Semplicemente le lacrime scendono dai miei occhi senza che riesca a fermarle, con un pianto silenzioso. Non mi muovo, nella speranza che Bambi non se ne accorga, ma una goccia di acqua salata scalfisce le sue labbra, mischiandosi alle sue lacrime. Sono solo 'stanco, e un po' triste', come ha detto lei. Stanco della mia vita di merda, di dover gestire un bambino a ventidue anni, di non aver potuto studiare a scuola insieme agli altri ragazzi, di aver perso la mia famiglia e di essere cresciuto in un orfanotrofio, di non essere in grado di avere relazioni stabili di amicizia, e di non riuscire, semplicemente, a farmi voler bene. Nessuno mi ama a parte Elijah, e sarebbe meglio che lui non stesse con me. Sono solo stanco, e un po' triste.
Le sue dita ghiacciate sulla mia mascella mi riportano alla realtà e riapro gli occhi: i suoi, all'altezza delle mie labbra, le fissano, mentre i suoi pollici sfregano l'accenno di barba cresciuto in giornata sul mio mento. Vuole baciarmi. Perché mai dovrebbe volerlo, dopo che l'ho trattata così, e dopo avermi visto piangere? Anzi, sto ancora piangendo. E anche lei, non mi sfuggono le lacrime che rotolano sulle sue guance, quella destra arrossata per il mio schiaffo. Come può volermi dopo tutto questo? Mi mordo il labbro inferiore che mi formicola per bloccare l'impulso di baciarla. Non devo farlo, o sarà la mia fine. Un bacio, un semplice bacio per me significa molto più di una banale scopata e baciarla in questo momento significa ammettere che provo qualcosa per lei. E se anche fosse, tra poco sarà nelle mani di Bossi e non potrà essere più mia. E poi c'è già Jev. E poi io potrei solo aggiungere distruzione nella sua vita. E poi lei non mi ama. In realtà non so perché sto pensando a questo, ovviamente non provo assolutamente nulla per lei quindi come mai mi sto facendo questi problemi? A malapena la conosco, e lei di sicuro non conosce me. O meglio, conosce solo parte della mia parte cattiva. La mia mente sta vagando a cento all'ora trovando tutti i motivi validi per non baciarla e sono così distratto che non mi accorgo che ha preso lei l'iniziativa: le sue labbra sono appoggiate alle mie, morbide. È così bello, forse troppo. Apro appena la bocca per poi richiuderla e lei mi segue, stringendo forte i palmi delle mani sulla mia mascella. Era da più di un anno che non baciavo una ragazza... Da quando ho trovato il coraggio di cacciare da qui Meredith. Ricordo bene l'ultimo bacio tra me e Meredith, alias l'ultimo mio bacio in generale. Io ero così arrabbiato, ferito, furioso... Lei così sicura di sé, fiera dei suoi successi, così arrogante. E mentre urlavo, mentre furibondo la rimproveravo per ciò che mi aveva fatto, lei trovava la mia rabbia eccitante. E invece di aver paura di me, invece di provare compassione o penitenza, mi baciò. E poi si fece scopare in vari modi. Ricordo quel sesso: ero così frustrato, che mi sfogai così invece che nei soliti modi. E forse fu meglio, perlomeno salutare. Era un sesso nero, pieno di collera, senza controllo. Non me ne fregava un cazzo di lei, era un oggetto. E anch'io lo ero per lei. Non posso permettere che riaccada tutto con Bambi... Non posso soffrire ancora così tanto. Non posso affezionarmi di nuovo a una persona che poi mi pugnalerà alle spalle.Mi sta anche diventando duro solo per un bacio senza lingua, cosa mi prende? Mi allontano da lei di scatto e vedo la confusione nei suoi occhi, ma non mi interessa. Per il bene di entrambi, deve starmi lontana.
-Scusa, io non bacio le bambine.
La guardo andare via sconvolta e ferita, incespicando sulle sue stesse gambe. L'ultima volta che ho visto Meredith, è uscita dalla stanza a passo sicuro, sopra dei tacchi vertiginosi, con i capelli in uno chignon e il trucco perfetto, nonostante cosa fosse appena successo.
Forse non sono la stessa persona.Jacopo's POV
Aspiro il fumo della sigaretta per poi buttarlo fuori dal naso. Fa freddo qui fuori, sul retro della villa dove nessuno verrà. A neanche venti mentri da qui parte il bosco, buio. Mi rigiro il cellulare tra le mani, mentre il display si illumina: riesco a leggere l'orario, 3.17, prima che mi arrivi un messaggio da parte di Jev.
"Quattromila euro in contanti, in Svizzera. Stiamo andando a prenderli con Gulli. Siamo vivi e vegeti, per domani mattina dovremmo tornare. Voi? La ragazzina?"
"In Svizzera? State attenti." digito e invio. Poi apro un altro messaggio: "Noi tutto bene, forse troppo alcol in circolo. Lei, ha provato a scappare. Se ne sta occupando Daniel."
Risponde subito dopo, due parole: "Tienili d'occhio."
È così fissato con lei...
Il telefono vibra ancora, ma questa volta è un numero sconosciuto.
"Sono nello stesso locale dell'ultima volta. Se mi vieni a prendere... so come ringraziarti."
Ah, Tessa. Forse dovrebbe tenere un po più chiuse le gambe.
Prima di raggiungerla ho bisogno di accertarmi che la ragazzina sia in forma, e Daniel non è raccomandabile da lucido, figuriamoci nello stato in cui è ora.
Lo trovo comodamente appoggiato al davanzale della sua stanza, sta ancora fumando e l'odore dolce della Marijuana mi calma immediatamente.
-Den, amico.- richiedo la sua attenzione ma lui non si muove, per cui chiudo la porta e lo raggiungo.
-Cosa c'è?- sussurra dopo secondi di silenzio, gli occhi chiusi, il viso rivolto alla luna. La sua voce esce roca, impastata dal fumo.
-Dov'è?
-Dove è giusto che stia.- replica. Poi prende un respiro. -Ho paura di lei.
-Cosa?- mormoro confuso.
-Io. Ho paura. Di lei.
-Sei strafatto, amico.
-Eh? Sì. Sì, lo so. È che non è stata proprio giornata. E poi questa roba che ho sul fianco mi fa proprio male. E lei mi ha fatto incazzare, l'ho quasi ammazzata ed Elijah probabilmente mi ha visto ed è mio figlio, dovrei proteggerlo dalla violenza e da tutta questa merda.
-L'hai quasi ammazzata?!- strillo. Riesco a soffermarmi solo su questa parte del suo monologo.
-Sì. Cioè, no, è viva e vegeta. Che palle, mi viene da vomitare.
-Senti Den, io devo uscire. È il caso che tu ti metta a letto.
-No. Sto male.
-Appunto.
-Lasciami stare.
-Vai a letto, Den.
-Voglio parlare... Voglio parlare con lei. Portamela qui, Japoco. Jacopo. Come cazzo ti chiami?
Cerco di non innervosirmi per non spaccargli la faccia ed esco dalla stanza, malgrado i suoi frigni.
Tessa mi aspetta.
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Bambi
RomanceBambi per me era come un bicchiere di cristallo: così bello, eppure così fragile... E in quel momento mi parve di percepire, (non nel cuore, no, più giù, nello stomaco) il frantumarsi di quel bicchiere in mille pezzi. Lentamente, ma inesorabilmente...