Capitolo 10

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E' di notte che si percepisce meglio il frastuono del cuore, il ticchettio dell'ansia, il brusio dell'impossibile e il silenzio del mondo.

Luci bianche, arancioni, i fanali delle auto, le insegne a neon.
La città cambia aspetto di notte, ha un gusto speciale.
È come una tasca rivoltata, la notte nelle città.

E non si può che ammirarla, anche se attraverso il vetro di un finestrino, con il riscaldamento acceso e l'autoradio a tenerti compagnia.

La mano di Paulo appoggiata sulla mia coscia, la sua voce libera mentre canta, spensierato, e io mi lascio trasportare da quel suono incredibilmente dolce che le mie orecchie non si stancheranno mai di ascoltare.

Non so che sentimento sia, davvero, ma so che vorrei che il tragitto non finisse più, che questa notte non passasse mai.

"Su cosa stai rimuginando?"
Il suo sguardo si posa su di me, indagatore, distraendosi per un istante dalla strada.

Ridacchio.
Non sto rimuginando su nulla, non mi sono pentita assolutamente di nulla: quel bacio è stato... nostro e, quindi, perfetto.
E io sto solo cercando di capire che effetto mi fai, Paulo.

"La tua musica latina non mi piace per niente." Dico invece, trattenendo per me i miei veri pensieri.
Non sono ancora pronta per espormi così tanto.

Alza gli occhi al cielo, senza riuscire però a trattenere un sorriso.
"È solo perché non capisci le parole."

"Non è vero, conosco un sacco di parole in spagnolo." Mento, con aria di sfida.
Giusto per fare la stupida, giusto per giocare con lui.

"Ah sì? Per esempio?"

"Buenas noches..." Inizio, col tono di chi ha un lungo elenco davanti a sè.

"Poi?" Chiede lui, intuendo che la mia lista si è già tristemente conclusa.

"Poi... Beh, so dire 'te quiero'..." Ammicco, facendolo ridere.
"E anche molte altre cose, ma non voglio annoiarti..."

"Mh, eres una chica mentirosa."

"Già, mentirosa..." Ripeto annuendo, senza avere la più pallida idea di cosa significhi.

"Vuol dire bugiarda, Bella."

Ah.

Ci guardiamo un attimo prima che le nostre risate si uniscano in un'unica melodia, che sa di felicità.

"Facciamo un patto, volpe. Tu insegni a me a parlare in italiano e io insegnerò a te un po' di spagnolo."

"Paulo, tu l'italiano lo parli già benissimo."

"Sì, effettivamente..." Si vanta.

"Effettivamente..." Lo imito, accentuando il suo accento in modo esagerato per prenderlo in giro.

In tutta risposta ottengo un bel pizzicotto sul fianco.

"Eccoci arrivati."
Un giro di chiave e il motore è spento.

Un giardino curato e ben tenuto si staglia davanti a me, nettamente diverso dal marciapiede di cemento che fronteggia il mio appartamento.

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora