Capitolo dodici

148 9 0
                                    

Guardando in retrospettiva degli ultimi sei mesi non vi era che dolore.

Sembrava tutto un orribile incubo dal quale Gerard non riusciva a risvegliare: l'arresto, la prigione, il suo arrivo al monastero di San Raphael martire,....

Non aveva potuto nemmeno tranquillizzare Mira, dirle addio, stare con lei per ultima volta, baciarla e prometterle che sarebbe tornato a cercarla in quanto avesse potuto.

Appena giunto al suo nuovo luogo di prigionia, venne ricevuto da un vescovo di nome Pietro, colui che si sarebbe preso cura di lui nei momenti più difficili della sua permanenza a San Raphael.

-Sapete bene, mio re, che non posso obbligarlo a divenire prete- aveva protestato.

Almeno quello era stato un vantaggio, la legge ecclesiastica gli proibiva indossare gli abiti salvo che lo desiderasse dal più profondo del suo intimo

-Lo capisco. Il problema è che questo giovane è un ricercato dalla giustizia, se uscisse da questo monastero sarà ucciso alla prima occasione-

-Oh, non possiamo permetterlo, non a un ragazzo così giovane che ha solo perso la giusta strada. Sono certo che con un po' di lavoro sodo potremo rimetterlo sulla retta via-

Dopo quella sera aveva visto di rado Monsignor Pietro.

Era stato affidato a Monsignor Angelo, un vescovo grasso che si era presto rivelato il suo boia personale: ubriaco, pigro, lussurioso,. i difetti che lui condannava nelle sue prediche.

-In questo monastero non vi è spazio per gli invertiti- lo aveva ricevuto la prima volta.

-Che fortuna che io non lo sia- aveva risposto, mantenendo la fronte in alto.

L'unico a credergli era stato Pietro.

-Dimmi figliolo, cosa ti abbruma?- domandò dall'altro lato del confessionario.

-Ecco... ho avuto problemi per dormire ultimamente- commentò Gerard.

All'oscurità del confessionario non vi erano problemi per ritrovare sé stessi e abbandonarsi ai propri pensieri.

-Di nuovo tu, Gerard? Mi sembra di esserti stato abbastanza chiaro quando ti ho detto che la confessione è un privilegio di coloro che hanno ricevuto il battesimo? Serve per espiare peccati e dimostrare che si è pentiti, i tuoi sogni peccaminosi non cesseranno e molto meno mostrerai sentirti in colpa per averli- lo sgridò Pietro, preparandosi a sentire l'eterno lamento del giovane.

La verità era che ringraziava il cielo di essere stato inviato a proteggere quel principe.

-Almeno lei è l'unico che crede che io non sia omosessuale. Gli altri preti scappano da me come se fossi un orso bruno affamato-

-Tu omosessuale? Sei troppo pervertito per esserlo.... Se gli altri preti sentissero la metà delle cose che tu mi commenti, probabilmente abbandonerebbero gli abiti al sapere che ci sono queste possibilità fuori dal monastero-

-Non comprendo il senso del celibato.... Vi saranno altre ragazze, non come Mira, ovviamente, che potranno farvi felici. Perché non uscite a cercarle?-

Pietro uscì dal confessionale, per trascinare fuori anche Gerard, portandolo al campo di pomodori che cresceva vicino al monastero.

-Il celibato è ciò che permette che tutto questo cresca. Se fossimo pervertiti come te staremmo tutto il giorno pensando alla lussuria e non alla nostra missione in terra: fare il bene a tutti coloro che ne hanno bisogno-

Gerard seppe che, dietro le velate prese in giro di Monsignor Pietro, vi era un grande uomo che lo aveva salvato in due occasioni: dalla prigione e dal celibato forzato.

Gerard di RowanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora