Capitolo 5

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Il suono del campanello mi fa spaventare e mi sveglia di soprassalto.

Sono sul divano, devo essermi addormentata mentre guardavo la televisione.
Ero così stanca che sono crollata alle nove.

Guardo l'ora dal cellulare e sono le undici e mezza.

Immagino che a suonare sia stato il corriere di Amazon, il pacco che avevo ordinato doveva giusto arrivare oggi.

È tarda sera, ma, come si dice, meglio tardi che mai.

Ancora mezza rintontita, apro la porta senza guardare dallo spioncino.

Paulo è qui.

No, devo stare ancora sognando.

Sbatto gli occhi e cerco di mettere bene a fuoco, ma la visione davanti a me non è cambiata.

Paulo.

"Che ci fai tu qui?" Mormoro, scioccata.
Devo aver parlato talmente piano che non sono sicura mi abbia sentito.

"Come sai dove abito?" Ci riprovo, stavolta alzando il tono di voce.

"Ho chiamato Alvaro."
È la sua spiegazione.

Sospiro.

"Posso entrare?" Mi chiede, ancora non ci siamo mossi dalla soglia dell'ingresso.

"È... È meglio di no."

"Devo parlarti."

Ancora?
Lui deve sempre parlarmi.
Ma questo non è né il luogo né il momento adatto.

"Paulo, sono le undici e mezza di sera, sono stanca e..."

"Resto solo un minuto." Mi promette, così mi arrendo, facendomi da parte per lasciarlo entrare.

Richiudo la porta alle mie spalle e rimango lì, a debita distanza.

Lui si gratta la testa, in un chiaro segno di nervosismo, e mi accorgo solo in quel momento che è bagnato fradicio.
Probabilmente non ha ancora smesso di piovere.

La mia educazione mi spingerebbe ad offrirgli un asciugamano o qualcosa di caldo, ma mi impongo di non farlo: quando lui mi ha mollata lì, come una cretina, in quella piazza, non c'era nessuno per me.

Incrocio le braccia al petto e aspetto che dica qualcosa, perché io sono infastidita dalla sua presenza e ancora arrabbiata, quindi finirei solo per urlargli contro.

"Mi dispiace per oggi pomeriggio, Isabella, ma ho avuto un contrattempo e..." Inizia, ma lo interrompo subito.

"Non importa." Gli assicuro. "Non più ormai."
Il mio tono è freddo e distaccato.

"Lasciami finire!" Sbotta e lo fulmino con lo sguardo.

Si deve dare una cazzo di calmata, sto ragazzo.

"Ti avrei voluta avvertire, mandarti un messaggio o che ne so, ma non avendo il tuo numero di telefono..."

"Ah, quindi adesso è colpa mia?"

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora