Lei é lì, rannicchiata in una nicchia posta sotto la finestra,
dov'è situato un comodo divano in muratura che si integra alla perfezione con l'appartamento.
Abita in una villetta proprio vicino al bosco.
Le permette di godere la luce naturale e le trasmette tranquillità quando la sua anima attanagliata dalla sofferenza, dal dolore la fa sprofondare in un baratro profondo.
La sofferenza ha cambiato la sua vita.
I sensi di colpa si insinuano in lei in ogni istante proprio come un serpente che si avvolge e stringe la sua anima fino a soffocarla.
Lì si nasconde, lì si immerge in un universo fantastico.
Lì circondata da cuscini di vario colore guarda fuori dalla grande finestra e gode di un panorama stupendo.
Attorno diversi scaffali contengono una marea di libri.
Questo è diventato il suo regno, questo è il suo angolo preferito.
Lì si annulla e si fonde perfettamente con lo spazio che la circonda, si perde tra le pagine dei suoi libri dove può essere chiunque, dove la sua mente può vagare.
Dove può dimenticare il dolore.
Lì dove cerca di ricordare, ma si rifiuta e niente è in grado di smuovere lo spesso strato di fitta nebbia che attanaglia e offusca la sua mente.
E così si trova persa in quel marasma di confusione.
Lì si nasconde anche da se stessa.
Spesso si chiede qual'è il confine tra realtà e follia e quando si supera tale confine.
Ed è sublime e indescrivibile quando l'istinto prevale sulla ragione.
Niente regole perché sei finalmente libera.
Ma è un illusione, é un modo per scappare, una scusa per non affrontare la realtà.
Ha un libro tra le mani aperto sulla stessa pagina da più di un'ora, guarda fuori dalla finestra ma il suo sguardo è perso nel vuoto.
Un lampo di luce squarcia il buio della notte, un boato assordante fa tremare ogni cosa.
Si riscuote da quel torpore e inarca le labbra in un leggero sorriso, pensando che la stessa tempesta risiede in lei così come il più terribile dei dolori che attanaglia e prostra l'animo suo.
Un rumore la distoglie dai suoi pensieri, dei colpi forti e decisi.
Si alza e con passo lento si dirige verso la porta.
"Immaginavo di trovarti in queste condizioni. Hai continuato a dirmi che stavi bene, hai continuato a mentire. Siccome ti conosco meglio delle mie tasche eccomi qua. Come si dice se Maometto non và alla montagna, la montagna va da Maometto "
Una ragazza aspetta con ansia davanti la porta con un sorriso triste.
"Che ci fai tu qua a quest'ora della notte? Come hai fatto a trovarmi?"
Si sposta sul fianco e la sua amica entra.
"Questo è tutto quello che sai dire? A me, alla tua migliore amica? Tu pensi di riuscire a nasconderti anche da me? Ho fatto un mare di strada per venire qua a darti una svegliata. Sono distrutta mia cara Emy"
Emy inarca un sopracciglio.
"Prego accomodati pure e comunque stai a mezz'ora di macchina non è che abiti a chilometri di distanza "
Dice facendo un gesto plateale con la mano.
"È la stessa cosa. Certo che hai scelto un posticino niente male, mi piace lontano da tutti e da tutto. Vuoi scappare dalla realtà?"
Emily guarda la sua amica con attenzione.
Di media statura, il viso dai tratti fini, la carnagione chiara mette in risalto i suoi occhi verdi, una cascata di capelli color rame ricadono lisci sulle spalle e lungo la schiena e incorniciano un viso allungato.
Labbra sottili ma perfette che si incurvano in un sorriso sincero.
Il corpo snello e sodo con tutte le curve al punto giusto fasciato da un paio di jeans sbiaditi a vita bassa e un dolcevita color crema che aderisce perfettamente al suo corpo.
Emily la segue passando davanti alla consolle, si guarda allo specchio che scruta la sua anima.
Si passa le mani sul viso pallido, gli occhi grandi blu contornati da lunghe ciglia sono solcati da occhiaie evidenti.
Il naso dritto piccolo, le labbra carnose ma screpolate.
Le sue dita si spostano.
Le guance, il collo, osserva il suo corpo un tempo perfetto ma ora sciupato e penosamente dimagrito.
I capelli neri mossi, un tempo lucidi adesso spenti, opachi.
Sente una mano appoggiarsi sulla spalla e sobbalza per lo spavento.
"Rilassati Emy, sei tesa come una corda di violino "
Si gira e vede la sua amica dietro di lei.
"Stavo...stavo riflettendo"
L'amica sospira la guarda poi mette una mano sul suo braccio e la tira verso di sé.
"Sei andata dal dottore? "
Emy inarca un sopracciglio e fa un sorriso tirato.
"Vuoi dire dallo psichiatra? Si con scarsi risultati. Non ricordo niente."
Emy inizia a camminare lasciando l'amica alle spalle.
"Emy non è colpa tua, é stato un incidente e poi è uno psicologo."
Si dirige verso la cucina seguita dall'amica, sposta una sedia vicino al tavolo e si siede.
"Non dirlo nemmeno, sai benissimo che non è vero. Dite tutti così è questo dovrebbe farmi stare meglio? Per favore Sofia smettila anche tu di prendermi in giro."
Si alza facendo stridere la sedia e inizia a camminare avanti e indietro.
"Ok va bene scusa...non scaldarti tanto. Sai perché sono qui vero? "
Sofia alza le mani in segno di resa.
"No...non vengo con te, non puoi obbligarmi."
Emy è arrabbiata, si allontana da Sofia e va verso la camera da letto.
"Mi chiede di te ogni giorno, vuole vederti. Adesso abita con Nathan. Emy se non affronti subito la situazione non ne esci più . Inoltre lo psicologo parte e guarda caso va proprio nella stessa città dov'è lei, sai che anche là ha un altro studio"
Sofia la segue e continua ad agitare le mani.
"Non puoi chiedermi questo ti prego."
Emy che nel frattempo si era seduta sul letto si alza e va verso la cucina, è agitata.
"No questa volta decido io per te. Domani andiamo dal dottore e poi partiamo vuoi o non vuoi. Adesso andiamo a dormire, ci sono io con te"
Per Emy la notte è un tormento, le poche volte che riesce a dormire il suo sonno è popolato da incubi orribili, che la fanno svegliare matita di sudore e con il cuore in preda ad una spaventosa tachicardia.
Si agita nel sonno e stringe il lenzuolo fra le mani.
Sofia la scuote dolcemente.
"Emy calmati ci sono io con te va tutto bene."
Si sveglia di soprassalto e di mette seduta con il lenzuolo ancora fra le mani.
"Sofia non ce la faccio più, cerco di ricordare qualcosa ma è così difficile."
Si porta le mani alla testa per cercare di placare quel dolore insopportabile.
"So che é difficile, quel giorno dovevo venire con voi ma ho avuto un impegno importante. Chissà se ci sarei stata anche io magari non sarebbe successo niente. Dai facciamo una bella colazione e poi andiamo dal dottore."
Si alza fa una doccia e poi si veste.
Prepara la colazione per entrambe e dopo aver mangiato con la macchina di Sofia vanno dal medico.
Lo studio dista un paio di chilometri da casa sua, arrivano puntuali all'appuntamento.
È situato in una villetta, il Dottor Sandler le stava aspettando.
Il cancello si apre alla prima spinta e quando Emy arriva davanti alla porta Michael é già lì che le aspetta.
"Prego accomodatevi"
Dice con un sorriso.
Sofia le corre incontro, le getta le braccia al collo e lo copre di baci.
"Miki quanto tempo"
Lui la spinge delicatamente poi si avvicina a Emily e la bacia sulla fronte.
Emy piega la testa e lo osserva attentamente, è da tanto tempo che lo conosce, eppure ogni volta che lo vede non può fare a meno di notare la bellezza del suo corpo.
Alto più del normale il corpo possente, spalle larghe ventre piatto gambe e braccia muscolose.
Il viso allungato gli occhi verdi, labbra carnose, capelli neri lunghi legati in una coda disordinata.
