Capitolo 28

3.5K 128 37
                                    

Pazienza.
È una strana parola.
Puoi dirla quando aspetti o quando scegli di non aspettare più.

Il liquido trasparente nel bicchiere di Mattia ondeggia ad ogni sorso e quasi posso vedere la sua mente annebbiarsi secondo dopo secondo.

Appoggio la mia bottiglietta d'acqua sul bancone, invitandolo a fare lo stesso con il suo cocktail: per stasera ha già bevuto abbastanza e non voglio che si senta male.

Scendo dallo sgabello, mischiandomi in quella folla di corpi sudati. La musica incalzante, le luci ad intermittenza ed io che faccio ondeggiare il bacino a tempo, scuotendo la testa e i capelli scuri.
Per una sera, voglio godermi i miei diciannove anni.

Ballo spensieratamente per dieci minuti, da sola, perché a Mattia, come si dice in gergo, sta salendo la botta ed è troppo occupato a mantenersi in equilibrio per coordinarsi a ritmo di musica.

Quando sento le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi, capisco che si è, almeno in parte, ripreso.
Mi attira a sé, facendo aderire la mia schiena al suo petto e dando inizio ad una danza sensuale e decisamente non da me.

Il suo fiato caldo preme sul mio collo, così appoggio la testa sulla sua spalla e chiudo gli occhi, lasciandomi inebriare dal suo profumo e dal suo essermi sempre più vicino.

Qualcosa struscia sul mio sedere e, quando mi rendo conto di cosa si tratta, sento le guance andare a fuoco.
Il cavallo dei suoi pantaloni continua a spingere contro di me ed io esito, indecisa sul da farsi. In una situazione normale mi sarei allontanata, ma, ora come ora, flirtare per qualche ora con un bel ragazzo come Mattia mi sembra un ottimo modo per dimenticare tutti i problemi, per dimenticare Paulo.

Certo, non mi spingerò troppo oltre, non supererò determinati limiti, ma per una volta, una soltanto, voglio spegnere completamente il cervello.

Mi volto verso il mio amico, ha un sorriso un po' ubriaco e occhi solo per me.
Esattamente tutto quello che vorrei da Paulo: soltanto che mi guardi così, come si guarda un fiocco di neve la prima nevicata dell'anno, un po' come lo guardo io, in fondo.

Un sospiro abbandona le mie labbra, le nostre fronti, imperlate di sudore, si scontrano, le mie dita giocano con i suoi capelli castani, troppo lunghi e che non vuole tagliare.

Restiamo in questa posizione per tre o quattro canzoni, forse di più. Sembra che da queste parti i minuti se la prendano comoda.

Poi, senza preavviso, con dolcezza le sue labbra si appoggiano sulle mie e non sanno di mandorle, come quelle di... un'altra persona, ma ricambio quel bacio lo stesso, felice della distrazione che questa serata mi sta offrendo.

Domani mi sentirò una stronza, lo so, e non vorrò più guardami allo specchio, so anche questo, ma adesso non riesco ad allontanarmi dal suo tocco, dalla stretta delle sue mani sul mio sedere, mentre le mie vagano sulla sua camicia.

"Vieni, piccola." Sussurra al mio orecchio, ricoprendomi di brividi e incamminandosi in silenzio verso il bagno, con me stretta al suo fianco.

Piccola.
Questo appellativo risveglia in me dolorosi ricordi di persone che avrei preferito la memoria avesse cancellato.

Faccio per fermarmi nei miei passi, ma la bocca di Mattia si rincolla alla mia, impedendomi di parlare e svuotandomi nuovamente la mente.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 18, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora