Capitolo 13

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Un'estranea.
Non solo dal gruppo di amici.
Dal mondo.
Ecco come mi sento.

Non che non mi abbiano accolta come si deve, anzi.
Ho fatto il mio ingresso nel ristorante con Alex e ho salutato tutti con un sorriso, anche se mi è costato molto.
Ho scambiato due chiacchiere con Gonzalo, Claudio e Juan, eppure continuo a sentirmi fuori posto.

Mi sistemo meglio sulla sedia, facendo attenzione a non spiegazzare il mio lungo abito blu notte, che Alex ha giurato starmi divinamente.

Già, il vestito sarà anche mozzafiato, i tacchi vertiginosi, ma, mio malgrado, devo avere la faccia di uno zombie.

Sono esausta, fisicamente e moralmente, e il trucco, purtroppo, non ha potuto fare grossi miracoli sulle mie condizioni.

La serata è già tremenda così e Paulo non è ancora arrivato, quindi, figuriamoci.

Bevo un sorso d'acqua per idratare la mia gola secca, ma con scarsi risultati.

La cosa che più mi infastidisce è che io continui a stare male per una persona come lui, che, da quando l'ho incontrato, ha combinato solo disastri nella mia vita.

Vorrei poter dire che è solo uno stronzo e chiuderla lì, con una risata, invece di rimuginarci sopra ancora e ancora.
Purtroppo, non è nella mia indole essere menefreghista.

Ma eccolo, la personificazione di tutti i miei problemi, farsi avanti nella sala, con Antonella sotto braccio.

Lui indossa una camicia bianca e dei jeans slavati, lei un vestito chiaro, che, con un'azzardata scollatura, risalta la sua carnagione olivastra.

Lo stronzo e la bella addormentata.
Sono perfetti insieme, niente da dire.

Si accomodano, uno vicino all'altro, nei posti che i compagni hanno lasciato liberi.
Le loro mani sono intrecciate e, se non la smetto di stare a guardarli, potrei avere una crisi isterica.

Mi concentro, per il bene della mia salute psichica, sui ricami del tovagliolo davanti a me, ripassandoli con il dito.

Penso che se qualcuno mi vedesse da fuori, gli sembrerei gravemente disturbata.

Forse lo sono.

Dal pestone di Alex, sotto al tavolo, mi rendo conto che probabilmente mi è stata posta una domanda e che è decisamente il caso che io risponda.

"Come?" Chiedo, senza sapere bene a chi rivolgermi.

"Dicevo, che mi hanno detto che studi economia..."
Roberta, la moglie di Claudio, mi sorride cordialmente.

"Sì, sono al secondo anno."

"Quindi hai già in mente cosa fare dopo?" Non ha un tono da ficcanaso, sta solo cercando di includermi nella conversazione.

Beh, apprezzo il gesto.

"Mi piacerebbe diventare marketing manager, ma prima mi occorrono alcuni master." Spiego, leggermente in imbarazzo per avere l'attenzione di tutti addosso.

"Cioè, ti occuperesti dell'immagine e della pubblicità di un'azienda, no?"

Annuisco.
"Esatto, oppure della sponsorizzazione di un brand."

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora