Capitolo trentotto

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Gerard e Finn si sforzavano di trattarsi bene l'un l'altro, credendo di star operando in nome della felicità della loro amata.

Il capitano Edgard rideva di loro, aveva chiesto a Victoria la ragione di quel cambio nel carattere dei due giovani e, all'udire la spiegazione, era rimasto un sorriso permanente sul suo volto.

-Perciò Finn crede che tu sia innamorata di Gerard e viceversa?- domandò sottovoce, avvicinandosi all'oggetto del desiderio dei suoi due accompagnatori.

-Esattamente.

Rori era soddisfatta della sua opera, non li aveva mai visti così tranquilli prima; nel suo intimo, però, sentiva dolore: non avrebbe mai voluto mentire a Gerard, lo amava dopotutto.

-Perciò a quale dei due hai mentito?

Il capitano e Rori guardavano il mare innanzi a loro: il viaggio era piuttosto lungo, sarebbe durato almeno una decina di giorni.

Ugarth e Rowan erano in guerra nonostante la loro lontananza geografica relativa, vi erano altri regni più vicini con i quali nessuna delle potenze era in conflitto.

-Cosa le fa pensare che abbia mentito a uno di loro?

-Dammi del tu....

-Giusto, giusto.... Cosa ti fa pensare, Edgard, che io abbia mentito a uno di loro? Perché avrei dovuto?- chiese Rori, mantenedosi estremamente calma all'affrontare l'interrogatorio.

Il capitano le sorrise: era uno dei sorrisi più comprensivi che avesse mai visto.

-Vedo la sofferenza nei tuoi occhi quando li guardi. Ogni tuo gesto è quello di un'amante ferita.... Quale di loro è il tuo amore?

-Sfortunatamente non è altro che un amore platonico. Gerard... lui è il fidanzato di un'altra principessa, che in certo momento è stata quasi mia amica.... Non potrò mai stare con lui.

Victoria sentì le lacrime pungerle gli occhi.

-Come ti fa sentire questo?

-Male.... Mi fa male....-

L'abbracciò del capitano fu rapido e lei poté nascondere il suo volto sul petto dell'uomo, abbastanza veloce da non permettere a nessuno di vederla in quello stato.

-Lei è migliore di me, lei può garantirgli un futuro che io non posso dargli. Sono una principessa solo di nome, ripudiata dal mio regno e ricercata in questo per un delitto orripilante.

Il capitano la consolò:

-Quando si ama, non si ricordano questi miseri dettagli. Sii forte e accetta i suoi sentimenti.

-Lui non ha sentimenti per me!- protestò singhiozzando.

Il capitano non sapeva se continuare a consolarla o, infuriato per la sua ingenuità, lanciarla dalla barca in mare.

-Rori!- Gerard aveva notato che lei era triste, la prese per il polso e la obbligò a separarsi da Edgard e guardarlo.

-Non è nulla!- cercò di giustificarsi.

Il capitano indietreggiò e osservò la scena: le guance pallide di Gerard erano avvampate per la rabbia, sembrava un animale selvaggio e allo stesso tempo un cavaliere protettore della sua donzella.

-Dimmi! Tu non piangeresti mai per nulla!

-Non è niente!

-È per Finn? Quel dannato pescatore ti ha visto piangere e non ha fatto nulla per consolarti?

Rori sentì che stava per rovinarsi la sua idea per tenere a bada i ragazzi.

-Gerard....

-Sufficiente!

Era infuriato e la trascinò davanti a Finn, urlando:

-Voglio che tu capisca che questo non è un vero uomo! Se ti ama e tu ami lui non dovrebbe restare da solo quando tu sei triste!

Rori non ebbe altra scelta che spiegare il malinteso, siccome la ciurma li stava beffeggiando e guardando divertiti.

Una volta nella camera di Rori, soli dopo aver lasciato Finn sul ponte, Gerard iniziò a sgridarla:

-Non credevo che tu fossi capace di mentirmi così!

-Volevo che andaste d'accordo tu e Finn....

Rori aveva il capo chinato, i suoi capelli lunghi e biondissimi cadevano lungo il suo corpo, aveva gli occhi gonfi per il pianto; Gerard era davanti a lei e urlava, non era mai stato così alterato.

-Come posso andare d'accordo con colui che dici di amare?

Sembrava geloso.... Rori non volle credere a quell'opzione.

-Dopo che sono stato così sincero con te sul mio passato! Così mi ripaghi? Sei una bugiarda, Victoria!- la accusò.

Rori non poté fare altro che accettare i suoi reclami, se li meritava tutti.

Era bellissimo anche quando si arrabbiava, gesticolava più del dovuto, ma i suoi occhi dorati assomigliavano a quelli di un lupo, i suoi denti perlacei si stringevano ogni tanto e doveva fare certe pause per prendere aria rimanendo di pietra come una statua pagana per istanti.

-Mi dispiace.

-Ti dispiace avermi mentito o che ti abbia scoperto?

-Mi dispiace non aver avuto il coraggio di parlarti faccia a faccia- gli disse finalmente.

La sua minuta altezza era adorabile, ma ora si sentiva così piccola innanzi a Gerard, che era almeno un metro e ottanta di altezza.

-Ne ho abbastanza.

Rori seppe che lo aveva perso per sempre.

Lui le pose le mani fra i capelli, portando il suo volto dove potesse raggiungerlo.

La baciò d'impulso, trovando sollievo nel suo profumo, nella morbidezza delle sue labbra. Lei provò a tirarsi indietro e mormorò:

-E Mira?

Il principe la riprese e la baciò una e un'altra volta finché si zittì, poggiò le sue braccia sulla sua cintura e sentì la sua debole stretta sulla sua camicia color cielo.

-Non farmi mai più qualcosa del genere- esigette il ragazzo, affondando il suo voltò fra i pallidi capelli di Rori.

-Perché tu...?

-Ti proibisco di chiedermi perché ti ho scelto. Ti vieto mettere in dubbio ciò che sento per te. Ti voglio e non ho bisogno di ragioni valide per farlo.

Gerard di RowanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora