Vattene, ho detto!- urla, spingendomi lontano da sè. Il suo corpo occupa metà dello spazio rispetto al mio, ma grazie all'impulsività della sua azione riesce comunque a spostarlo facendomi il fianco contro l'angolo del mobile.
Porca troia.
Stringo i denti per non lasciar trapelare il dolore e mantengo la mia posizione: dopotutto, mi son sempre piaciute le ragazze violente e lei non è da meno.
Si porta una mano alla bocca, quasi a voler mascherare un sussulto.
-Non voglio avere più niente a che fare con te, e con i tuoi amici, intesi? Esci dalla mia vita, Jacopo, vattene. È durata abbastanza.
Resto un attimo in silenzio, interdetto.
Non mi piace essere rifiutato, non mi è mai piaciuto. Ma essere rifiutato da lei ha un sapore ancora peggiore. Non sono nato per perdere, io.-Cosa, cosa è durato abbastanza?!A malapena ti conosco, Tessa! Non sapevo nemmeno che avessi un fottutissimo cane!- mormoro frustrato, indicando quella cosa pelosa che sta bevendo da una ciotola di fianco a noi.
È da mezz'ora che alterna lappate a sbrodolamenti sul pavimento, il che risulta essere anche abbastanza ripugnante. Però, cazzo, volevo saperlo prima che ha un cane che sbava.
-Cosa vuoi sapere su di me? Mi hai già portata a letto, quindi cosa cazzo te ne frega di me ora se hai già ottenuto tutto?! Rende la caccia più interessante? Dovevi informarti prima di scoparmi!
Forse è impazzita. O forse è sempre stata pazza. Mi guarda furibonda con questi occhi spalancati e i capelli disordinati, dentro vestiti grossi e stropicciati. Sembra proprio pazza: potrebbe esserlo. Ma sarebbe una pazza carina, una di quelle di cui vuoi prenderti cura.
In fondo in fondo so di volere qualcosa di più da lei che una semplice scopata, e forse è il caso che lo capisca anche lei. Che capisca che è mia.
-Ma ti accorgi di quello che stai dicendo? È l'una di notte ed io ho guidato fino a qui lasciando i miei amici, solo per te! Pensi lo farei se non me ne fottesse un cazzo di te? Se avessi voluto soltanto sesso da te? Lo pensi?
Non è così difficile dire qualcosa di simile se lo pensi veramente. La cosa difficile è essere corrisposti nel sentimento. Io mi innamoro in fretta e facilmente, e altrettanto in fretta e facilmente mi disinnamoro. Le relazioni umane sono così: sono fragili, superflue. E allora tanto vale cercare di creare più legami possibile, che se ne crolla uno reggono tutti gli altri, piuttosto che sprecare tempo e energie su un singolo legame che si può spezzare in un nanosecondo.
Questa filosofia di vita me l'ha insegnata mia sorella prima di partire: è stato il nostro ultimo discorso impegnato, è stata la sua ultima attenzione nei confronti del suo fratellino prima di andare a farsi una bella vita e lasciarlo qui a Milano nella merda. Però aveva ragione. Aveva una santissima ragione.
-Penso soltanto che tu voglia marchiare il tuo territorio venendo qui, Jacopo. Ma, indovina cosa, io non sono tua. Quindi sparisci.
-Sì che sei mia, e vorrei che tu lo fossi.
-Vattene. Non lo ripeterò un'altra volta. Vai via.
-Tessa...
-Vattene!
Ora mi chiede di andarmene, ma poi se ne pentirà. Le mancherò, lo so. Penserà di avere esagerato e mi chiederà scusa sia per avermi trattato così sia per essere andata a letto con Davide. Ora non mi resta che farla rendere conto di ciò.
-Vattene affanculo fuori da qui.- ordina di nuovo con le braccia incrociate e lo sguardo duro.
So che appena me ne andrò, lei cederà. La conosco, seppur poco, ma ora vuole fare la guerriera.
-Stai attenta, piccola.- sibilo, chiudendomi alle spalle la porta dell'appartamento.
È giusto che sappia che non la aspetterò per sempre.
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Bambi
RomanceBambi per me era come un bicchiere di cristallo: così bello, eppure così fragile... E in quel momento mi parve di percepire, (non nel cuore, no, più giù, nello stomaco) il frantumarsi di quel bicchiere in mille pezzi. Lentamente, ma inesorabilmente...