"Scusate ma non ho molto tempo non avevamo un appuntamento "
Dice mortificato.
"Colpa mia in ogni caso anche noi andiamo da Chiara puoi sempre seguirla lì "
Emy guarda la sua amica con un sopracciglio inarcato.
"Sofia so parlare non ho bisogno dell'avvocato
difensore."
Sofia incrocia le braccia al petto e la guarda.
"No Emy tu sei diventata una larva per questo io sono qua"
Dice con un tono di voce alterato.
"Ho cinque minuti sdraiati"
Michael sorride per rassicurarla e le chiede di entrare.
Emy già sta male, il solo pensiero di dover ricordare la manda in tilt.
Il ragazzo abbassa lo sguardo in imbarazzo.
"Ho parlato con Nathan...mi ha detto che volete andare a trovare Chiara"
"Si"
Risponde Sofia.
"Ci ha chiesto lei di andare"
Mentre continua a battere piede per terra.
"Sai come la pensa Nathan"
Michael guarda Emily.
"Non vuole vederti per nessun motivo."
"Be' deve farsene una ragione "
Risponde Sofia con tono alterato.
"Io vi ho avvisato "
Emily nel sentire quel nome è invasa da brividi.
Ricordare Nathan è troppo doloroso per lei.
Più alto di Michael un corpo possente, petto muscoloso un fisico nonostante tutto armonioso, capelli biondi lunghi e luminosi come la seta, occhi blu come il mare in tempesta, freddi occhi che intimoriscono, uno sguardo profondo da cacciatore.
Naso dritto regolare,
labbra rosse carnose.
Il suo modo di fare è sempre arrogante.
La sua voce di una calma glaciale bassa e roca.
Sempre sicuro di sé con uno stile rigoroso ed elegante.
Uno sguardo affilato come una lama, penetrante come una spada di luce invisibile a occhio umano, uno sguardo tagliente che scava dentro, che legge i tuoi pensieri mettendo a nudo l'anima e scrutando i più intimi e nascosti segreti.
Riservato e solitario riesce sempre a imporsi agli altri .
Il senso del potere si irradia in lui in ogni momento e in ogni situazione e si affida soltanto alla propria forza.
Tutto ciò che fa, in ogni sua azione, c'è il desiderio di sottomettere.
Il suo dominio non è soltanto fisico ma anche mentale e sessuale.
Ma ciò che fa più paura di lui è il suo cuore di ghiaccio, che nonostante tutto riesce a fare fermare e a fare battere convulsamente il cuore di Emy.
Un rivolo di sudore freddo percorre la sua schiena.
Scuote la testa per scacciare via quei ricordi.
Lei lo amava, dio quanto l'amava, un amore magnetico come una molecola composta da due atomi di un solo elemento, un attrazione così potente che mette in sintonia due anime lontane ancor prima di incontrarsi, un meccanismo capace di stabilire un legame sin da subito.
Come due calamite spinti uno verso l'altro che cattura mente corpo e anima in un vortice indescrivibile.
Lo sentiva pizzicare sotto la pelle ma sapeva che alla fine questo sentimento non era ricambiato, Emy sapeva che Nathan...quel corpo così perfetto non sarebbe mai stato suo.
Le loro anime non sarebbero mai state in sintonia.
Perché Nathan non è mai stato suo ma di un altra donna.
"Ehi Emy stai bene? "
Chiede Sofia preoccupata.
"No che non sto bene, perché mi fai queste domande stupide? "
Emy gira il viso, contratto in una smorfia di dolore.
"Io parto domani se volete potete venire con me"
Propone Michael.
"Direi che è un ottima idea così evitiamo di farci ammazzare da Nathan "
Sussurra Emy .
"Non è così cattivo è soltanto la situazione che si è creata lo porta ad essere molto protettivo nei confronti di Chiara."
Continua Michael sospirando affranto.
"Va bene andiamo a fare i bagagli "
Dice Sofia.
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THE LOVER OF ALPHA
WerewolfUna storia d'amore. Un amore impossibile. Una ragazza contesa tra due Alpha. Un viaggio nel tempo. "Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri? " W Shakespeare Una favola in disaccordo con...