Capitolo 20

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Mi aggiro tra i banchi del Carrefour, spingendo di buona lena uno dei tanti e rumorosi carrelli, le cui ruote, così piccole e allo stesso tempo così infernali, contribuiscono a creare il tipico sottofondo caotico e fastidioso dei supermercati.

Paulo si è autoinvitato da me questa sera e, per quanto fossi tentata di lasciarlo a digiuno per il poco preavviso datomi, mi tocca fare la spesa per riempire il mio frigo, ormai da giorni, tristemente vuoto.
Sì, perché tra una cosa e l'altra non ho passato molto tempo a casa ultimamente: quando non ero all'università, ero in compagnia dell'argentino.

Certo, sono ben consapevole di star facendo del male a me stessa, perché, quando tornerà la sua fidanzata dalla madrepatria, io verrò brutalmente accantonata, messa da parte.
Eppure, in un impeto di audacia, o forse sarebbe più corretto dire masochismo, ho preso la malsana decisione di seguire il mio cuore, il quale mi porta dritta dritta tra le braccia di Paulo.

Non so cosa ci riserverà il futuro, so solo che il presente, con Antonella lontana, è dannatamente bello.

Afferro dallo scaffale una confezione di biscotti al cioccolato e un barattolo di Nutella, giusto in caso Paulo dovesse fermarsi a dormire: non sia mai che la mattina poi mi faccia una sceneggiata come l'ultima volta.

Alzo gli occhi al cielo, ridacchiando tra me e me al ricordo dello scorso lunedì e dei suoi infantili capricci alimentari.

Ecco, vorrei che fossero queste sciocchezze i veri motivi di tutte le nostre discussioni.
Vorrei non avere il costante e opprimente pensiero di star facendo qualcosa di sbagliato quando lo bacio.
Vorrei non far del male ad Antonella, vorrei non essere complice di tutta questa bugia, ma la verità è che se sto lontana da Paulo, sto male io.

Quando stiamo insieme mi dimentico di tutto e mi sento completa.
Soprattutto, mi sento felice e... a casa.

Devo fare ciò che sento, non ciò che è giusto. Perché quando mi guardo allo specchio, il giudizio degli altri non avrà mai il peso del mio.

Raggiungo poi spedita una delle casse, quella che mi illudo sembri avere meno coda.
Una rapida occhiata al carrello, straripante e, come da routine, ho esagerato.
Avrei l'imbarazzo della scelta sul menù di stasera, potrei sbizzarrirmi in raffinate ricette culinarie, copiate da siti come GialloZafferano, e, invece, so già che preparerò il solito piatto di pasta, magari con del pesto fresco.
Semplice, come piace a lui.
E poi porterà il gelato, perché è diventato una specie di rito per noi, con i soliti gusti: i miei preferiti più la mandorla, sua eterna fissazione.

La vibrazione del cellulare mi avverte dell'arrivo di un nuovo messaggio, il cui mittente, guarda caso, sembra essere proprio il fulcro dei miei pensieri.

Sei a casa?

No, perché?
Ti avevo detto non prima delle sette.

Noi abbiamo già finito

Prima che possa digitare una qualunque risposta, mi anticipa con quella che suona come un'inquisizione.

Dove sei?

In giro.

Ah beh, grazie

Sorrido, immaginandomelo con gli occhi attaccati allo schermo del suo IPhone, mentre si tortura con i denti il labbro inferiore.
Fa sempre così quando è infastidito da qualcosa.

Fidati ancora di me - Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora