Inaspettato

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Note (GreenT):
Allora, questo qui parte felice e finisce triste.
Inoltre: Ho realizzato, mentre stavo rivisitando la trama della storia nella mia mente, che l'intero piano della storia è basato sul dispiacere e conforto.
TUTTO QUI. QUELLO È L'INTERO PIANO.
SEMPLICEMENTE PRENDETE I VOSTRI SENTIMENTI E CORRETE.

Come alla maggior parte degli hobbit,
la prima cosa che passò per la mente di Bilba il mattino seguente appena sveglia, fu il cibo.
Si svegliò di buon'ora, si vestì con una camicetta bianca ed una semplice gonna marrone con le bretelle,
e sgattaiolò giù per il corridoio senza provocare alcun suono.
Controllò in ogni camera dei suoi ospiti per assicurarsi che fossero presenti, i quali lo erano, e si diresse verso la cucina.
Non aveva preparato la prima colazione dall'ultimo ricevimento dell'addio al nubilato di Amaranta Brandybuck.
Quella sì che era una storia da raccontare.
Bilba fece del suo meglio per cucinare silenziosamente.
Uova di ogni forma, pancetta, salsiccia, altre focaccine e crostate, muffin, pasticcini, frutta mista, tè, caffè, latte, pane con burro e confettura, iniziarono a riempire la tavola, molti ricoperti in tela per mantenerne il calore.
Lei sapeva  che ai suoi ospiti sarebbe piaciuto dormire fino a tardi,
quindi si saziò con qualche muffin prima di dirigersi in salotto.
Bilba prese il grande cappotto di Thorin, il quale si era asciugato grazie allo stare davanti al fuoco,
ma che necessitava ancora d'una lavata.
Come Thorin riuscisse a camminarci in giro le era sconosciuto; pesava più d'un cane!
Tornò al bagno, e raccattò gli altri vestiti sparpagliati.
Quelli di Thorin erano in buono stato, sebbene lei non avesse mai visto un'armatura al di fuori d'una mostra,
quindi non poteva veramente giudicare con precisione.
A differenza degli indumenti del loro zio, quelli di Fili e Kili erano sporchi, stracciati, e addirittura attraverso erano presenti dei buchi bruciacchiati.
Bilba li gettò direttamente via. Eccetto per gli stivali.
Gli hobbit possedevano un'innato disprezzo per le calzature,
ma lei aveva sempre trovato i vestiti dei bambini alquanto adorabili.
Le scarpe erano fatte d'uno spesso cuoio marrone, e parevano piuttosto calde.
I ragazzi ne avrebbero avuto bisogno.
Quando sarebbe stata la prossima volta in cui lei avrebbe trovato qualcuno che vendesse scarpe di questo genere?
Magari avrebbe potuto comprare un po' di cuoio al mercato più tardi e cucirlo in piccole paia di babbucce per loro.
Oh! Ci avrebbe potuto aggiungere un ornamento in pelo, ricamare un motivo di piccoli fiori e.... ci si poteva lavorare a maglia delle fasce di pelle?
Perché quello avrebbe potuto fare una sciarpa davvero carina e—
Bilba scosse la sua testa. Aveva veramente bisogno di uscire con maggiore frequenza.
Pulì i tessuti nella vasca e li distese su una rastrelliera ad asciugare.
Lei si chiese di che cosa necessitasse la spada di Thorin per essere pulita.
Lucido? Ciottoli per affilare?
E perché lui si portava quel ramo in giro?
Sia la spada che il ramo erano posizionati di fronte al fuoco dove lei aveva trovato il suo cappotto.
Bilba si sentì in bisogno di chiedergli che cosa lui ci volesse fare con loro.
Li avrebbe certamente potuti tenere, magari solamente al di fuori della vista dei Baggins.
Ma in carenza di altro lavoro da svolgere al presente, lei vagò di nuovo in cucina ad attendere.
Non passò molto prima che sentisse una porta in fondo al corridoio cigolare aperta, e poi chiudersi con un rumore paragonabile allo scoppio di un tuono!
Saltò nella sedia e fuori da essa.
Cosa stava facendo lui?! 
Corse al corridoio e lo trovò mentre cercava di camminare silenziosamente verso di lei, l'aspetto come quello di un bambino colpevole.
<"La porta era...più leggera di quanto mi aspettassi.">
Bilba quasi ridacchiò.
<"Oh, non è un problema. Ma penso che tu abbia svegliato i bambini.">.
I due adulti si voltarono per trovare la porta dell'infermeria spalancata, un Kili disorientato che si stava togliendo i capelli dalla faccia e un Fili in allerta con le sembianze di uno pronto a darsi alla fuga.
<"Cosa è successo zio?"> chiese Fili timorosamente, tenendo stretto la mano del fratello.
I due erano adorabili disastrati.
I loro capelli puntati in alto ed in fuori, i loro vestiti rugosi, e Kili continuava a fare sbadigli infantili ogni paio di secondi.
<"Nulla, Fili. Ho solo chiuso la porta con troppa forza,"> disse Thorin in modo rassicurante.
Gli occhi di Fili cercarono i suoi per un momento prima di annuire. Poi si mise a fissare Bilba.
Sentendosi un po' al centro dell'attenzione, Bilba chiese <"Gradireste tutti voi fare colazione?">
Quello fece svegliare Kili.
La sua testa scattò verso la voce di lei, e lui la guardò con enormi occhi da cucciolo.
<"Chi se' tu?"> chiese lui.
Le sopracciglia di Bilba si alzarono leggermente in sorpresa, ma lei non ne era scioccata più di tanto, del fatto che non si ricordasse molto di lei.
I bambini avevano avuto una notte piena di eventi a dire la verità.
<"Bilba. Bilba Baggins,"> disse lei gentilmente.
Aveva compreso la riluttanza di Thorin nel farla avvicinare ai suoi nipoti. Nella sua posizione, lei avrebbe fatto lo stesso.
Ma sperò di essere capace di guadagnarsi la sua fiducia presto.
<"Biilll-baaaaa. Baaaagg-iiiiiis,"> Kili arrotolò le parole sulla sua lingua. <"Beeeeeel-BAH Baaaagg-eeeeeens.">
Bilba sogghignò al suo vociare, il che sembrò solo di incoraggiarlo maggiormente mentre suo fratello lo osservava pensosamente e la faccia di Thorin divenne rossa dinnanzi alla scena imbarazzante.
<"Beel-buh Boggeens,"> continuò Kili. Bilba sorrise e buttò gli occhi al cielo.
<"Da questa parte ragazzi.">. Lei li condusse in cucina ed iniziò a scoprire il cibo, andando in fondo alla tavola fino a che non raggiunse il lato opposto.
Quando lei si girò, stavano tutti all'accesso della porta,
a bocca aperta, e fissando come se Yavanna fosse seduta alla tavola.
<"Cosa c'è?"> chiese lei mentre le sue sopracciglia si accigliavano con preoccupazione.
Loro non si erano fatti problemi con il suo cibo ieri notte.
<"Questo è...pir noi?"> disse Fili con esitazione, gli occhi blu brillanti di scetticismo.
<"Ma certo! Volevo farvi dormire fino a tardi, quindi sono andata avanti e ho fatto la prima colazione.">
I nani scrutavano sorpresi il rinfresco preparato e sistemato, davanti a loro.
<"Hai...Hai detto 'prima colazione'?"> Thorin si chiese ad alta voce.
<"Si,"> disse Bilba fiduciosamente, e poi le venne in mente con chi lei stesse parlando.
<"Oh giusto! Siete nani! Perdonatemi. Mi sono scordata che noi hobbit, in effetti, possediamo delle abitudini d'appetito inusuali paragonate alle altre razze. Noi abbiamo la 'prima colazione', la 'seconda colazione',
la 'merenda di metà mattina', il 'pranzo', 'l'ora del tè', la 'cena', e lo 'spuntino serale'. Beh, certi dicono 'lo spuntino serale e la cena' , e ci sono altri che le chiamano prima e seconda cena oppure primo e secondo spuntino serale, ma è veramente la stessa cosa. E di sicuro noi sgranocchiamo molto durante la giornata. Cosa fanno I nani?">
Agli Ered Luin, Thorin si sentiva bene se i suoi nipoti consumavano tre pasti al giorno.
E mentre quello era il caso per la maggior parte dei nani residenti nei Monti Azzurri, lui non si è mai divertito ad ammettere il fatto che lui svenne nel corridoio della hobbit, il primo mattino in cui stava là,
perché vide un'abbondante colazione.
Difficile dire chi rimase più scioccato nel suo colpire il pavimento; Bilba oppure i bambini.
I tre di loro provarono a spostarlo sul divano, ma sarebbe anche potute essere l'equo di tentare di muovere un troll.
Quindi si accordarono col posizionargli un cuscino sotto alla testa in attesa.
Dopo che Bilba li assicurò che Thorin stesse respirando, i due bambini la guardarono in alto con occhi supplichevoli.
<"Possiamo noi pewpiacewe andare mangiar' colazion' Signora Boggeens?"> chiese Kili.
Il cuore di lei quasi esplose davanti alla sua assoluta tenerezza.
<"Ma certo, Kili. Servitevi pure con quello che più vi aggrada.">.
Con quello, i bambini corsero alla tavola senza esitazione e afferrarono il cibo con incredibile velocità,
come se loro zio non stesse disteso qualche piede più in là, privo di sensi.
Bilba sospirò. Priorità infantili.
Lei sperava che Thorin si svegliasse al più presto. Per quanto volesse legare con i bimbi, voleva anche che Thorin la vedesse con loro, senza chiedersi e sospettare che cosa lei avesse mai potuto fare mentre lui non era conscio.
E poi le venne in mente un'idea brillante.
Agguantò una fetta di pancetta e la fece ciondolare sopra al suo naso.
Le sue radici si dilatarono un paio di volte prima che i suoi occhi si spalancassero completamente.
Lei gli sorrise e li porse la mano per aiutarlo ad alzarsi.
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Thorin non era svenuto.
Lui semplicemente fu sopraffatto dalla magnitudine della generosità della Signora Baggins, ed era molto stanco, ed il pavimento gli sembrò alquanto comodo, davvero.
Ma nessuno gli avrebbe mai creduto all'udire di quelle parole.
Magari non era così male. Il pavimento era di legno, non pietra, quindi difficilmente gli danneggiò la testa.
Era più preoccupato di aver rigato il pavimento della Signora Baggins col suo cranio.
Avere un sogno a proposito di torte, calore, e morbidezza fu piuttosto piacevole.
Anche svegliarsi all'odore di pancetta fritta, non gli fece per niente male.
Ma probabilmente, la cosa migliore fu svegliarsi con lei.
Perché non era Dwalin che lo stava scuotendo, dicendogli che avevano bisogno di scendere alla fucina.
Non era Balin che gli diceva che le miniere stavano esaurendo, e che necessitavano di trovarne una nuova.
Non erano Fili e Kili che gli saltavano sopra perché volevano giocare.
Non era Dis, bruciante e urlante, la quale aveva visto durante la notte nel suo sonno.
Era Bilba Baggins, la dolce, premurosa ragazza hobbit che li aveva accolti, senza chiedere chi loro fossero,
e gli aveva offerto cibo, bagni, letti, la prima colazione (il che suonava come se lei avesse intenzione di dargliene ancora in grande quantità), e che stava ora offrendogli della pancetta in una mano, e porgendogli l'altra per aiutarlo.
E Thorin, per la prima volta in un secolo, si sentì fortunato.
Lui accettò la sua mano con un sorriso imbarazzato,
e lei gesticolò verso la tavola senza una parola a riguardo della sua scena.
I bambini stavano mangiando con grande appetito e felicemente, buttandosi nei dolci e nella carne.
Gli adulti si unirono a loro, e il gruppo mangiò senza parlare
(eccetto per Kili, che occasionalmente pronunciava il nome di lei incorrettamente), ma i suoni del masticare, ruttare, e delle risate riempirono la stanza con conforto.
Dopo aver stupefatto Thorin ed i bambini con le sue incredibili capacità del nutrirsi degli hobbit,
(perché nessuno dei nani poteva credere che una donna non nanica, con una figura così minuta,potesse consumare una quantità del genere per sette volte al giorno) tutti erano meticolosamente sazi, e Bilba pensò che fosse arrivato il momento di scendere agli affari.
<"Quindi bambini, cosa vi piace fare per divertirvi?"> chiese lei allegramente.
I fratelli le si fecero raggianti d'eccitazione.
<"Giocare ad acchiaparello!"> disse Kili.
<"Fare la lotta!">.
<"Disegnare!">.
<"Giocare a cavalieri e draghi!">.
E continuarono ad elencare altri giochi infantili, divertendo alquanto Bilba, e pesantemente preoccupando Thorin.
<"Suvvia ragazzi,"> iniziò lui, e i due immediatamente si zittirono in delusione, perché loro sapevano di non poter davvero fare tutte quelle cose.
<"Dovrei avere un po' di carta e del carboncino nel mio studio!"> Bilba lo interruppe,
<"Vi piacerebbe a voi due?"> I bambini annuirono con rapidità, e Thorin la guardò meravigliato.
Bilba andò via per un momento, ritornò in un battibaleno con della carta e qualche bastoncino di carbone da disegno.
Thorin decise proprio in quel momento che gli hobbit dovevano avere delle scorciatoie nelle proprie case.
<"Perché voi bambini non disegnate assieme mentre Thorin ed io conversiamo?">.
Il suo cuore sprofondò da qualche parte al di sotto dello stomaco. Era arrivato il momento.
Almeno Bilba fu abbastanza gentile da distrarre i bambini,
mentre li dichiarava che cosa si aspettasse che lui facesse per lei.
I bimbi si buttarono giù sul pavimento ai suoi piedi mentre lei gli passava gli utensili.
Ritornò nel punto in cui aveva consumato la colazione, e scivolò nella sua sedia con un sorriso vispo.
<"Allora Thorin."> Lui si preparò mentalmente. <"Dato che non sappiamo per quanto rimarrete...">.
Fece un profondo respiro, e si preparò al peggio.
<"Io speravo che tu mi potessi raccontare della coltura nanica.">
Gli occhi di lui quasi gli caddero dalla testa. Cosa? Lei non aveva intenzione di—
<"È solo che non nessuno dei miei libri dice molto sulla vita dei nani, e io non vorrei accidentalmente offendervi in qualsivoglia modo, dicendo qualcosa al di fuori della mia comprensione, inoltre penso che gioverebbe a Fili e Kili crescere conoscendo la loro eredità culturale.">.
Lui deglutì a fatica.
Da una parte, questa era stata la proposta più premurosa che lui avesse mai sentito.
D'altra parte, la coltura nanica era incredibilmente privata, condivisa con un numero ben limitato di persone al di fuori della loro razza.
Ma considerando che questa era la donna che aveva salvato le vite del Re Sotto La Montagna (in esilio), del principe in successione alla corona, e del secondo principe, Thorin pensò che lei avesse più che guadagnato il diritto di sapere.
<"Io posso parlarle di qualsiasi cosa lei gradisca, Signora Baggins,"> concordò lui,
<"a patto che lei ci insegni a proposito della coltura degli hobbit.">.
Lei gli fece un sorriso a trentadue denti, assomigliando come al sole durante la miglior giornata dell'anno.
<"Amerei farlo!">.
E quello fu come la maggior parte della mattinata venne impiegata.
Scambiandosi informazioni a proposito dei loro stili di vita, la cura per la barba dei nani e le tradizioni floreali hobbit.
Entrambi si consideravano abbastanza strambi, e i due risero in momenti inappropriati più di una volta, alle note della coltura di l'un l'altro.
Ma erano presenti delle somiglianze: cibo naturalmente, vivere sottoterra, il ripudiare gli orchi (anche se quello si sarebbe potuto dire per la maggioranza delle razze, l'eccezione essendo goblin e orchi), ed un non gradire generale della loro stessa piccola statura quando c'era l'esigenza di stare in presenza di razze altrui.
E quello risultò nell'essere una grande porzione di base comune.
Ma come i quattro consumarono la seconda colazione, lei disse ai bambini di andare a cercare nell'infermeria per qualsivoglia giocattolo che fosse di loro gradimento, e si voltò verso Thorin.
<"Sono al corrente che questa sia una domanda complicata, e non è costretto a rispondere, ma le dispiacerebbe spiegarmi per quale motivo gli altri nani vi hanno scacciati? Gandalf ha detto che hanno tentato di uccidervi, ma non ne riesco ad immaginare la ragione.">.
Ed eccolo qui. L'Olifante nella stanza.
Thorin sospirò, <"Quanto ne sapete del regno di Erebor?">.
Bilba rastrellò il suo cervello. <"Ummm...">.
Era sicura di averlo visto in una delle sue mappe, da qualche parte verso est.
<"Lontano a est. La...Montagna Sola?">.
<"La Montagna Solitaria,"> chiarificò Thorin.
<"Mio nonno Thror era Re Sotto la Montagna quando lo sputa fuoco Smaug attac—">.
Lui venne interrotto dalla vista e rumori di Bilba che sputava il suo tè mentre tossiva fortemente in un fazzoletto.
<"State bene?"> chiese lui urgentemente, allungandosi oltre alla tavola verso di lei.
Lei alzò una mano per tranquillizzarlo e mise via il ritaglio di stoffa.
<"Mi perdoni—avete detto che suo nonno era Re?!"> gridò quasi lei.
<"Sì. Lui fu Re fino alla sua morte, e ora io sono Re in Esilio, fino al giorno in cui potrò riconquistare Erebor, o passare ai reami dove i miei avi risiedono.">
Bilba lo fissava in uno stato di psicosi traumatica.
E gli aveva detto che non c'era la necessità per le formalità.
<"Io—Io—Oh Buon Cielo! Chiedo perdono! Non avevo realizzato—Regalia! Oh mia bontàohmiagentilezzà—Sono desolata!"> sproloquiò lei impaurita.
<"Non c'è l'esigenza di scusarsi!">.
Bilba rimase sbalordita. Thorin aveva le mani protese verso di lei. Se ne stavano immobili come statue e l'unico suono percepibile, era quello dei bambini che ridevano e giocavano nel salotto.
<"Gandalf non ve lo ha mai detto?"> chiese lui.
Non gli era saltato in mente del fatto che lei potesse non esserne a conoscenza.
Aveva pensato che non le importasse della famiglia reale dei nani oppure che non sentisse il bisogno di essere formale, considerate le circonstanze.
Gli occhi di Bilba si spalancarono nel realizzare che sì, Gandalf non aveva inserito quel piccolo pezzo d'informazione.
<"Gli romperò il suo bastone in due,"> ringhiò lei tra sé e sé.
Lui sorrise alla faccia arrossata di lei.
Non l'aveva mai vista arrabbiata prima d'ora.
Era vagamente adorabile quando messa in paragone alla rabbia nanica.
<"Non si preoccupi. Nessuna offesa inferta.">.
Sembrava che lei volesse continuare a farneticare in fatto del mago, ma Thorin la interruppe.
<"Come stavo dicendo, mio nonno Thror era Re Sotto la Montagna. Il nostro regno era glorioso e prospero.
Avevamo gemme e metalli d'ogni forma venir estratti dalle nostre miniere, ed addirittura gli elfi del Reame Boscoso ci portavano omaggio. Ma l'amore per l'oro di Re Thror...fu una maledizione su noi tutti.">.
E come la faccia di Thorin si era illuminata d'orgoglio mentre parlava della sua terra natia, si inscurì velocemente al proseguirsi del racconto.
<"Lui possedeva oro impilato in colline grandi, come quelle del suo villaggio, e gli avvelenò la mente con la lussuria per quel metallo prezioso, tanto insaziabile da poterla paragonare a quella d'un drago. E ne attirò uno.">.
I suoi occhi ghiacciati guizzarono a quelli verde-smeraldo di lei, e lui poteva percepirne la paura che ne radiava da essi.
<"Smaug invase la nostra montagna con fiamme e artigli, e non ci fu nulla che potessimo fare se non fuggire. Non fummo mai certi di quanti ne morirono quel giorno. Molti guerrieri caddero per il fuoco e le zampe del drago, ma molti furono lasciati nelle miniere inconsapevoli. I portoni erano abbastanza grandi da far scappare la maggior parte dei nostri civili, ma Smaug distrusse l'entrata non molto dopo il suo arrivo. Non provo piacere nell'immaginarmi cosa sia successo a quelli che non fuggirono in tempo.">.
Thorin fece un profondo respiro.
<"Gli elfi che ho menzionato? Loro rimasero a guardare e permisero al drago di fare come gradito. Stettero immobili mentre le nostre forze venivano devastate e non alzarono neanche un dito se non per dare l'ordine di ritirarsi. Eravamo soli. Così tanti furono perduti nei giorni che ne seguirono. Fame, esposizione, fu un caos assoluto provare ad organizzare le nostre forze. C'erano anziani, bambini e nani che non se ne erano mai preoccupati di lasciare la montagna prima di quel giorno. Noi guerrieri avevamo sopportato di peggio, ma i nostri civili non se l'erano mai immaginato. Quindi continuammo a muoverci. Lavoravamo, forgiavamo e minavamo nelle cittadine degli uomini, e ogni volta eravamo trattati come cittadini inferiori e fummo presto scacciati. Eventualmente trovammo riparo nei Monti Blu.
C'era poco e niente per noi, ma abbastanza per sopravvivere.">.
Bilba fissava il suo tè.
Sapeva cos'era la fame.
Sapeva cosa andare avanti senza nulla, potesse fare ad una persona.
Capiva il peso della perdita meglio di molti.
Ma la Contea si era sempre ripresa.
Era sempre presente la speranza da trovare alla Contea.
Non c'era mai un fine senza finale.
C'era la primavera.
C'era la famiglia.
C'era sempre speranza.
<"Ma Thror non riusciva a sopportarlo. Guidò i suoi guerrieri ai cancelli di Moria, un reame nanico perduto da tempo ed invaso dagli orchi. Venne conosciuta come la Battaglia di Azanulbizar. E anche se facemmo ritirare il nostro nemico, tutto quello che ci rimase furono i corpi dei nostri fratelli caduti, da esporre. Mio nonno fu decapitato da un orco pallido, Azog il Profanatore.">.
Lui ringhiò al nome, come se fosse veleno sulla propria lingua.
<"Mio padre Thrain scomparve. Ucciso da una lama o un attacco di cuore, non lo sapemmo mai. Ho combattuto l'Orco Pallido, fino a che non mi rimase nulla ma un ramo di quercia da usare come scudo per difendermi e—">.
<"È quello l'utilizzo di quel ramo?!">.
Thorin contrasse le labbra.
<"Sì,"> rispose lui seccato, <"E quel ramo è quello che mi ha fatto guadagnare il nome di Thorin Scudodiquercia.">.
<"Oh."> Bilba tirò un'occhiata all'entrata del salotto, dove lei aveva appoggiato il ramo, vicino al camino, per essere possibilmente utilizzato per alimentarne le fiamme.
<"Errore mio. Per piacere continui,"> mormorò lei impacciatamente.
Thorin sbuffò e continuò la sua storia.
<"Non possedevo nulla se non un ramo di quercia a farmi da scudo, per difendermi, e combattevo da solo contro quell'orrido, e gli presi il braccio. Venne riportato all'interno dove, eventualmente, egli morì. Ed il campo di battaglia divenne nostro.">.
Mentre Thorin non fu mai uno da essere modesto, la menzione della vittoria gli portava solo dolore in volto.
<"Persi mio nonno, mio padre, e presto avrei anche scoperto che mio fratello minore era caduto per mano dei nemici.
Non ci furono festeggiamenti quel giorno. O nessuno dei seguenti. Ma da quel giorno il mio popolo ha iniziato ad avercela con la stirpe di Durin, credendola inadatta a regnare. Loro pensano che perché il sangue di Thror e Thrain scorre nelle nostre vene, noi siamo destinati a seguirli nelle loro disgrazie. Quindi hanno deciso di rimuoverci.">.
Bilba lo guardò, incredula.
<"Ma i tuoi nipoti?! Sono solo bambini! Come potrebbero mai essere una minaccia? Non avrebbero potuto solo spodestare te?"> chiese lei.
Thorin sospirò, <"Nella maggioranza delle colture lo avrebbero fatto, ma i nani credono fermamente nella linea sanguigna. Per noi, una dinastia non può essere terminata se non con la rottura della linea..e quindi hanno attaccato.">.
Ci fu un lungo silenzio che neanche il suono delle risa dei bambini poté scalfire.
Bilba aveva le mani avvolte attorno a una delle tazze da tè di sua mamma, che d'un tratto non le parve più così calda.
Thorin fissava il nulla, memorie che scorrevano per i suoi occhi.
<"Mi dispiace,"> sussurrò Bilba, <"Mi dispiace tanto. Per tutto. Quello che è successo—tutto quanto—è stato orribile e oltre al tragico. Se necessiti di qualsiasi cosa, Thorin, ti prego, non temere di chiedere.">.
Lui scrutò lo sguardo di lei, cercando ingenuità, ma trovando solo comprensione.
Annuì, la sua gola secca dal parlare, e tirò un'occhiata verso dove il rumore dei suoi nipoti che giocavano proveniva.
E lui realizzò che, magari, era presente speranza da trovare nella Contea.
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Dopo pranzo, il quale ha donato a Fili un mal di pancia, a Kili un picco di zuccheri, e quasi messo Thorin in un coma, Bilba decise che era arrivato il momento di parlare a proposito della vita di Contea—in riguardo a come i nani ci si potessero ritrovare dentro.
Fece sedere Fili per terra con un cuscino da abbracciare attraverso il dolore, e mise Kili a sedere sulle ginocchia di Thorin, contenuto da un forte braccio.
Lei si sedette in una sedia differente e provò a pensare ad un inizio per cominciare.
<"Penso che il primo hobbit che incontrerete e che imparerete a conoscere meglio sia il mio giardiniere, Hamfast Gamgee. Vive in fondo alla via e viene ogni altro giorno o quasi. Domani vi presenterò quando arriva.">.
Thorin lanciò uno sguardo diffidente e strinse i suoi nipoti più vicino.
<"Calmati, Thorin. Hamfast lavora per me da anni. È perfettamente affidabile. Ham non ferirebbe una mosca. Sua moglie ora, è una ragazza fantastica. Ma può essere abbastanza feroce se pensa che tu veda te stesso al di sopra di lei. Sarebbe meglio dimenticarsi di menzionare il sangue reale finché lei non ha la possibilità di conoscervi meglio.">.
Bilba sedeva pensierosa, tentando di immaginare come gli hobbit avrebbero accettato l'aversi di tre nani nella Contea.
<"Vediamo. Dopo quello, i Took sono gli hobbit con cui probabilmente andrete più d'accordo. Enormi clan, molto ricchi, maliziosi. Io sono una nipote della matriarca, Nonna Took. Quel gruppo penserà che avere dei nani nella Contea sia uno sviluppo fantastico. Scommetto che voi due amerete giocare pure coi loro bambini. Adorano correre per la foresta e giocare con le spade.">.
I ragazzi si risvegliarono a quel punto, e Kili energicamente provò a combattersi la via di fuga dalla presa di Thorin, con mancato successo.
<"Voglio giocare!"> si imbronciò lui. Bilba sogghignò.
<"Magari dopo. Adesso, la prossima famiglia più numerosa sono i Baggins. Mio padre ne era uno. Sono il perfetto opposto dei Took. Loro gradiscono la puntualità, il decoro, e le buone maniere. Non sopportano le avventure, l'eccitazione, e sarebbero felici se nulla mai cambiasse. Saranno duri da far cedere. Ma il più a lungo restate, e di più voi diventerete una normalità, e vi si abitueranno.">.
Thorin la guardò scettico. Nei villaggi umani i nani erano stati accolti con fascino, considerandoli una vista rara ed interessante. Poi i nani divennero normali. E gli era stato chiesto di andarsene, perché loro erano 'un peso' (se gli uomini erano gentili) oppure 'inaffidabili', 'minacce pericolose', e 'ladri'.
Quanto tempo sarebbe passato prima che gli hobbit perdessero interesse in loro?
<"Vi porterò tutti a conoscere i Took tra qualche giorno, una volta che vi avremo sistemati.">.
Thorin inarcò un sopracciglio.
<"Cosa intende dire?">.
Bilba alzò lo sguardo, sorpresa.
<"Volevo solo dire che avremo bisogno di uscire e prendere un po' di vestiti per voi. E magari qualche spazzola. E scarpe. Oh, conosco una bottega di giocattoli che voi due adorerete!">.
I bambini squittirono di gioia a quel punto.
Ma Thorin provava rimorso. Non gli era mai piaciuto dover ripagare dei debiti.
E ora si stavano accumulando.
<"Ma dovremo risparmiarcelo per domani. Perché non vi mostro in giro per Casa Baggins?">.
Mentre due dei suoi tre ospiti si sentivano come se non fossero capaci di muoversi, Fili riuscì a emettere un gemito, <"Dov'è?">.
<"Dov'è cosa?">.
<"Casa Baggins.">.
Bilba sospirò, <"È il nome della mia dimora.">.
<"Cossa dimora?"> chiese Kili mentre mordeva la mano di Thorin.
Bilba alzò gli occhi al cielo.
Bambini, veramente.
I nani rimasero lì per un paio di minuti ancora, domandandosi come gli hobbit facessero a non esplodere dopo aver mangiato così tanto, ancor meno a correre in giro, coltivando e ridendo.
Quando finalmente lei riuscì a farli muovere, Thorin teneva in braccio Kili con l'arto superiore, e stava tenendo la mano di Fili con l'altro.
Lei gli mostrò tutte le camere da letto ed i bagni, i tre salotti, lo scantinato, la cucina (con la qualche avevano già una peculiare familiarità), e le tre dispense (dove Thorin quasi svenne di nuovo).
Thorin scoprì che no, Casa Baggins non era fornita di passaggi segreti, e neppure era un labirinto.
Gli hobbit erano semplicemente creature svelte e silenziose, apparentemente.
Era comunque sospettoso. 'Magia Fatata' e 'Sangue di Fata' non sedevano bene con lui.
Ai nani piacque Casa Baggins, e non poco.
In particolare modo ai nipoti.
Thorin, il quale aveva visto Erebor nei suoi giorni migliori, la trovava pittoresca.
I bambini pensavano che fosse l'abitacolo migliore che avessero mai visto, considerando che le case in cui erano stati erano tutte baracche arrugginite.
Ma Casa Baggins era sia spaziosa, accogliente, e aveva qualcosa per tutti.
Allora il piccolo gruppo si rilassò.
Bilba si fece un bagno, ed era vagamente terrificata che qualcosa potesse succedere mentre lei era indisposta.
Ma basso e a guardare, quando lei si ricambiò nei suoi vestiti e si affrettò nel salotto, Thorin stava facendo rimbalzare i suoi nipoti su e giù sulle sue ginocchia.
Guardando dall'accesso della porta, Bilba catturò la prima vista della famigliola nanica agire come una vera famiglia.
Fili e Kili stavano gorgogliando di buon umore e Thorin stava sorridendo.
E ridendo.
La sua risata era gioiosa, rimbombava e pervadeva attraverso la stanza.
Bilba si appoggiò contro lo stipite della porta, e si accorse del fatto che la sua presenza gli fosse allo oscuro.
Un ghigno birichino strisciò sulla sua faccia.
Sfrecciò indietro nel corridoio e girò attorno alla stanza, con movimenti furtivi nella via d'entrata dietro a Thorin.
Entrò silenziosamente, e quando vide gli occhi dei bambini accorgersi di lei, poggiò un dito alle sue labbra mentre indicava Thorin.
Avevano capito il concetto.
Lei si avvicinò, prestando maggiore attenzione per evitare anche le assi di legno che leggermente scricchiolavano, finché non si ritrovò appena dietro al divano.
Con una voce gentile, magari anche più silenziosa del solito, disse, <"Chi vuole la cena?">.
Thorin saltò come se ci fosse del fuoco sotto al suo posteriore.
Girò sui suoi tacchi con un nipote sotto ciascun braccio. Stava ansimando, con gli occhi sgranati, e si ergeva come se stesse per affrontare un'armata.
Bilba provò a trattenere un risolino e a mettere su una faccia sincera ed innocente, ma non riuscì a resistere quando Fili e Kili si misero a ridere.
Mise una mano sopra al suo sorriso per provare a coprirlo, ma le sue risa si forzavano la fuga a squittii.
Thorin permise alle sue spalle di rilassarsi e mise ciascun bimbo giù.
<"È fortunata che non avessi la mia spada,"> respirò lui, mezzo serio.
<"Ne sono certa,"> concordò Bilba. Sapeva di non essere stata la migliore delle idee per uno scherzo, ma i bambini si erano divertiti, quindi perché no?
<"Forza. Ho messo un paio di polli nel forno prima che mi lavassi. Voi tutti avete bisogno di ripulirvi.">.
<"Cosa?!"> esclamò Kili.
<"Ma abbiamo fatto il bagno ieri!"> si lamentò Fili.
<"Voglio dire che avete bisogno di lavarvi le mani prima di cena. Vi permetto di essere sporchi per gli altri pasti, ma è passato tutto il giorno. Ora andate.">. I bambini abbassarono le spalle ma obbedirono, camminando fianco a fianco fino al bagno, e gli occhi di Thorin quasi gli uscirono dal teschio quando gli sembrò che loro sapessero esattamente dove andare, quando lui ancora era confuso in quanto alla struttura della casa di lei.
<"Come lo fai?"> chiese lui.
<"Cosa?">.
<"Farti ascoltare da loro e fargli fare delle cose che loro non vogliono fare. Fanno quello che gli dico solo quando gli piace quello che gli sto dicendo.">.
Bilba sogghignò,
<"È tutto a proposito di corruzione. Il cibo per i bambini è come l'oro per gli adulti. Ora è meglio che vada pure tu.">
Lui la fissò con indignazione.
Chi era questa donna per richiedere cose così insignificanti ad un Re?
<"Non sono un bambino.">.
<"Ne sono al corrente. Ora vai a sciacquarti con i tuoi ragazzi, o tutto quello che ti verrà dato è un'insalata.">.
Thorin aspirò in aria.
La faccia tosta!
<"Tratterreste del cibo da me? Il suo ospite?">.
<"Oh per piacere, non è come se potessi morir di fame. Dovresti solo mangiare come un elfo per una notte. Oppure finché ti rifiuti di Lavarti. Le. Mani.">.
Le mani di Thorin stavano tremando mentre la sua faccia diveniva rossa.
<"Siete astuta e sadica.">.
<"Ecco perché Gandalf vi ha mandato qui.">.
Bilba si affrettò lontano dal Re verso la cucina, provando e fallendo di trattenere un sorriso.
Thorin avrebbe potuto avere ogni gentilezza che desiderava se avesse seguito le sue regole.
E lei non avrebbe avuto mani sporche alla sua tavola.
Tirò fuori i polli ed incominciò a tagliarli nelle distinte parti del corpo. Mise fuori l'insalata, le patate, ed il prosciutto che aveva preparato precedentemente.
Dando la schiena, l'unica cosa che sentì furono gli esulti e gli 'urrà' dei bambini che, una volta entrati, videro il pasto.
Si accorse dei colpi pesanti degli stivali di Thorin un minuto dopo.
Si girò per dare dell'acqua a Fili e Kili, trovandoli già sistemati ai loro posti, aspettando pazientemente.
Come una volta i ragazzi avevano scoperto a cena, afferrare il cibo prima che tutti si fossero situati era veramente da maleducati e valeva abbastanza da ricevere un leggero schiaffo sulla mano (a meno che qualcuno fosse svenuto e a loro venisse detto di servirsi).
Thorin risiedeva nella via d'entrata con mani loscamente pulite.
<"Fate pure e servitevi. Devo solo andare a prendere una cosa dallo scantinato,"> disse Bilba dopo aver tirato fuori del vino per se stessa.
Passò affianco a Thorin e andò giù per il corridoio.
Thorin girò la testa per guardarla andare, chiedendosi cosa stesse andando a prendere.
Ma lasciò perdere, e andò a sedersi al tavolo quadrato in mezzo ai suoi nipoti, i quali si stavano già riempiendo il piatto.
Sorrise caldamente.
Questo giorno è stato buono.
Triste a momenti, ma rilassante e gradevole per il resto.
Era rimasto scioccato dal buon umore di Fili e Kili.
I due non avevano pianto oppure non avevano fatto intendere di essere traumatizzati affatto.
Thorin sapeva che erano presenti due facce di quella moneta però.
O erano già sfregiati dalla cicatrice, e in tal caso starebbero trattenendo il dolore e potrebbero esplodere quando esso fosse diventato troppo, oppure erano genuinamente ingenui su quanto era successo, e lui avrebbe dovuto spiegargli cos'era accaduto e dov'era loro madre presto o tardi.
Ne l'uno né l'altro sembravano confortanti per tutte le gioie dei ragazzi.
Ma mentre si riempiva il piatto, sentì dei passi stabili venire dal corridoio.
Strano, perché si era improvvisamente accorto che gli hobbit si muovevano come fantasmi.
Si girò per guardare il passaggio a volta per il corridoio, e venne accolto da Bilba che portava un grande boccale.
<"Ho pensato che questo sarebbe stato di più di tuo gradimento che non il mio vino fruttato,"> disse lei mentre appoggiava la birra accanto al piatto di lui.
Thorin fissò il liquido dorato.
Quando è stata l'ultima volta che aveva bevuto una buona birra?
Certo, potrebbe essere birra hobbit-osa, e chi lo sa cosa quello potesse comportare, ma la birra era generalmente birra.
Lentamente mise la mano al manico del boccale, e se lo alzò al naso.
Una forte fragranza colpì le sue narici.
Cautamente sorseggiò la sostanza, non notando Bilba che lo osservava con attenzione.
Era splendido.
Anche per il criterio nanico—il quale era alquanto alto in paragone alle altre razze—questa era una bevanda ben fatta.
Deglutì qualche altro sorso, assaggiandone un poco mentre lasciava che il resto colpisse a pugni il dorso della sua gola.
Era rinfrescante, addirittura nostalgico.
Un commemorativo di giorni migliori passati con gli amici, famiglia e spensieratezza.
Appoggiò il boccale con un sospiro soddisfatto.
Bilba fece un grande sorriso a se stessa.
Era un fatto ampiamente sconosciuto che gli hobbit fossero i produttori di alcuni dei migliori vini d'orzo, lieviti di birra, radici, uva da vino, e (SPECIALMENTE) erba-pipa in tutta la Terra di Mezzo.
Le loro feste, anche se piccole, erano alcune delle migliori in tutto il territorio, e si tenevano squisitamente spesso.
Bilba voleva far conoscere i nani ad alcuni degli hobbit, in particolare modo ai Took, così poteva portargli i nani, dandogli la possibilità di parlare con qualcuno.
Lei sapeva poco dei raduni nanici, ma davvero, nessuna razza poteva pareggiare con gli hobbit in fatto di affari festivi.
Allora mangiarono, chiacchierarono, Fili e Kili dissero agli adulti a proposito di tutte le cose che avevano disegnato, e ancora una volta, i nani persero la gara non-ufficiale di mangiata contro la loro piccola padrona di casa.
Mentre Bilba stava servendo il dolce (il quale era tecnicamente il secondo dolce, ma Bilba decise di non menzionarlo) alla testa di Thorin venne in mente un pensiero.
<"Signorina Baggins—">.
<"Bilba.">.
<"Bilba. Prima, quando stavi parlando delle famiglie hobbit, hai detto che facevi parte del clan dei Took e dei Baggins? So che hai detto che sono opposti come il giorno e la notte. Come sei tu una figlia d'entrambi?">.
Bilba attizzava la sua fetta di torta con fare pensieroso.
<"Beh, mia madre era la figlia maggiore dell'Anziano Took, il vecchio patriarca del clan dei Took. Era una giovane ragazza piuttosto avventurosa. Aveva viaggiato più lontano di quasi tutti gli hobbit prima di lei. I Took non ne potevano essere più fieri. I Baggins erano un poco scoraggiati però, ma lei era conosciuta per essere una delle ragazze più splendide e gentili della Contea. Mio padre era Bungo Baggins, e fu piuttosto attratto da lei, apparentemente. Non so come lui riuscì a passare dall'essere il bambino di due Baggins, totalmente e completamente rispettabili, all'essere sposato con mia madre, ma era piuttosto determinato. Le costruì questa casa, in effetti. Le persone erano consone parlare di come fossero diversi, ma crescendo non me ne accorsi mai.">.
Bilba sorrise alle memorie che le tornarono in mente. <"Penso che si possa dire di come avessero interessi simili con personalità opposte. Avevano gli stessi obbiettivi, e li raggiungevano a modo dei Took e a modo dei Baggins. Mio padre, lui amava studiare; sentire ed ascoltare riguardo al mondo al di fuori della Contea era una passione delle sue. Mia madre lo amava in equal modo, ma non aveva la pazienza per sedersi in un luogo con un libro. Usciva ed esplorava. Loro traevano beneficio da l'un l'altro, davvero. Bungo possedeva mappe e resoconti da mostrare a mia madre per prendere la strada migliore per arrivare da qui a qualsiasi parte, e Belladonna gli portava indietro sempre più libri e storie. Lo studio è pieno fino all'orlo dei suoi souvenir.">.
Thorin lanciò uno sguardo ai bambini, i quali erano sorprendentemente devoti alle parole di Bilba, anche se si stavano riempiendo le facce (era quella la prima o la seconda fetta?) di torta.
<"Ma io penso che quello che fece il trucco fu il quanto si capissero a vicenda. Mio padre sapeva che mia madre possedeva una voglia di viaggiare che nessun uomo poteva estinguere, e mia madre sapeva che mio padre sarebbe sempre stato legato alla sua casa. Loro non si domandavano e non si cambiavano l'un l'altro. Gli altri hobbit, quelli che in anticipo provarono a corteggiarli ciascuno, erano sempre dietro a qualcosa. I giovanotti volevano essere quelli che avrebbero 'addomesticato' la grande avventuriera. Le ragazze rincorrevano i soldi di mio padre o la sua rispettiva posizione sociale. I due di loro non provavano né l'uno né l'altro. Mamma aveva i soldi di cui necessitava dalla sua stessa famiglia, e papà aveva abbastanza rispetto per entrambi.">.
Bilba finì il restante della sua torta con un lungo masticare. <"Era sempre una sorpresa per tutti il quanto fossero fedeli l'uno con l'altro. Ma lo accettarono. Ed io. La quale penso che fossi la maggior preoccupazione per i miei genitori.
I Took pensano che io sia una Took molto Baggins, e i Baggins pensano che io sia una Baggins molto Took. Ma entrambi mi considerano come una di loro, il che è davvero tutto quello che conta.">.
Thorin provò ad immaginare come la vita della famiglia di Bilba potesse essere, essendo indeciso tra due famiglie.
Non aveva mai provato nulla di simile.
Lui era il figlio di suo padre, l'erede alla stirpe di Durin.
Voleva bene a sua mamma, con fervore, ma far parte della famiglia di lei non è mai importato granché.
Conosceva il suo lato materno, ma erano sempre stati felici di vedere sua madre come parte della famiglia di Durin, piuttosto che lui come una parte della sua.
<"La tua famiglia è molto complessa.">.
Bilba si mise a ridere a quel punto.
<"Suppongo che lo sia. Ma io l'ho sempre vista in questo modo: la Famiglia non è esclusiva al sangue. È una sorta di scelta, non è così? Famiglia significa che vi volete bene l'un l'altro, vi proteggete e prendete cura a vicenda. Ho dei cugini che non chiamerei mai famiglia. Sono solo parenti. Ho degli amici, invece, a cui sono molto più affezionata. Voglio dire, il matrimonio non si tratta forse di quello? Due persone che non sono sangue che si chiamano famiglia a vicenda? Davvero, penso che la famiglia sia quello che ne fai. Non per chi ne scorre il sangue tramite le vene.">.
Thorin, per quanto fosse grato alla hobbit, provò a non fremere dalla rabbia.
Mentre lui in qualche modo concordava con quello che disse lei, le linee sanguigne erano assai importante per i nani.
La tua famiglia era tanto parte di te quanto tu ne fossi una parte a sua volta.
<"Mio nonno faceva parte della mia famiglia. Aveva un desiderio per l'oro, e portò un drago sulle nostre teste, ma io non lo abbandonerei mai semplicemente perché ero arrabbiato con lui,"> ringhiò lui, le sue prime parole scortesi nei confronti di lei.
Bilba rimase in qualche modo sorpresa, ma fu veloce  a rispondere.
<"Non lo farei neanche io. Pensi che perché sotto la sua lussuria per l'oro lui ti sia affezionato meno? Non penso che una persona abbia un limite all'amore che può donare. Penso che a lui importasse di te, proprio come fa la famiglia, e lui sicuramente non aveva augurato per nessuna malasorte. Tutto quello che sto dicendo è che la famiglia può essere di più che solo parenti. Si tratta di chi t'importa, chi ti aiuta quando stai soffrendo—">.
<"E cosa ne sai tu della sofferenza?!"> urlò quasi lui.
I bambini si ritirarono nella sedie mentre assistevano al temperamento di loro zio.
Thorin poteva anche accettare l'inusuale opinione di 'famiglia' di lei, ma se questa donna, la quale viveva in questa dolce piccola casa e aveva cibo per soddisfare un'armata, pensava di saperne qualcosa in fatto di dolore e sofferenza, lui non l'avrebbe assecondata.
Bilba lo fissò, occhi spalancati, con uno spigolo pericoloso.
La sua bocca era una fine, tesa linea e lei parlò quietamente; una terrificante tranquillità di ghiaccio legava le sue parole.
<"Non mettere in dubbio la mia conoscenza d'agonia, Thorin Scudodiquercia, oppure la condividerò con te,"> rispose lei freddamente.
I bambini, che sedevano opposti l'uno all'altro, spostavano gli occhi tra gli adulti e loro, chiedendosi cosa sarebbe successo e come si sarebbe conclusa la cosa.
Avevano visto i più grandi discutere prima, e non finiva mai bene.
Thorin vide la serietà negli occhi di lei, gli anni che non dovrebbero essere presenti.
Notò le cicatrici che lui aveva visto solo nei guerrieri addolorati, nascondersi nelle sue iridi verdi.
Ma poi lei guardò i bambini, notando la paura immediatamente, ed attirandone pure l'attenzione di Thorin.
<"Le mie scuse,"> disse lui frettoloso e nel silenzio.
<"Non avrei dovuto perdere la mia pazienza.">.
<"Sono dispiaciuta pure io. Avrei dovuto scegliere le mie parole con maggiore attenzione.">.
Si guardarono a vicenda a quel punto, e raggiunsero un'accordo interno.
Per i bambini.
Allora gli adulti sparecchiarono la tavola, misero i piatti nel lavello e lasciarono perdere.
Beh, quasi.
<"Lo sai che questo mi accerta soltanto in quanto a tuo nonno però. Eravamo entrambi sopraffatti da qualcosa di negativo, ma non significa che non ci preoccupiamo per nessun altro. Non siamo imparentati neppure noi, eppure eccoci qua, a pulire i piatti insieme."> Thorin sbuffò tramite il naso ma non discusse.
L'hobbit faceva una noiosa quantità di buon senso quando voleva.
Come spesso fanno i bambini quando trattenuti da pance piene, i ragazzi presto iniziarono a sbadigliare e a rallentare i propri movimenti, mentre il gruppetto andava verso il salotto.
Si sedettero li per un po', e Bilba tirò fuori un vecchio libro di storie, e narrò dei racconti, mentre Thorin stringeva i suoi nipoti vicino a sé.
Gli adulti pensavano che i bambini stessero per addormentarsi, quando Kili incominciò a tirare su col naso.
<"Sei stanco, piccolino? Vuoi andare a dormire?"> chiese Bilba.
Kili scosse la testa.
<"Vuoi un po' d'acqua? Un giocattolo?"> gli domandò Thorin.
Kili scosse la testa ancora una volta, così vigorosamente che i suoi capelli sventolarono attorno a lui, e il tirare su col naso aumentò.
Bilba realizzò cosa stava per succedere un secondo troppo tardi.
<"Cosa vorresti, figliolo?"> chiese Thorin, pensando che suo nipote non si sentisse bene, forse per via di tutto quel cibo.
<"Mama,"> piagnucolò Kili, e Fili sembrò ritrarsi in una palla contro di Thorin.
<"Io voglio la mia mama,"> ripetè Kili, più forte e austero, <"Io voglio la mia mama! Voglio la mia mama!">.
Lui iniziò ad urlare, e le lacrime scesero a piena forza.
Thorin alzò la mano da Fili per tentare di tirare Kili più vicino, ma peggiorò solo le cose.
Kili singhiozzava con rabbia <"Tu 'hai abbandonata! Tu 'hai abbandonata! Dovevi salvare le'!"> Kili stava urlando in agonia infantile, e batteva sul petto di Thorin con piccoli pugni violenti.
Suo zio sembrava sbigottito e ferito come se suo nipote lo stesse trafiggendo.
<"Perché non 'hai salvata?!"> si lamentò Kili con una voce aspra, <"Perché non ha' salvato mama?!">.
Bilba non era sicura di cosa fare.
Ogni parola pareva come un pugnale per il cuore di Thorin, ma sarebbe il suo intervento stato accolto in un problema così privato?
Ma poi lei rivolse lo sguardo a Fili.
Era arricciato in una palla, testa in mezzo alle ginocchia con le mani sulle orecchie, isolandosi fuori.
Era sicuramente stato il più tranquillo dei due fratelli fino ad ora.
Bilba diede per scontato che fosse la parte di essere il fratello maggiore, che lui sentisse pressione per essere responsabile e prendersi cura di Kili.
Ma cosa poteva fare ora che suo fratello piangeva, come un segugio messo in trappola?
Bilba si alzò.
Camminò dritto fino a dove era seduto Thorin, gli sollevò Kili dalle ginocchia, e lo strinse al petto.
Mise un braccio sotto di lui, e l'altro sul dorso della testa, abbracciandogli la faccia alla sua spalla.
Lei gentilmente lo fece sobbalzare in su e in giù, e le grida di lui vennero rimpiazzate da un incostante pianto.
Il sentirlo le feriva il cuore, ma sperava che almeno così fosse un po' più facile per Fili.
<"Calmo ora, sshhhhh. Va tutto bene. È tutto a posto, piccolino,"> lo confortò lei.
Buttò uno sguardo in basso a Thorin, il quale aveva ancora le mani sospese sulle ginocchia, dov'era situato prima Kili.
Lui alzò lo sguardo per il trauma appena subito.
Lei si girò e lasciò la stanza, capace di trattare con un solo ferito per volta.
<"Ecco ora, sshhhhh.">.
Bilba provò a pensare a che cosa le avesse spiegato Thorin in riguardo alla coltura nanica, se ci fosse un qualcosa che lei potesse dirgli per confortarlo.
<"Mi manca la mia mama..."> gemette lacrimevolmente Kili.
Bilba si era chiesta quando questa bolla sarebbe scoppiata.
Il 'trauma' era capace di manifestarsi a te e di colpirti nei momenti più inaspettati.
Un poco come un hobbit, in effetti.
<"Lo so tesoro. Anche a me manca la mia,"> disse lei onestamente, obbligando la sua voce a rimanere stabile.
<"Ma ora le nostre mamme sono in un posto migliore, giusto Kili? I miei genitori sono insieme e contenti. E la tua mamma è con Aüle, corretto?">.
Bilba non era esattamente sicura che fosse così.
Thorin aveva parlato più della creazione dei nani, che non di quello che gli accadeva dopo la morte.
Per ovvie ragioni, Bilba non aveva indagato.
<"Con papà?"> chiese Kili di punto in bianco, sbirciando dalla spalla di lei, per guardarla con grandi occhi marroni bagnati, da cucciolo.
Bilba percepì il suo cuore spezzarsi in due.
<"Si,"> sospirò lei, <"Con papà. E scommetto che lei è felice di vederlo.">.
Camminò verso l'infermeria con ginocchia deboli, e gambe tremolanti, ma continuò,
<"Tua madre era una donna molto coraggiosa, Kili. E anche tu lo devi essere. Ma un giorno la rincontrerai.">.
Kili annuì, le lacrime rallentando.
<"Per mama.">.
Bilba raggiunse la sua camera ed entrò, sedendosi sul letto.
Lo cullò lentamente da un lato all'altro.
<"Lo so che è dura, Kili, fidati che lo so. Ma starete bene, tu e tuo fratello. Thorin ed io ci prenderemo cura di voi.">.
Sentì le braccia di lui stringersi attorno al suo collo mentre un brivido lo attraversò.
Rimasero seduti lì per un periodo sconosciuto di tempo, finché lei sentì il suo ansimare divenire un ritmo regolare di respiri, ed il suo corpo diventare floscio.
Tirò su le coperte mentre si bilanciava con un braccio, e lo stese giù.
Gli rimbocco le coperte fino al mento, e pulì via i segni delle lacrime con un fazzoletto.
Bilba fece dei respiri profondi, e tornò dagli altri.
Thorin e Fili sedevano vicini—ma non insieme—sul divano. Fili era ancora ripiegato su se stesso, e Thorin sedeva fiacco, sembrando di decenni più vecchio alla luce del fuoco.
Lei camminò fino al bordo del divano e si piegò.
<"Fili,"> chiese lei con esitazione, <"Vorresti andare a letto?">.
Lo sentì tirare su col naso umido, e lui alzò lo sguardo dalle sue braccia con un faccia rigata dalle lacrime.
Non disse una parola, ma distese le sue braccia verso di lei.
Lei lo sollevò delicatamente tra le sue braccia e si diresse verso il corridoio.
Avrebbe potuto metterlo direttamente a letto, ma quale bene avrebbe potuto compiere quell'azione?
Fuori dalla portata d'orecchio di Thorin, nel corridoio, lei chiese, <"Fili? C'è qualcosa di cui vorresti parlare?">.
Lui si tese nelle sue braccia, ma senza muovere il mento dalle spalle di lei rispose,
<"È il mio compito proteggerlo. Mama ha detto così."> Bilba non necessitava di chiedere a chi lui si stesse riferendo.
<"Kee non ha mai conosciuto papà, quindi è compito mio stare attento per lui.E non l'ho fatt'. E ora mama è andata.">.
Un bambino piacque tra le sue braccia per la seconda volta quella notte.
Fili era più silenzioso, ma rantolava, e pareva ancor più addolorato.
<" 'Utti quelli a cui 'ogliamo ben vann' via. Ed è 'olpa 'ia perché no' sto attento. Loro 'icono che ci sarann' e 'oi si fann' male. E io no' voglio che Z'o Thorin si fa mal' e no' voglio essere solo e 'o paura e io 'oglio la mia mama e-e—">.
Le sue lacrime lo interruppero.
Bilba strinse stretti i propri occhi, e cullò leggermente il bambino tra le sue braccia.
Mise la mano sul dorso dei suoi capelli dorati e lo strinse forte.
<"Lo so che fa paura, Fili. Lo so che è difficile,"> sussurrò Bilba mentre teneva a freno il suo stesso dolore.
<"Ma non ti devi preoccupare. Sei al sicuro qui. Tu, Kili e Thorin. Nessuno di voi si farà male. Mi prenderò io cura di voi. Di tutti voi. Non rimarrai mai da solo.">.
<"Dev' com'nque fare atten'ione a Kee e—">.
<"No, Fili. Non devi. È molto coraggioso ed amorevole da parte tua voler badare a tuo fratello, ma se gli tieni sempre la mano non sarà mai capace di prendersi cura da solo, ora, non è così? Tu lascia che io e Thorin ci prendiamo cura di tutto. Non devi metterti così tanta pressione addosso.">.
Fili stette calmo per un momento, e Bilba pensò che potesse dormire come Kili, ma non ebbe così tanta fortuna.
<"Voglio la mia mama,"> pianse lui nel collo di lei.
Fili pareva ancor meno consolabile del fratello.
Allora Bilba provò con un approccio differente.
Iniziò a cantare.
<"Calma ora mio amore.
Mio piccolo calabrone.
Tu sei sano e salvo.
E dal miele cinto.">.
Era una ninnananna che sua madre le scrisse quand'era bambina.
Era basata sui suoi riccioli color miele, e l'accoglienza, l'amore in cui Casa Baggins era immersa durante anni migliori.
<"Il gelo può esser crudele.
E l'inverno taglia profondo.
Ma ti terrò calore.
Anche nel pianto abbondo.">.
Belladonna l'aveva composta durante l'Inverno Mortale.
Bilba era appena un po' più grande di Fili all'epoca.
La stagione aveva distrutto il raccolto della Contea, e permesso ai lupi di attraversarne i confini.
Molti morirono.
Per molte cose.
La fame aveva creato il conto maggiori di corpi, soprattutto di bambini ed anziani.
Il freddo aveva congelato ben altro.
I lupi squarciavano quelli che viaggiavano in solitudine o impreparati.
Bilba rischiò di essere una di loro. Come anche Belladonna.
<"Ma la primavera farà ritorno.
Le piante sbocceranno di nuovo.
Sarai circondato.
Da gioia e amore tutt'attorno.">.
Alla fine gli hobbit sorpassarono la stagione.
Sopravvissero e proseguirono con cautela, preparandosi in caso potesse succedere ancora. 
Tennero sempre delle scorte d'emergenza nelle proprie cantine.
Alcune delle case più grandi erano fornite di cunicoli, che si collegavano ad altre, in caso di pericolo.
La Contea non si sarebbe fatta portare sulle proprie ginocchia ancora una volta.
Ma quello non cancellò le cicatrici.
Quelle emotive, oppure quelle fisiche.
I ricordi forzarono gocce dai suoi occhi, prima ancora che la canzone finisse.
Ma lei non gli permise di affliggerle la voce, e Fili sembrò sollevato.
Bilba si recò in infermeria.
<"Fili, posso prepararti la tua camera personale se preferisci. Ma è tutto apposto se vuoi dormire con tuo fratello stanotte. La scelta è solo tua.">.
Fili annuì debolmente, ma senza esitazione.
Lei entrò silenziosamente, e tirò indietro le coperte ancora una volta.
Fili scivolò accanto a suo fratello, e gli prese la mano.
Bilba li rimboccò dentro al letto e bisbigliò,
<"Buona notte, bambini.">.
Camminò fino alla porta, ma proprio prima che lasciasse la stanza sentì Fili risponderle,
<"Buona notte, Signora Baggins.">.
E Kili aggiungere torpidamente, <"Buo' notte Signora Boggeens.">.
E Bilba lasciò la porta socchiusa.
Si diresse indietro nel salotto sentendosi molto più stanca di quanto lo fosse mezz'ora fa.
E trovò Thorin, viso nelle mani, sembrando un uomo distrutto.
Si sedette affianco a lui, emotivamente esausta, ma essendo consapevole che ci fosse un'ultimo nano di cui preoccuparsi.
<"Aveva ragione,"> iniziò Thorin, la sua profonda voce ferita ed umida, <"Avrei dovuto salvarla.">.
<"Non c'era nulla che tu potessi fare.">.
<"Era mia sorella! Mia sorella minore! Loro madre. Io—"> la sua voce cedette, <"Ho fallito.">.
<"No Thorin, non è così,"> disse Bilba, la sua voce riaffermata.
<"Era tua sorella. Loro madre, proprio come hai detto tu. Ho visto quanto ci tieni e ti preoccupi per loro, e quello è come so che tu hai fatto tutto il possibile. Hai salvato i suoi figli! Tu quello lo chiami un fallimento? Sapeva quello che stava facendo quando li ha protetti. È morta salvando i suoi bambini, e che sia dannato tutto se quello non è un modo onorevole per andarsene. Alcune cose non si possono evitare, Thorin. Certe vite non si possono salvare. Ma i suoi figli sono al sicuro, ed io penso che lei ti sarebbe infinitamente grata per quello.">.
<"Ho perso tutto eccetto loro,"> Thorin soffocò fuori, la sua testa ancora giù.
<"La mia intera famiglia a parte loro due. Cosa potranno sapere della loro dinastia, crescendo, che non sia tragico? Non disonorevole o imbarazzante, oppure traumatico? Ho sofferto perdite durante la mia vita e son sopravvissuto, ma non ero un bambino quando è incominciato! Cosa dovrei fare?"> esclamò lui.
Bilba gli mise una mano sulla spalla e lo alzò per guardarlo negli occhi.
<"Continua ad andare avanti. Anche i tuoi nipoti non hanno nessuna famiglia eccetto te. E avranno più bisogno di te che di qualsiasi altra cosa. Hai sopportato tutto quello che il mondo ti ha scagliato contro, e tu devi continuare ad avanzare, fino a giorni migliori.">.
Thorin sospirò in modo umido, <"E cosa, se non arriveranno mai?">.
<"Arriveranno,"> Bilba disse tramite la propria agonia, <"Arrivano sempre. Ed io ti aiuterò a vederli.">.
Thorin fissò il fuoco del camino.
Le fiamme si riflettevano nei suoi occhi bagnati, mentre Bilba guardava.
<"Lei sarebbe fiera di te. Tutti lo sarebbero.">.
Thorin si girò lentamente verso di lei, cercandole gli occhi.
<"Andiamo, su. Hai bisogno di un po' di riposo,"> disse lei mentre lo prendeva per un braccio con entrambi le mani.
Era forte, ma non oppose resistenza.
Bilba lo guidò nella sua stanza, e lo mise a letto.
<"Ci saranno sempre giorno migliori, Thorin. Devi solo avere speranza.">.
Addormentandosi con lei seduta sul bordo del letto dove giaceva, Thorin discusse le parole di lei nella sua testa.
Lui aveva perso la speranza molto tempo fa.
Trovava la testardaggine una motivazione molto più efficace.
Ma certe cose non possono durare.
E certe cose non possono essere perdute.
Ma come Bilba cominciò a cantare ancora una volta, Thorin decise che, magari, la ragazza hobbit non aveva tutti i torti.
In fatto di moltissime cose.

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