Capitolo 11

3K 117 19
                                    

Un tiepido e solitario raggio di sole si posa sul mio viso, eludendo la tapparella e destandomi dal mio pacato sonno, che, senza quell'interruzione, si sarebbe sicuramente protratto per ancora qualche oretta.

Allungo prima una gamba e poi l'altra, per stiracchiarmi come se avessi appena concluso un lungo periodo di letargo.

Mettendo meglio a fuoco la stanza, realizzo di non trovarmi nel mio appartamento, bensì a casa di Paulo, che, tuttavia, deve essersi già alzato.

Decido di raggiungerlo in cucina, dove è intento ad armeggiare con una padella.

"Buongiorno, Cracco."
Lo prendo in giro, anche se non sono sicura che lui possa apprezzare la mia battuta, non conoscendo il famoso cuoco italiano.

"Ti sei svegliata, finalmente." Mormora, senza distrarsi dai fornelli.
E forse è la cosa migliore, visto e considerato che è già abbastanza imbranato così.

"Ti ho preparato il caffè." Dice, spostando l'attenzione su di me e per poco non rovescia tutto.

Beh? Che gli prende?

Seguo la traiettoria del suo sguardo e mi rendo conto di aver dimenticato di rimettermi il reggiseno sotto alla maglia, dopo averlo tolto per dormire.
Merda.

"Se il buongiorno si vede dal mattino..." Si riprende subito, regalandomi uno splendido sorriso e allungandomi la tazza di caffè, salva per miracolo.

"Vado a cambiarmi." Penso ad alta voce, mentre faccio per alzarmi dalla sedia.

"Dai, ti vesti dopo, sennò si raffredda tutto." Inventa la prima cosa che gli viene in mente, giusto per trattenermi.

Sospiro, dandogliela vinta.

Mi porge un piatto contenente dei cosi gialli informi, che lui spaccia per pancake.
Spero almeno che siano buoni...

"Paulo, se non la smetti con quella faccia da pesce lesso..." Lo minaccio, addentando un morso della sua 'specialità' , che mi sono autoconvinta ad assaggiare.

Ho pensato che, magari, in Argentina tutti i dolci hanno questo aspetto poco invitante e poi sono deliziosi, ma... ecco, non è questo il caso.

"Che c'è? Non ti sto guardando in nessun modo!" Si difende con faccia d'angelo.

"Mi metti ansia! Sembra che tu non abbia mai visto un paio di tette in vita tua." Sbotto, facendolo scoppiare a ridere.
Che poi, manco fossi nuda.

"Perché ridi adesso?"

"Perché sei troppo carina, quando ti arrabbi."

Le sue labbra si posano dolcemente sulle mie, in un bacio che sa di caffè e serenità.

Magari, potessi svegliarmi così ogni giorno...

Purtroppo, veniamo interrotti dalla suoneria del suo cellulare.

Mi rivolge uno sguardo di scuse, prima di affrettarsi a rispondere.

Non colgo l'intera conversazione, mentre finisco la mia colazione, ma riesco a sentire bene qualche spezzone.

"Come sei già qui? Avevo capito tornassi la settimana prossima."
Paulo ha un'espressione corrucciata e sembra piuttosto nervoso.
"No, no"
"Vuoi che ti venga a prendere in aereoporto?"
"Mh."
"Okay."
"Va bene, arrivo."
"Sì, mi sbrigo, non ti preoccupare."
"A dopo, ciao."

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora