Le coreografie, i cori, gli striscioni.
La gente che urla, fischia, inveisce, invoca, applaude.
Sventolano le bandiere, suonano le trombe, i razzi, i tamburi, piovono le stelle filanti e i coriandoli: la città scompare, la routine si dimentica, esiste solo il tempio.
In questo spazio sacro, l'unica religione che non ha atei esibisce le sue divinità.Non ha importanza quando si è nati, dove e come, l'unica cosa che conta è essere lì, per tifare la propria squadra, per viverla.
Non ero mai stata allo stadio in vita mia e ne sono rimasta impressionata.
Accanto a me, in tribuna vip, alcune delle mogli e fidanzate dei giocatori, esibiscono le loro maglie a strisce e, conversano fra loro, quasi dimenticandosi della vera ragione per cui si trovano qui: guardare la partita.
Mi chiedo cosa siano venute a fare, insomma, per fare salotto non è più comodo il divano?
Credo che se dovesse ricapitare l'occasione, preferirei stare in tribuna o, comunque, in curva come la gente comune.
Tornando al presente, manca un quarto d'ora allo scadere del tempo e le due squadre sono ancora pari sull'uno a uno.
Mi sale il cuore in gola quando Alex Sandro scatta in ripartenza sulla fascia, iniziando quella che potrebbe essere l'ultima azione decisiva della partita.
Tutto il pubblico si alza in piedi e trattiene il respiro per un attimo.
Nulla è paragonabile ad una pausa di silenzio di quarantamila tifosi in un colpo solo.
Poi Mandzukic, tra le linee, si coordina e... gol!
La decide lui!
I tifosi juventini esplodono in urla di gioia e sollievo e potrei giurare di aver sentito il pavimento tremare sotto ai miei piedi.
Al triplice fischio dell'arbitro, scende l'ombra sullo stadio, che si svuota.
La gente torna a casa, liberando quell'immenso luogo, in cui, ora, aleggia solo uno strano senso di malinconia.Il mio cellulare squilla, segnalando un nuovo messaggio di Alex, che ha lasciato il campo insieme ai compagni qualche minuto fa.
Vieni davanti allo spogliatoio?
Così ti salutoArrivo
Cammino spedita, tentando di non scontrarmi con chi ancora scende dalle gradinate e, soprattutto, cercando di non perdermi.
Devo ammettere che sono un po' agitata all'idea di dover rivedere Paulo.
Cioè, se sono fortunata magari non lo becco, ma la vedo difficile.Mentirei se dicessi che durante il match l'ho guardato nello stesso modo in cui ho guardato gli altri.
I suoi movimenti, l'espressione tesa e, nello stesso modo, concentrata sul suo viso, l'esultanza dopo il gol del vantaggio.
Sospiro.
Non sono ancora riuscita a metabolizzare quello che è successo tra me e lui, nonostante abbia passato nottate intere a pensarci.
Non capisco il perché del suo comportamento nei miei confronti: mi invita ad uscire e poi non si presenta, mi bacia e poi se ne pente, cos'ha di sbagliato?
STAI LEGGENDO
Fidati ancora di me - Paulo Dybala
Fanfiction[SOSPESA] "In cerca di tranquillità, ho conosciuto la follia. Me ne sono innamorata."