Capitolo 8

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Le nostre Heineken si scontrano, nell'ennesimo brindisi della serata.

La birra non mi fa impazzire, come tutti gli altri alcolici d'altronde, ma oggi non si poteva non festeggiare: dagli esiti, sia io che Mattia abbiamo superato l'esame di economia di martedì scorso.

Io con la minima sufficienza, lui con un bel po' di punti in più di me, ma questo poco conta.
Per come ero messa quel giorno, non potevo aspettarmi risultato migliore.

Adesso, ci troviamo a casa mia a bere e a farci due risate, come da manuale dei ragazzi universitari.

Sono ben cosciente che questo sia solo un piccolo traguardo raggiunto, ma è importante apprezzare anche le piccole gioie della vita.

Non ho idea del perché io sia così filosofica, forse, la mia, è solo una mente un po' brilla.

"Non studierò mai più un cazzo, se questi sono i risultati!" Esclamo, saltando sul divano e rovesciando, accidentalmente, della birra su di esso e su Mattia.

"Grazie, Bella... Guarda cos'hai combinato!" Mi rimprovera lui, scherzosamente, indicandosi la maglietta bagnata.

Sinceramente, mi preoccupa di più la macchia giallastra che aleggia sul cuscino del divano.

"Porca troia, Alice mi uccide." Dico, senza pensare.

Solo dopo qualche minuto di panico, mi rendo conto che non succederà, perché la mia amica non abita più qui.

Inizio a ridere, senza riuscire a smettere.

"Tu stai male." Mattia scuote la testa, prima di cominciare a ridere insieme a me.

Come siamo messi...

"E levatela sta maglia, che te la pulisco."

Gliela sfilo senza pudore, manco fossimo fratelli.
Cavolo, non è proprio da me.

"Ah, si? Me la smacchi? Non riesci neanche a vedere dove cammini!" Mi prende in giro, seguendomi in bagno, mezzo nudo.

"Sto benissimo. È che qui dentro fa caldo." Mi lamento, mentre cerco una saponetta.

"Se vuoi svestirti anche tu, non c'è problema."

"Sei un demente, Mattia."

"Grazie, Bella lavanderina."

Lo schizzo con l'acqua, perché non ne posso più delle sue battutine idiote sul mio nome.

"Ei!" Protesta. "Guarda che poi devi insaponare pure me!"

"Con l'acido ti insapono se non stai zitto." Lo avverto, scatenando la sua ilarità.

Il campanello interrompe, per fortuna, il nostro battibecco e il bucato improvvisato, costringendomi ad andare ad aprire.

"Ma chi cazzo è che ti suona a quest'ora?"
La domanda di Mattia è più che lecita ed è la stessa che mi sto ponendo anch'io.

"Tu stai lì, guardo chi è e poi ti raggiungo." Affermo, lasciandogli la maglietta e saltellando fino a raggiungere la porta.

Con un rapido gesto, la spalanco, ritrovandomi davanti la figura di Paulo, avvolta in una semplice giacca di jeans.

Che diavolo...?
Perché si autoinvita sempre a casa mia?
È davvero la persona più inopportuna e sfacciata che io conosca.

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora