34 Capitolo

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Emily è ancora a letto quando sente bussare ripetutamente.
Si alza e va ad aprire.
È ancora disorientata per quel sogno e si chiede ancora una volta chi può essere quel ragazzo e perché non vuole rivelare la sua identità.
Non ha nemmeno il tempo di aprire che la porta viene spalancata.
Nathan si avventa su di lei e non le da nemmeno il tempo di respirare.
"Dov'è? Dove ha portato mio figlio? Da quando sei arrivata tu la mia vita è un inferno "
"Nathan lasciala stare... non è colpa sua. "
Bael cerca di allontanare suo fratello.
"Non so di cosa stai parlando"
"Ha preso il bambino"
Emily è sconvolta quando sente quella notizia.
"Quando? "
Chiede.
"Oggi è comparso all'improvviso ... eravamo tutti là non siamo riusciti a fermarlo."
Dice Annabella.
"Dobbiamo andare"
Dice Emily.
"No... Tu non vai da nessuna parte e non farti più vedere o questa volta ti uccido con le mie stesse mani"
Dice Nathan furioso la lascia ed esce da quella casa seguito da Bael.
"No... tu non puoi"
"Anche lui pensa che sia colpa mia? "
Un attimo di silenzio che  vale più di mille parole.
"Annabella so dove si trova... Nel vecchio castello dove abitavo quando ero sposata con Bael puoi accompagnarmi la? "
"Emily non puoi andare... Tu sai benissimo che vuole te"
"Mi accompagni o devo andare da sola? "
"Va bene andiamo "
Dopo un lungo viaggio la sera tardi arrivano al castello.
"Tu aspettami qua,  vado io"
Entra e si guarda in giro,  molti ricordi riaffiorano nella sua mente.
La flebile luce di poche candele illumina quella stanza.
Ha paura perché sa che da lì non uscirà più.
Lui vuole lei.
"Finalmente ti  stavo aspettando"
Un brivido freddo  attraversa il suo corpo e le sue mani iniziano a tremare.
"Dove' il bambino? "
Lui si avvicina e le tocca i capelli capelli lei istintivamente si sposta.
"Hai fatto la scelta giusta. È li... Te la ricordi quella culla? "
Lei si avvicina e i suoi occhi diventano lucidi.
È la culla che  Bael aveva fatto fare a mano dal fabbro quando  Emily del passato era incinta e lui le aveva fatto perdere il bambino.
"Perché? Perché tutto questo male? "
Lui gira attorno a lei come se fosse la sua preda.
"Perché sì... Lo capirai più in la"
Emily si avvicina e prende in braccio il bambino.
Somiglia a Nathan, lo osserva e dorme tranquillo.
Ha dovuto farlo non poteva permettere che un innocente avrebbe perso la vita per colpa sua.
"Ehi dolcezza dove credi di andare? "
Lei lo guarda.
"Porto il bambino a Annabella non preoccuparti
non scappo. "
Raggiunge la sua amica e le da il piccolo.
"Emily stai facendo il suo gioco non puoi rimanere qua vieni con me "
"No... Non posso permettere che altri perdono la vita a causa mia.  Tu vai io... troverò una soluzione.  Di a Nathan che mi dispiace e digli di stare tranquillo che non mi vedrà più "
Annabella si allontana e lei rimane ad osservarla per un po'.
Quando è sicura ritorna dentro.
Ma la sua mente è annebbiata, l'odore acre di muffa si trasforma in un profumo intenso di rose, i mobili vecchi e rovinati adesso sono lisci perfetti.
Una voce la fa girare di scatto.
"Emily...Ti stavo aspettando "
Lei rimane di sasso, la sua mente si perde nei ricordi.
"Alexandra...ma tu sei...Come fai a essere qua?"
"Avevamo un appuntamento e mi hai dato buca"
"Non è possibile. ..Non è reale"
Dice intanto i suoi occhi bruciano e si riempiono di lacrime.
"Smettila di tormentarmi in questo modo "
Da lontano sente il vagito di un neonato.
Va verso quella direzione ed entra.
È la sua camera da letto, c'è una culla si avvicina lentamente e vede un bambino.
Due braccia la avvolgono da dietro cullandola.
"Piange...è un ribelle  proprio come sua madre"
Lei si gira.
"Nathan. ..tutto questo non è reale, perché mi stai facendo questo"
Urla forte.
"Ti sto dando ciò che vuoi... ciò che desideri"
Lei fugge via da quel luogo ma qualcuno la ferma.
"Emily sono io"
Lei ha paura.
"Tu non sei reale questa è soltanto un'illusione "
"Sono Nathan
che ti succede? "
Cerca di fuggire ma lui la blocca.
"Tu non saresti venuto fin qua lasciami andare"
Ma lei sviene e si risveglia poco dopo.
"Finalmente era ora...abbiamo degli ospiti e tu ti addormenti"
Emily si guarda in giro e vede legati e privi di sensi Bael Nathan Michael Annabella e Anael.
Un brivido freddo scorre lungo la sua schiena.
"No ti prego... tu non vuoi loro lasciali andare"
"Piccola Principessa credi che io sono stupido? Loro devono pagare per tutto il male che mi hanno fatto "
Emily si alza e va verso di loro e uno alla volta li slega.
"È inutile non possono fuggire via...Non possono uscire da questo castello.
"Codardo sei un meschino fatti vedere dimmi chi sei realmente ti nascondi dietro una maschera "
Sente un fruscio impercettibile dietro di lei una mano fredda le accarezza il braccio.
"Eccomi qua...Come vedi non mi nascondo io non sono un codardo"
Si avventa su di lei la afferra per il collo lei sta soffocando,  non riesce a muoversi poi la spinge via violentemente e scompare.
Lei si alza e va verso Anael.
"Anael svegliati...dovete andare via da qua. Ti prego prima che ritorni"
Anael apre gli occhi e  guarda
in giro.
"Dove sono ?"
"Al vecchio castello lui vi ha portato qua...sveglia gli altri io torno subito"
Emily esce da quella stanza e va verso la cucina lei non ha poteri non ha armi ma ha un piano.
Quando ritorna sono tutti svegli ma confusi.
"Emily cosa sta succedendo? "
Chiede Bael avvicinandosi a lei.
"Dovete cercare di uscire, dovete andare via da qua lui vi vuole uccidere io non so il perché ha detto che dovete pagare per ciò che avete
fatto "
"E cosa abbiamo fatto? "
Chiede Nathan avvicinandosi a lei.
"L'unico mio desiderio è quello di starti lontano il più possibile perché siamo qua?"
"Perché voglio divertirmi un po' "
Eccolo di nuovo,  il suo viso è una maschera orrida la pelle putrefatta e emana un odore nauseante.
L'aria  è diventata fredda quasi irrespirabile.
Emily ha in mano un coltello.
"Se non li lasci andare mi uccido "
Dice puntandolo dritto al cuore.
"Emily cosa fai?"
Urla Annanella.
Il mostro ride.
"Non puoi ucciderti con un semplice coltello, i cuccioli non lo permetteranno "
Gli tira via il coltello dalle mani .
"Con questo invece si"
Dice tirandogli ai piedi una custodia.
Emily la prende e guarda il contenuto.
È un pugnale in oro lavorato con diamanti incastonati finemente decorato con la fidura di una donna con un cuore in mano.
Anael si avvicina e lo guarda attentamente.
"Questo è il pugnale della Mediatrice tu come fai ad averlo?"
Dice andando verso il mostro ma Nathan la ferma.
"Perché non spiegli a tutti noi che cos'è quel pugnale e a cosa serve"
Dice il mostro rivolgendosi a Anael.
Anael ha il respiro corto sente il suo lupo sotto la pelle che vuole emergere ma Nathan cerca di calmarla.
Poi in un sussurro parla.
"È un pugnale forgiato dal sangue del più potente demone ed è l'unico in grado di uccidere la Mediatrice tu come fai ad avere quel pugnale? "
"Non ha importanza adesso. Quando sarà il momento, quando saremo giunti alla fine scoprirete tutto state tranquilli. Adesso invece facciamo un bel gioco.
Vi do una possibilità vi porto in un luogo se ne uscirete vivi sarete liberi tutti e Emily potrà ritornare a casa e trascorrere la sua gravidanza tranquillamente. Noi due tesoro ci rivedremo quando
partorirai "
Non appena finisce di parlare lo scenario cambia e si ritrovano nel bel mezzo di una foresta.
"Questa è la foresta incantata nessuno ha mai messo piede qua. È un luogo oscuro e magico e soltanto la Mediatrice ne può uscire indenne perché è la regina e la madre di tutti."
Dice Michael spaventato.
"Vorrei capire come ha fatto a condurci prima al castello e dopo qua sempre se non è un altra illusione"
"Lascia in pace loro...lasciali andare...tu vuoi me!"
Urla Emily.
È lui arriva ed è come
una nube nera che  striscia  intorno al corpo della preda e la avvolge tra le sue spire senza lasciare possibilità di fuga fino al soffocamento e alla morte proprio come un serpente.
Così Emily si sente soffocare.
"Non giocare con me Principessa non hai tu il coltello dalla parte del manico se vuoi salvare i tuoi amici fa come ti dico"
Dopo scompare.
Intanto gli altri discutono su ciò che devono fare.
Emily non sta ascoltando ciò che dicono, lui sta giocando con loro con la loro vita come il gatto con il topo.
La sua è una mente morbosa malata, gioca con le loro vite lui che ha vissuto senza amore,  che ha perso la stima di se stesso, lui che ha una visione buia di una vita senza felicità fatta soltanto di delusioni e inganni,  lui che non ha più visto la luce del sole che riscalda quel cuore freddo, lui che si sveglia solo senza nessuno, circondato dal dolore e con una sete di sangue, lui che vive un incubo senza fine.
Lui che adesso ha soltanto uno scopo,  un'ossessione... la vendetta.
"Che il gioco abbia inizio " 
Queste sono le ultime parole che sente.

THE LOVER OF ALPHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora