Accavallo le gambe, nervosa, voltandomi indietro, nella speranza di vedere Alice fare il suo ingresso trionfante.
Invece, ancora niente.
La navata, adornata accuratamente con profumate ortensie e rose bianche, è tanto suggestiva quanto vuota, senza la presenza della sposa.
Si può sapere quanto ci sta impiegando?
Prego che non abbia avuto ripensamenti e non molli Alvaro lì, sull'altare, come un povero pinguino abbandonato.
"Calma, Bella. Non sei tu quella che sta per compiere uno dei più importanti passi della sua vita." Mi ricorda Alex, sfiorandomi la coscia per lisciare la brutta piega che aveva preso il mio vestito.
È seduto accanto a me e, come al solito, è bellissimo nel suo semplice smoking nero e bianco.
"La cerimonia doveva iniziare un quarto d'ora fa." Dico, passandomi una mano fra i capelli, che, appena uscita dal parrucchiere, ricadevano in morbide onde sulle mie spalle.
Adesso non ho idea dello stato in cui si trovino."Alice vorrà essere perfetta, lascia che si prenda il suo tempo." Il brasiliano mi rassicura pacatamente e io annuisco, rilassandomi.
"Sei meglio di un calmante." Affermo, facendolo ridere.
"Sei tu che ti preoccupi per qualunque sciocchezza. Devi rilassarti."
"Facile dirlo per te. La mia migliore amica sta per sposarsi e pare che non voglia presentarsi in chiesa!" Sussurro a bassa voce e il mio accompagnatore alza gli occhi al cielo.
"Arriverà, smettila di essere sempre così pessimista."
Sospiro.
So che ha ragione: tendo a angosciarmi per tutto.Mi accoccolo sulla sua spalla, respirando il suo dolce profumo.
"Tra tutte, sei la più bella." Sussurra al mio orecchio, attorcigliandosi un mio ricciolo tra le dita.
Arrossisco e abbasso gli occhi al pavimento, imbarazzata.
È un vizio che non riuscirò mai a perdere.Lui ridacchia, prima di lasciarmi un leggero bacio sulla fronte.
"È evidente che tu abbia bisogno di un paio di occhiali." Commento, forse troppo ad alta voce, perché l'anziana signora alla mia sinistra mi lancia un'occhiataccia.
Alex scoppia a ridere, assai divertito dalla mia pessima figura, ma finisce per disturbare più di quanto abbia fatto io.
"Zitto!" Lo rimprovero scherzosamente, con tanto di gomitata nello stomaco.
Sta per ribattere, ma viene interrotto dall'organo della chiesa che, finalmente, intona le soavi note della marcia nuziale.
Tutti gli invitati si alzano in piedi e si voltano all'unisono, come se facessero parte di una coreografia, verso l'ingresso.
Alice, a braccetto con suo padre, si fa strada nella navata, in tutto il suo splendore.
L'abito è ancora più bello di quanto ricordassi e la scollatura a cuore le sta divinamente.
Lo strascico con i suoi dettagli di pizzo, le perline e i drappeggi, è sollevato da due piccole damigelle, che, nei loro vestitini bianchi, sembrano provenire da un'altra epoca.Sposto la mia attenzione verso Alvaro, sull'altare, e il puro amore è lì: è l'espressione del suo viso, gli occhi lucidi, il sorriso sincero e il respiro irregolare.
La guarda in un modo, come se non volesse altro che lei, come se non esistesse nulla di più importante al mondo.
È una cosa che ho sempre amato fare: quando tutti ammirano la sposa, incantati, io preferisco contemplare chi la sta aspettando, poco più in là, con le mani tremanti e il cuore in gola.
"Già ti commuovi?" La voce di Alex è un mormorio, poco più che udibile.
Cattura una lacrima che mi è scappata a tradimento e io sorrido, senza pensarci."Amo i matrimoni." Gli confesso, mentre Alice prende la mano del suo sposo e si posiziona al suo fianco.
"Non lo avevo notato." Scherza, guadagnandosi da parte mia uno sguardo omicida.
Non deve più fiatare, perché la cerimonia è ufficialmente iniziata e io non ho intenzione di perdermene nemmeno una sillaba.
Alle parole, di consuetudine, dell'anziano parroco, segue lo scambio delle promesse e, infine, il momento del fatidico "sì", pronunciato con sicurezza, davanti a tutti, davanti a Dio.
Amare è una prova di coraggio.
Matrimonio è senso di appartenenza.[...]
"Oddio, scusami."
Persa nei miei pensieri, sono finita addosso a qualcuno e, per poco, non gli rovesciavo addosso tutti gli antipasti appena presi al buffet.Quasi mi viene da ridere per quanto io sia imbranata: se non combino un disastro al giorno non sono contenta.
"Nessun problema."
Quella voce.
Quel modo di parlare.Paulo.
L'accenno di sorriso che era comparso sul mio volto, svanisce immediatamente, lasciando posto ad un'espressione neutra e sostenuta.
Mi ero sentita così sollevata, non avendolo scorto durante la cerimonia, ma ecco che la sensazione di sollievo viene subito soppiantata dalla delusione.
Alzo gli occhi per posarli nei suoi, che mi fissano con insistenza.
Per un secondo, uno soltanto, non so più cosa significhi avere la terra sotto i piedi.Mi concedo un istante per ammirarlo da capo a piedi.
Nella sua tenuta galante, non indossa la cravatta e, la camicia sbottonata, lascia spazio all'immaginazione.
Le scarpe nere, italiane, sono perfettamente lucide e probabilmente costano quanto il mio intero guardaroba.
Sarebbe stato divertente vedere la sua faccia, se il mio soufflé di spinaci vi fosse accidentalmente caduto sopra.Socchiude la bocca per dire qualcosa, ma, prima che possa farlo, le mie gambe si allontanano meccanicamente da lui.
Immagino che si tratti del cosiddetto istinto di conservazione.Veloce e indolore.
Sospiro profondamente, prendendo posto accanto ad Alex, al tavolo che ci è stato assegnato.
Faccio finta di nulla, mi fingo rilassata, anche se, lo ammetto, mi costa un certo sforzo.
In fondo è giusto così.
Ogni tanto devi imparare a voltare le spalle, con eleganza, con la stessa eleganza di chi, con poca intelligenza, ti ha ferito.NOTE AUTRICE
Ciao a tutte, come state?
Finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo, lo avevo immaginato diverso, ma spero comunque che il risultato sia scorrevole e non penoso.
Dal prossimo, la storia prenderà una piega un po' diversa (😼) , ma non vi spoilero nulla.
Per ora, vi auguro buona serata e ci aggiorniamo presto!
Un abbraccio
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Fidati ancora di me - Paulo Dybala
Fanfiction[SOSPESA] "In cerca di tranquillità, ho conosciuto la follia. Me ne sono innamorata."