Riepilogo:
Questo sarebbe dovuto essere
completamente incentrato su Fili e Kili.
E lo è.
Ma, in qualche modo, un po' di Bagginshield
ci si è infilato quando non stavo prestando
attenzione, e beh, empatia
tutta in giro.Note (GreenT):
(Guarda alla fine del capitolo per le note.)Fili e Kili erano fratelli in ogni forma e maniera.
Questo stava ad includere pure gli aspetti di essere fratelli, che certi pensavano non avessero.
Bilba e Primula non avevano mai concepito i due nulla meno che complici, i quali non erano mai in disaccordo, o litiganti, come facevano i fratelli normali.
La verità era che ebbero litigato in passato, Fili geloso dell'attenzione che veniva riservata a Kili essendo il minore, Kili invidioso di come Fili venisse sempre trattato da Principe Coronario e fratello maggiore, ricevendo più libertà.
I bambini avevano i propri giorni positivi e quelli negativi, e si comportavano come bambini nella norma.
Ovviamente, le cose cambiano quando si viene resi improvvisamente orfani, ed obbligati a fuggire dall'unica casa che si sia mai conosciuta.
Il naturale istinto protettivo di Fili, nei confronti di Kili, si sovraccaricò, la stessa cosa accadde alla lealtà che Kili provava per il fratello.
Avevano perso ogni cosa, a parte per il proprio zio e se stessi, ed era loro intenzione tenere ben stretti entrambi.
E quando incontrarono Bilba, ed il suo cibo, e la sua casa, i fratelli realizzarono che il futuro si sarebbe potuto rivelare non tanto doloroso quanto da loro immaginato.
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Una giornata normale, per i due, era un giorno divertente.
Iniziavano col svegliare qualsiasi, rispettivo, fratello fosse ancora addormentato, saltandogli sul letto.
Bilba e Thorin avevano sistemato un secondo letto nell'infermeria, qualche giorno addietro, per fare in modo che i due rimanessero vicini, ma imparando a vivere indipendentemente.
La prima colazione si rivelava sempre essere un allegro evento pieno, fino all'orlo, di dolci pietanze, e sorrisi gioiosi.
Mentre Kili risultava ancora troppo piccolo per rendersene conto, Fili s'accorgeva, ogni volta, degli affettuosi sguardi che loro zio, e Bilba, si riservavano a vicenda, in particolar modo quando l'altro non stava guardando.
Fili rammendava ben poco in quanto al proprio padre, ma, di quello, se ne ricordava.
Ma era anche consapevole che quello rientrava nelle Faccende Da Adulti, il tipo di cose che avrebbero segnato per Quando Sarai Più Grande.
Quindi non lo menzionò.
Poi, Zio Thorin, se ne sarebbe andato, diretto alla forgia, ed avrebbero tutti dato inizio al lungo, ed arduo, processo del dover dire addio, perché una piccola parte di entrambi i fratelli temeva di non poterlo rivedere mai più.
Bilba non glielo impedì mai, e se i bambini s'accorsero del vago sguardo triste che le adornava il viso, mentre Thorin s'incamminava giù per Saccoforino, non sentirono la necessità di doverne parlare.
Ma poi, a Fili e Kili, gli si sarebbe sempre tirato su il morale, grazie ai giochetti e storie in possesso di lei e, a sua volta, anche l'umore di Bilba sarebbe migliorato.
Si sarebbero messi a disegnare, e a giocare a nascondino in casa, e ad acchiaparello, ed alla lotta, nel cortile sul retro.
Ella li avrebbe lavati se si fossero sporcati eccessivamente, e poi si sarebbero saziati con la seconda colazione e, eventualmente, il pranzo.
Successivamente, si sarebbero accomodati per le lezioni.
Bilba li aiutava a migliorare il proprio vocabolario in Lingua Comune, e gli insegnava frasi utili in Sindarin (dopo averli fatti giurare di non rivelarlo mai e poi mai a loro zio).
Le capacità matematiche dei fratelli erano eccellenti, ed i due iniziarono a studiare i suoi libri di storia.
C'era un tomo, sugli utilizzi delle piante, che Fili trovò interessante, ed un altro, sugli animali, che piacque a Kili.
Eventualmente, si sarebbe fatta l'ora di cena, ed i bambini avrebbero offerto il proprio aiuto, di solito causando non poco disordine come risultato.
Bilba non se la prese mai; i due le portavano molta più gioia al cuore che non tensione, e l'aiutavano sempre a ripulire.
Si sarebbero tutti impegnati per cucinare lo spuntino serale, nel quale c'era la presenza d'una vasta quantità di dolci.
Thorin avrebbe fatto ritorno a casa poco dopo, per la gioia e sollievo dei tre casalinghi.
Egli, poi, avrebbe proseguito col prendere in braccio, ed abbracciare, i bambini, fino a farli contorcere per l'imbarazzo.
Bilba e Thorin avrebbero condiviso un corto abbraccio, o tocco al braccio, e, per quanto breve potesse mai essere, entrambi si sarebbero sempre separati con le gote arrossate.
Sia Fili che Kili se ne accorsero.
Il re dei nani, in seguito, sarebbe fuggito fino al bagno, per darsi un ripulita, ed i bimbi avrebbero apparecchiato, mentre Bilba avrebbe posto il cibo in tavola.
Ella non si sarebbe mai e poi mai immaginata come una sorta di madre casalinga e, decisamente, non convivente in compagnia di tre nani, ma, per qualche motivo, non ne parve mai infastidita, o preoccupata.
Lo spuntino serale si rivelava sempre essere un momento famigliare, una mescolanza tra la tranquilla felicità, proveniente dagli adulti, e l'immensa energia, emanata dai bambini, nel voler riferire al proprio Zio tutte le azioni svolte nella medesima giornata.
Il gruppo si sarebbe usualmente ritirato nel salotto, dove i fratelli si sarebbero o fatti narrare i racconti di loro zio, sulla storia dei nani, oppure fatti insegnare un po' di Khuzdul ed Iglishmêk, sempre da quest'ultimo.
E poi i bimbi avrebbero iniziato a sbadigliare, le loro palpebre sarebbero divenute pesanti, ma, entrambi, avrebbero lottato con unghie e denti fino alla fine, per non andarsene a letto.
Ma, presto o tardi, avrebbero perso il volere di resistere, e Thorin e Bilba li avrebbero portati fino in camera loro.
Fili e Kili non erano a conoscenza per quanto ancora gli adulti rimanessero svegli.
I fratelli erano sempre fuori gioco in un paio di minuti.
Ma qualcosa continuava ad assillare i ragazzi.
Pareva che, non appena la loro vita raggiungesse uno stato di pace e felicità, qualcosa fosse destinato ad andar storto.
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Una notte, qualcosa, lo fece.
I fratelli stavano dormendo, come sassi, nella loro stanza, quando vennero svegliati da un tremendo ruggito.
Iracondo e tormentato, seppero, all'istante, a chi appartenesse, e con in mente un'idea di che cosa riguardasse.
Fili e Kili erano in piedi, ed in movimento, in un paio di secondi, raggiungendo il pomello conducente alla camera di Thorin solo un passo avanti a Bilba.
Irruppero nella stanza da letto, la candela di Bilba versante luce su loro zio, il quale era seduto, strattonando con le proprie mano, le coperte, come se la sua vita dipendesse da esse.
Gli occhi di Thorin erano spalancati, stracolmi di sofferenza, e rabbia, e confusione.
La sua stanza odorava di sudore, ed i suoi capelli gli pendevano attorno al viso come un'oscura tenda, mentre respirava a fatica, e velocemente.
Fili e Kili non esitarono a correre dal proprio zio.
Non sarebbero stati in grado di scacciare gli incubi, oppure di fermare la caduta delle lacrime, ma i fratelli erano capaci d'offrire conforto in gran quantità.
Affrettandosi a correre, e a posizionarsi tra le sue ginocchia, i bambini abbracciarono, con forza, il nano più grande, mormorando quello a loro disposizione, nel tentativo di aiutare.
Thorin spalancò le braccia immediatamente, avvolgendoci i ragazzi, e tenendoli stretti a sé.
Anche se egli non stava singhiozzando, o urlando, Fili e Kili percepirono i tremori nel suo corpo, e le lacrime cadenti dai suoi occhi, mentre seppelliva la testa nei loro capelli.
C'era solo una cosa in grado di far piangere Thorin.
Azanulbizar.
Ai bambini erano stati detti ben pochi dettagli in quanto alla battaglia, per via dell'età, ma ogni singolo nano sapeva che rappresentava uno tra gli scontri più orribili mai incisi nella propria storia, ed una maledizione per qualsiasi nano fosse riuscito a sopravviverci attraverso.
I ricordi del sangue, del suo spargimento, del gran numero di orchi che devastavano le loro forze, e la decapitazione del proprio re, erano riconosciuti per perseguitare la mente d'ogni guerriero.
Avranno anche vinto la battaglia, ma le perdite erano di fin troppo smisurate, per esser considerato un successo.
Nessun soldato ucciso ai Cancelli di Moria venne seppellito, ce n'erano, semplicemente, troppi per poterlo fare.
Quindi i loro corpi vennero bruciati.
In enormi montagne di carne ed armatura, nani provenienti da molteplici clan, ed innumerevoli origini, vennero dati al fuoco, l'unica memoria in onore della loro morte un pezzo di pergamena, con su scritto i loro nomi, per permettere di avvisarne le famiglie.
Thorin perse suo nonno, padre, fratello, e fin troppi amici.
E tutto quello in suo possesso, da mostrare, era un epiteto.
Fili e Kili nacquero decenni in seguito alla battaglia, ma testimoni del risultato.
Infinite notti loro madre passò a confortare Thorin e Dwalin, quando si svegliavano urlando.
Ore a tenerli stretti a sé, dicendo ad entrambi che, il numero dei caduti, non era colpa loro, e che avevano fatto tutto quello da loro possibile.
Il padre dei fratelli risultò troppo giovane, all'epoca, per essere mandato in battaglia, e per quello, Dis, ne fu più che grata, ma ciò la fece sentire responsabile per quelli che, invece, ne furono partecipanti.
Ed ora, lei, non c'era più.
Ma non erano soli.
Fili e Kili guardarono Bilba, la quale era ancora sotto all'arcata della porta, incerta su come comportarsi.
Ella non lo aveva mai visto così affranto, e di certo non aveva una vaga idea del perché.
Ma gli occhi supplichevoli dei bambini furono abbastanza per dirle quello di cui aveva bisogno, e lei, con cautela, fece un passo avanti, verso la sponda del letto.
Appoggiò il candeliere sul comodino, affianco al letto, e si sedette sul materasso.
<"Thorin,"> sussurrò lei, con esitazione.
Egli strinse ancor più a sé i propri nipoti, ma alzò lo sguardo verso di lei, la luce emanata dal fuoco che veniva riflessa sulle sue gote umide.
In una situazione comune, lei avrebbe proceduto col chiedere il soggetto dell'incubo in questione, e spronato a parlarne.
Quello, di solito, dava sollievo alle persone.
Ma questo, ovviamente, non era un normale incubo, e Thorin aveva affrontato molte più cose orride di una gran parte di individui.
Sarebbe potuto rivelarsi riguardante il drago, o gli orchi, o i nani, oppure chissà cos'altro che lo aveva attaccato.
Ella sapeva risolvere meglio, che non provare a forzarlo nel parlargliene.
<"Qualsiasi cosa fosse,"> iniziò lei, delicatamente, <"Io sono qui.">.
Egli spostò lo sguardo, di scatto, considerando le sue parole, e Fili e Kili l'osservarono, con attenzione.
Dopo un momento, egli, una volta ancora, spalancò le proprie braccia.
Bilba ci si precipitò dentro, sistemando i propri piedi sul letto, ed abbracciandolo con tutto l'affetto da lei raccolto.
Le muscolose, ed irsute, braccia di lui, circondarono il girovita di lei, mentre ella posizionava le proprie attorno al suo collo, e chioma.
I fratelli s'aggrapparono ai fianchi del loro zio, mentre quest'ultimo piangeva nella sua piega del collo.
Fili guardò in alto, agli adulti.
Lo continuava a sconvolgere quanto lei fosse simile a Dis, e, al tempo stesso, quanto diversa.
Dis avrebbe abbracciato, e coccolato, e stretto il proprio fratello a sé come se, quest'ultimo, fosse ancora un bambino.
Ella piangeva al suo fianco.
Sua madre era forte, e saggia, e percepiva le cicatrici fisiche, ed emotive, di suo zio, come se fossero le proprie.
Bilba era differente.
Lei non sapeva praticamente nulla, non le battaglie, o le perdite, o le difficoltà da loro affrontate, oppure l'umiliazione che glie era stata inflitta.
Mentre Dis sarebbe stata in grado di confortare i guerrieri per via di sconfitte in fatto di scontri, e la morte di persone care, ella non sarebbe riuscita a portare una maggior quantità di cibo in tavola, oppure soffici coperte nei loro letti.
Nessuna di quelle cose era colpa sua; era ciò che, ogni nano, affrontava.
E là, era dove lei e Bilba si differenziavano.
Bilba avrà anche, forse, potuto capire quel che si provava a patir la fame, ed il combattere contro animali selvatici, ma non era mai andata in guerra.
Non era a conoscenza di nulla in riguardo ad Azanulbizar, fatta eccezione per quello che le aveva raccontato Thorin.
Ella sarebbe stata capace di consolarlo, ma solo generalmente.
Ma gli avrebbe potuto dare cibo, e sicurezza, e rifugio, ed un futuro per i suoi nipoti.
Fili sapeva che Bilba non era sua madre.
Non lo sarebbe mai stata.
Ma, magari, sarebbe stata in grado di essere una splendida zia.
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Trascorse qualche giorno, dopo che Thorin spiegò a Bilba tutto l'avvenimento di Azanulbizar, quando Fili e Kili s'accorsero che la brezza nella Contea stava incominciando a divenire fredda.
Quando lo fecero presente, ella controllò il calendario e, udite udite, l'autunno si stava avvicinando, furtivo, a loro.
E quello stava a significare una cosa.
<"Tra poco è il nostro compleanno!"> cinguettò Kili.
Bilba si girò.
<"Cosa? Quando?"> domandò lei.
Thorin s'avvicino al calendario, controllando le date.
<"Poco più d'una settimana,"> le rispose lui.
<"In realtà, li compiono lo stesso giorno.">.
Bilba sussultò.
<"Cosa?! Perché non me l'hai detto? Oh c'è un tal quantità di cose da fare! Dobbiamo decidere chi parteciperà, e fare gli inviti, e prendere dei regali, e decorare il tutto, e—">.
<"Bilba, per cortesia,"> la confortò Thorin, <"Una piccola festa andrà più che bene. Potrebbe includere solo noi quattro, oppure qualche bambino dei Took . E possiamo acquistare i regali in una giornata qualsiasi.">.
Le tremanti mani di Bilba cessarono i propri tremori, e lei si mise a fissare, pensierosa, i bambini.
<"D'accordo, sì, quello potrebbe funzionare. Voglio dire, non siamo obbligati a regalare qualcosa agli adulti, ed i bimbi dei Took gradiranno qualsivoglia cosa tu decida di prendergli...">.
<"Aspetta."> Thorin rivolse lo sguardo a lei.
<"Cosa intendi dire? Perché mai dovremmo prendere dei doni per gli ospiti?"> chiese lui, con fare sospetto.
<"Perché è il compleanno di Fili e Kili,"> disse lei, come se Thorin fosse lento di comprendonio.
<"Sì, quello lo so. Ma perché dovremmo fare dei regali agli invitati? Sono loro che portano, ai festeggiati, dei doni.">.
<"Di che cosa stai parlando? Durante il compleanno, il festeggiato in questione fa dei—Oh, aspetta,"> lei si fermò, mentre i suoi occhi si spalancarono, con rinnovata comprensione.
<"Quello non è come lo fanno i nani, non è così?">.
<"No di certo,"> le rivelò Thorin, mentre incrociò, fastidiosamente, le braccia, <"Ai compleanni, gli ospiti che sono stati invitati portano, al bambino che compie gli anni, dei regali, per celebrarne la nascita. Cosa fanno gli hobbit?">.
<"Gli hobbit regalano dei doni durante il proprio compleanno, per mostrare il proprio amore e generosità, per dimostrare che la vita con cui sono stati benedetti per un altro anno è apprezzata, e restituita,"> spiegò Bilba.
Mentre gli adulti si concentrarono nel digerire le nuove conoscenze acquisite, i bambini diedero un lieve strattone ad entrambi i pantaloni, sulle gambe dei più vecchi.
<"Quindi no riceveremo regali quest'anno?"> chiese Kili silenziosamente, grandi occhi marroni da cucciolo che fissavano, dal basso verso l'alto, Bilba.
La bocca di lei assunse la forma d'una 'o' di addolorato stupore.
Ella sollevò il bimbo, sistemandoselo sul fianco.
<"Certo che ne riceverete, mio caro. Passerete un compleanno meraviglioso, e vi comprerò una grande torta, ed avremo una festa fantastica con i bambini dei Took. Voi, solo, aspettate,"> gli disse lei, con un dolce sorriso.
Il volto di Kili divenne raggiante, come, lo stesso, fece quello di Fili, e persino Thorin sorrise, affettuosamente, all'idea.
<"Cosa in quanto agli hobbit?"> le chiese lui, con esitazione.
La testa di lei si girò, verso di lui, per donargli uno sguardo rassicurante.
<"Lascia che mi occupi io degli hobbit. Tu, semplicemente, impegnati a scoprire cosa, questi due combina guai, potrebbero desiderare per il proprio compleanno.">.
Thorin, una volta ancora, si sentì in profondo debito, ma si rifiutò di farlo notare, per il bene dei ragazzi.
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Thorin si preoccupava.
Fili e Kili ne erano consapevoli.
Lui si preoccupava per loro e per Bilba, se stessero imparando il proprio Khuzdul ed Iglishmêk, se lei stesse apprendendo, correttamente, il modo in cui adoperare una spada.
Si preoccupava in quanto al dover portare al termine ciascun ordine alla forgia, e se Lobelia avesse mai osato mostrare la propria faccia, d'innanzi a Casa Baggins, una volta ancora.
Si preoccupava.
Ma due giorni alla settimana, quando si trovava a casa, non al lavoro, Fili e Kili si impegnavano di fare ogni cosa, in loro potere, per renderlo felice.
Si divertivano a fare la lotta con lui, facendolo ridere, gli mostravano quanto avessero imparato, e riferito ciò che avevano fatto, per aiutare Bilba, durante la settimana.
I fratelli tentavano, con tutte le loro forze, di far dissipare, e non più tornare, le rughe che gli adornavano la fronte.
Fili, di solito, rappresentava la mente dietro a tali operazioni.
Egli escogitava brillanti idee su come sollevare il morale di Thorin.
Kili, il più piccolo, quello dall'aspetto poco più innocente, tendeva a metterli in atto, se non con un aiutino da parte del suo fratellone.
Uno di questi piani si fece spazio nella testa Fili, un pomeriggio, quando erano usciti a giocare nel giardino sul retro.
La piccola famiglia aveva preferito optare per un pranzo al sacco, in mezzo al prato fiorito, dietro alla casa di Bilba, e, successivamente, i bambini si erano messi a correre in una partita d'acchiaparella.
Fu appena dopo essere stato acchiappato che Fili pensò di poter aggiungere, al gioco, suo zio, toccandolo, quando si rese conto dello sguardo addobbante il volto di Thorin.
Bilba si stava riposando sulla coperta da scampagnata, vestita in camicetta e gonna, seduta, all'amazzone, affianco a lui.
Ella aveva una mano d'avanti al vivace sorriso, ridacchiando per via delle spiritosaggini dei due bimbi.
Thorin si stava rilassando sui propri gomiti, con le caviglie incrociate.
E pure lui stava sorridendo.
Non un grande, sorriso gioioso, ma uno calmo, con nessuna ruga, o segni di stanchezza, presenti nell'espressione.
Egli aveva il proprio sguardo rivolto a Bilba.
Lei risultava ben distratta, concentrata su Kili, il quale stava inseguendo un bombo, e Thorin, semplicemente, la stava guardando, contento.
E Fili scorse un'opportunità.
Chiamò una pausa, corse fino al fratello, e gli sussurrò il piano.
Questo sarebbe riuscito ad includere entrambi.
Kili, scattante, fece una corsa fin dentro casa, facendo ritorno, pochi momenti dopo, con una lunga corda per saltare.
Fili corse dagli adulti, afferrando una mano di ciascuno, e trascinandoli, fino a farli stare in piedi.
<"Potete far girare la corda, mentre saltiamo?"> chiese lui, con fare urgente, i suoi occhi blu, da Durin, che li guardavano dal basso, con cura.
Ora, come avrebbero potuto rifiutare tale richiesta?
I quattro si accomodarono sopra ad un distesa d'erba corta, e Thorin e Bilba si misero a far roteare la corda lentamente, mentre Fili e Kili si impegnavano per saltarla.
Andò avanti in questo modo per un paio di minuti, i bambini tentando di continuare tenendosi per mano, o con una gamba sola, ma dopo non molto, i bambini condivisero uno sguardo, e seppero cosa andava fatto.
<"Ora voi!"> esclamò Kili.
Bilba e Thorin si guardarono, nervosamente, a vicenda, ma passarono ai bimbi le estremità della corda.
Bilba sollevò, adeguatamentee, la gonna, mentre Thorin si legò, indietro, i capelli, e rivolsero lo sguardo ai bambini.
Fili e Kili iniziarono a far volteggiare la corda, obbligati a farla girare estremamente in alto, per essere in grado di passare sopra alle teste degli adulti.
Ovviamente, il grande piede di Bilba ci s'impigliò, e tutti si fermarono per un momento, condividendo una risata.
Quello fu l'attimo in cui i bambini si fecero un'occhiolino.
Fili e Kili fecero oscillare la corda verso l'alto, in modo tale da farla posizionare contro ai girovita dei grandi, ed iniziarono a correre, in cerchio, intorno a loro.
<"Bambini, cosa state—">.
<"Fili! Kili! Smettetela immediat—">.
Ma mentre i fratelli correvano all'impazzata, saltando oltre alle braccia di l'un l'altro, gli adulti vennero, velocemente, legati dalla vita in giù, petto contro petto.
Fili e Kili si misero a ridere incessantemente, mentre finirono di legare le estremità della corda assieme, i grandi avvolti come un regalo di Yule.
Thorin e Bilba rimasero spiazzati, ed arrossirono, tutto quello presente dalle ginocchia al collo, in pieno contatto.
I due provarono ad equilibrarsi, ma le loro sbracciate, e differenze di peso, li fece incespicare, fino a quando Thorin non cadde, piatto, sulla propria schiena, portando Bilba giù con sé, sopra di lui.
In compagnia d'un 'uumf' di disconforto, entrambi tentarono di divincolarsi liberi dalla corda, solamente causando maggior contatto, e rossore, mentre entrambi cercavano di scusarsi, e provando ad ignorare l'orribile situazione in cui si erano ritrovati, estremamente grati di essere nel giardino sul retro, al riparo da occhi, e sguardi, altrui.
<"BAMBINI!"> ruggì Thorin, <"Slegateci in questo preciso istante!">.
Ma non lo fecero.
Fili e Kili corsero dentro Casa Baggins, stringendosi i fianchi con risa dolorose, e chiusero, dall'interno, le porte.
Quando sentirono Thorin picchiare, rumorosamente, alla porta del retro, una buona ventina di minuti dopo, ogni singolo biscotto nella cucina ora mancante, Fili fece scivolare la chiave per la porta d'ingresso, fuori dalla finestra, e si prepararono a correre.
Abbastanza certi, quando Thorin fece irruzione dalla porta principale, qualche secondo seguente, Fili e Kili compirono uno scatto, verso all'uscita sul retro.
Proprio tra le attendenti braccia di Bilba.
Il turno di lotta da quattro persone, che ne risultò, fu rappresentato da risate e frustrazione, arrivando alla propria conclusione con un bambino in entrambe le braccia di ciascun adulto, e niente più biscotti.
Fili e Kili s'erano aspettati un castigo ben peggiore, ma, per qualche motivo, né Thorin, che Bilba, parvero troppo infastiditi.
E le uniche rughe presenti sul viso di Thorin, erano quelle dovute alle risa.
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La festa infliggeva un gran peso sulla mente di Thorin, il giorno prima dell'avvenimento dell'evento stesso.
Egli era impegnato alla forgia, ad intagliare, per entrambi i bambini, una spada, e scudo, in legno.
Questa sarebbe stata la prima festa per loro organizzata.
Sarebbe dovuto trattarsi d'un raduno ristretto, considerante solo i Took più socievoli, e, forse, Drogo e Primula (separatamente, per l'incolumità d'entrambi).
Ma le differenze culturali, lo preoccupavano.
Cosa se ci fosse l'esistenza d'altro, a lui sconosciuto?
Cosa se avessero fatto qualcosa per offendere i bambini hobbit, e Fili e Kili perdessero i propri amici?
Ed il dover regalare dei doni?
Thorin, ancora, non riusciva a comprendere come quello dovesse funzionare.
Lui avrebbe gradito alquanto fare qualcosa per gli ospiti, per fare in modo di non pesare sui soldi di Bilba, ma lei gli aveva imposto di permetterle di occuparsene per conto proprio, di nuovo.
Magari sarebbe stato in grado di ripagarla per i regali.
Tutto quello da lui sperato, era che Fili e Kili ricevessero la propria giornata speciale.
Non erano mai riusciti a passare un compleanno 'allegro', prima d'ora.
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Intanto, Bilba, stava cercando di insegnare ai bambini come danzare.
Non era una cosa interamente necessaria, considerata la loro età, la maggior parte dei ragazzi più giovani si limitavano a volteggiare in cerchio, in giro, al suon di musica appena suonata.
Ma i Took erano adoranti per le proprie canzoni, e balli, e c'erano non poche possibilità che gli individui, da lei invitati, portassero con sé i propri strumenti musicali.
Era vero che, prima o poi, Fili e Kili avrebbero avuto bisogno d'imparare a ballare, sarebbero destinati a crescere come giovani ragazzi per bene, dopotutto, quindi, non gli avrebbe di certo fatto alcun danno, apprendere in questo momento.
Dietro, nel giardino sul retro, ella s'impegnò ad insegnarli differenti tipi di danze, e balli da coppia, entrambi finendo con il scambiarsi il ruolo della compagna.
Ella temeva assai il giorno in cui avrebbero iniziato a giochicchiare con le ragazze.
Oppure ragazzi, dipendendo da quale il caso potesse essere.
Lei si sarebbe sentita terribilmente vecchia, a discapito con chi, o cosa, loro avrebbero iniziato a danzare, quando ne sarebbe giunto il momento
Oh, ed il Discorso!
Aveva più che paura del Discorso.
Thorin sarebbe stato, perfettamente, in grado di superare quel ponte, all'arrivo del momento giusto, grazie tante.
Ma ciò che la preoccupava era anche come i bambini, essendo nani, sarebbero cresciuti nella società hobbit.
Riuscivano a comprendere il motivo per cui erano stati scacciati?
Sarebbe Thorin stato costretto a narrargli della loro lunga, e triste, storia, proprio come egli fu obbligato a fare con lei?
Sarebbe a loro cresciuta una folta barba, proprio come aveva fatto lui?
Agli hobbit sarebbero ancora piaciuti così tanto, quando avrebbero terminato d'apparire, e comportarsi, come bambini hobbit in tal maniera?
E come si sarebbero comportati Fili e Kili?
Adolescenti ribelli ed arrabbiati?
Degli idioti felici a suon di fortuna?
Avrebbero lavorato alla forgia?
Se questo era fare il genitore, allora non aveva mai mostrato abbastanza gratitudine nei confronti dei suoi vecchi.
Ma mentre mostrava a Kili come guidare la propria compagnia di danza, senza, possibilmente, inciampare sui suoi stessi piedi, ella realizzò che, forse, non ne avrebbe avuto il bisogno.
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Thorin portò i bambini alla forgia con sé, per il loro compleanno.
Era sempre stato uno dei loro desideri vederlo lavorare di persona, e Bilba necessitava di tempo per preparare, e sistemare, le decorazioni, e per cucinare in pace.
La noia li sopraggiunse abbastanza in fretta, e quindi, come soluzione, lui gli disse di andare a giocare con gli altri bimbi, presenti al mercato, ma con la condizione di tornare da lui al passare d'ogni ora.
Abbandonando la forgia per tempo, in modo tale da permettergli di fare ritorno a casa entro l'orario di cena, i tre si avviarono mano nella mano, i bambini scalpitanti per l'eccitazione.
Thorin era soddisfatto ad avere il privilegio di vederli in questo modo, spensierati e gioviali.
Avevano passato già fin troppo tempo immersi nel dolore.
Egli sbloccò la porta d'ingresso di Casa Baggins, la quale aveva fatto promettere a Bilba di chiudere, a chiave, ogni mattino alla sua partenza, ed ogni notte prima di andare a letto, ed i bambini corsero dentro chiamandola, entusiasti.
Non trovarono nulla.
Nessuna delle lanterne o candele stava bruciando, non c'era la presenza d'un singolo piatto in cucina, oppure nella sala da pranzo, Thorin andò a controllare persino nella camera da letto di lei, e trovandoci nessun segno.
I nani si riunirono in salotto, tesi ed irrequieti, insicuri sul da farsi.
Quello fu l'attimo in cui udirono il fracasso, proveniente dal giardino.
Il suono di qualcosa di pesante colpire il suolo terroso, producendo un tonfo secco, mandò i nani a correre, con frenesia, verso la porta del retro, irrompendoci attraverso per trovare—.
<"SORPRESA!!!"> gridarono gli hobbit.
Dozzine di hobbit, di tutte le età, erano sparpagliati in giro, seduti su delle sedie, oppure in piedi là attorno, un paio di grosse tende erette, con lanterne pendenti da delle corde appese tutte in giro.
C'era un lungo tavolo ricoperto da vassoi, stracolmi di cibo, una zona con erba appiattita per ballare, ed un carro in legno, carico fino all'orlo, di fuochi d'artificio.
E, posizionatosi affianco, c'era la presenza d'uno stregone grigio dall'aspetto alquanto familiare.
I nani sussultarono.
Gli occhi di Fili e Kili quasi esplosero dalle proprie orbite, e stridettero dal piacere.
La mascella di Thorin rimase aperta, sconvolto ed allibito.
<"Buon Compleanno!"> urlarono gli hobbit, scuotendolo dal suo stato in catalessi.
In prima linea c'era Bilba, saltellante di gioia.
Ella spalancò le braccia, per un abbraccio, ed i bambini le corsero addosso, quasi facendola ribaltare dall'impatto.
Stavano implodendo con gratitudine e risate, facendo fatica a credere che lei avesse fatto una tal cosa, solo per loro.
<"Beh, andate a divertirvi!"> disse ai ragazzi, <"Molti bambini vi stanno aspettando! Andate a giocare!">.
E s'avviarono.
Ella trotterellò fino al fianco di Thorin, piantato al suolo.
Lui sollevò un dito, tremante, in direzione dello sfoggio di decorazioni.
<"Tu...Come hai fatto...?"> le chiese lui, incoerentemente.
Lei ridacchiò.
<"Thorin, se c'è una cosa in cui noi hobbit siamo i migliori, rispetto ad altre razze nel mondo, è festeggiare. E quello, tu, puoi riferirlo agli elfi,"> disse, compiaciuta, <"D'altro canto, i bambini si erano fatti non pochi amici durante la riunione famigliare. Quando ho menzionato la festa, d'innanzi ai Took, la notizia si è sparsa fino ai Brandybuck, ed eventualmente ai Baggins. Non sarei stata in grado di tenerli fuori nemmeno se c'avessi provato.">.
Lei, dal basso, gli fece un sorrisetto, entusiasta per il risultato ottenuto.
<"Ma cosa in quanto ai regali?"> le chiese Thorin, debolmente.
<"Nessun problema affatto,"> disse Bilba, allegramente, <"Ho spiegato tutto negli inviti. E tutti loro hanno portato dei doni!">.
Thorin rivolse lo sguardo al numeroso gruppo di hobbit, poi, a Bilba, poi di nuovo verso la festa, e, ancora, a lei.
<"Stai scherzando.">.
<"No.">
Egli fece un profondo respiro, intento ad assorbire l'informazione.
Quando, una volta ancora, la guardò, lei gli stava ancora sorridendo, fiera e felice per i bambini.
<"Voi hobbit,"> le disse lui, scuotendo il capo, <"siete sorprendenti.">.
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Nella notte ci furono una tal quantità di varie delizie, che per Fili e Kili, tenerne il conto, rappresentava un ardua azione.
Ci fu l'immensa torta, dai Brandybuck preparata, completa di glassa al latticello e candeline, rappresentanti entrambe le loro età.
A ciascuno dei due venne concesso un desiderio a testa, prima di spegnerle, soffiandoci sopra, insieme.
Ci fu anche lo spettacolo, con fuochi d'artificio annessi, di Gandalf, (completamente assente d'imponenti draghi) il quale illuminò il cielo di colori e suoni vivaci.
Gli venne addirittura dato il permesso di illuminarne qualcuno!
Ciò che ne seguì, fu la danza, l'intera folla di hobbit ritrovatasi a volteggiare sul terreno per il ballo.
I bambini si misero a rigirare, allegramente, assieme agli altri bimbi, fino a ritrovarsi tutti rintontiti, ma Kili riuscì a vedere, anche se di sfuggita, Thorin e Bilba danzare, in coppia.
E, ovviamente, i regali non mancarono di certo.
Oh, i regali.
La pila dei doni incartati li superava in altezza.
Ci furono giocattoli, e vestiti, e libri, e Bilba gli aveva perfino preso un nuovo paio di stivali ciascuno!
I fratelli quasi implosero dall'eccitazione alla vista delle spade in legno, da parte di Thorin.
Seguenti, degli animali di stoffa, gentilmente donati dai Took, e romanzi per giovani, dai Baggins, e Primula gli aveva personalmente comprato un paio di sciarpe, accordanti, per l'inverno, avanti a loro.
E come la sera iniziò ad attenuarsi, dopo che la maggioranza delle famiglie ebbero offerto il proprio contributo nello smontare le tende, e tutti i bambini augurato tristi saluti al mago errante (anche se, però, egli aveva passato la maggior parte della serata assieme a Bilba e Thorin, discutendo di faccende), sia Fili che Kili furono d'accordo sul fatto che, questa, sarebbe stata una nottata da ricordare.
Era più tardi la notte, sistemati sotto le coperte con tutti i loro nuovi pupazzi d'animali, e meticolosamente ripieni di torta, quando Fili e Kili trovarono il coraggio di dire a loro zio, e a Bilba, di smettere di essere delle testarde teste di pupù.
Si avviarono, in punta di piedi, fuori dalla propria stanza, e lungo il corridoio, fino a raggiungere l'entrata per il salotto.
I fratelli, solamente, si affacciarono appena, con le teste, per vedere, e vennero ricompensati da una vista degna di nota.
Seduti sul divano, uno al fianco dell'altra, davanti al tiepido fuoco, c'erano Bilba e Thorin.
E si stavano baciando.
Solo le loro labbra, e più che delicatamente, ma ad occhi chiusi, ed in silenzio.
Fili e Kili condivisero uno sguardo fiero, e, danzanti, fecero ritorno in camera.
I fratelli si risistemarono nei letti, ridendo, silenziosamente, assieme, e guardandosi d'intesa.
Il loro desiderio di compleanno si era avverato.
E fu il miglior compleanno, felice, mai festeggiato.
__________________________________________________________Note (GreenT):
Nani per il prossimo capitolo!
Ma solo quelli che voglio io!Questo capitolo ora ha una
fanart adorabile!
http://archiveofourown.org/works/785906
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Scacciati e Accolti
FanfictionIn seguito alla caduta di Erebor e la tragedia di Azanulbizar, molti nani hanno iniziato ad odiare la stirpe di Durin. Dopo aver perso suo nonno, padre, e fratello, tutto quello che a Thorin è rimasto sono i suoi nipoti, i quali non sono più che lat...