Capitolo 19

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Fa caldo, caldissimo.
Non è bastato scalciare via, con le gambe, il lenzuolo bianco: il corpo di Paulo, appiccicato al mio, emana calore come un termosifone e io sto letteralmente sudando.
Il suo braccio, stretto intorno a me, pesa sul mio fianco sinistro, impedendomi qualsiasi movimento.

L'argentino, a differenza mia, non sembra intenzionato a destarsi dal suo sonno.
Il suo petto si alza e si abbassa, regolarmente, ad ogni respiro, la bocca leggermente aperta e un'espressione di pura innocenza dipinta sul viso rotondo.

Resterei così, a guardarlo dormire, per ore intere, ma mi scappa troppo la pipì e mi sto sciogliendo, davvero, dal caldo.

Sposto con delicatezza il suo braccio, cercando poi di scavalcare, il più piano possibile, la sua figura distesa, senza svegliarlo.

Sto quasi per festeggiare la riuscita della mia impresa, quando la sua mano mi afferra una coscia.

"Dove scappi?" Farfuglia, con la voce impastata dal sonno, tenendo ancora gli occhi chiusi.

"Stavo solo andando in bagno, non volevo svegliarti, mi dispiace."

Finalmente mi guarda e, con un ampio sorriso dipinto sulle labbra, mi tira verso di sé, facendomi risedere sul letto.

"Buongiorno." Mormora, stampandomi un leggero bacio a fior di labbra e io quasi mi sciolgo per quel gesto dolce.

"La mattina sei sempre così di buon umore?" Scherzo, facendolo ridacchiare.

"Solo quando ci sei tu." Risponde, puntando il dito sul mio naso.
Cerco di morderglielo, come una bambina, e lui ride, quando riesco a prenderlo tra i denti.

"Torna qui." Esige, battendo la mano sul materasso al suo fianco, dopo che mi sono alzata.
Causa: necessità primarie.

Scuoto la testa, divertita.
"Paulo, mi sto facendo la pipì addosso." Ammetto in tutta sincerità, scatenando la sua ilarità.

È legale che sia così bello?

Con un sospiro, mi dirigo verso il bagno, prima che ceda alla tentazione di baciarlo un'altra volta e non lasciarlo andare più.

Se solo svegliarsi così potesse diventare un'abitudine...
Meglio non pensarci.

Decido di aggiungere alla mia tappa anche una doverosa e rapida doccia.

Quando riemergo dalla nuvola di vapore che ho volutamente creato, Paulo sembra essersi finalmente alzato dal letto, così indosso un paio di pantaloni grigi della tuta e lo raggiungo in cucina.

"Hai deciso di mettermi in disordine la dispensa come solo tu sai fare?" Domando, con un sopracciglio alzato.

Sembra letteralmente che sia passato un tornado a devastare le mie immacolate mensole.
Odio la confusione. E la polvere. Sul serio.
Sono ossessivo-compulsiva su questa cosa.

Che diavolo stava cercando?

"Poi mi spiegherai come è possibile che in casa tua ci siano solo cereali e barrette dietetiche." Borbotta, a bocca piena, versandomi del caffellatte in una tazza.

Ruoto gli occhi al cielo, appuntandomi nella mente di risistemare tutto il prima possibile.

"Se non ti vanno bene, non mangiarle." Dico, pratica.

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora