Capitolo ventuno

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-Victoria....- il preferito di Victoria, fra tutti gli amanti del suo coniuge, la svegliò con delicatezza.

Giovanni era molto amorevole con lei, non dal punto di vista di un uomo a una donna, quanto come un amore celestiale degno di un angelo inviato dal cielo per proteggerla.

Si era interposto all'abuso fisico che si stava commettendo contro di lei per varie notti, esigeva che non esistesse violenza di fronte a lui.

-Giovanni....- mormorò la principessa, chiedendosi la ragione della sua visita.

Era coricata sul divanetto che le fungeva da giaciglio in quelle notti quando il principe era accompagnato.

Aveva una coperta bianca che la copriva quasi totalmente, lasciando fuori solo il suo viso pallido e i suoi capelli color platino.

-Mi hai coperto tu?- la principessa chiuse di nuovo gli occhiò.

Giovanni annuì, facendo una leggera pressione sul suo braccio per evitare che si riaddormentasse.

-Mi ricordi Gerard.... Sei così buono con me....-

-Con l'unica differenza che tu lo desideri....- le ricordò.

Sì, ancora le piaceva. Nonostante avesse giurato il contrario a Miranda e a Nathaniel non poteva fare a meno di pensare a lui, aveva avuto il coraggio solo di confessare questo fatto a Giovanni.

Victoria si sedette a gambe incrociate e fece posto all'amico, che iniziò a giocare con i suoi capelli color platino.

-Fra poco tempo giungerà Nathaniel, accompagnato dal re Ugo- comunicò, continuando la sua attività.

-Ho avuto troppi giorni di felicità, sapevo che sarebbe avvenuto prima o poi. Tornano sempre con nuove idee. Mi hanno chiesto di mangiare più del solito per aumentare di peso in questi due mesi-

La sua dieta era variata notevolmente: la regina la faceva nutrire più del necessario per la sua "gravidanza", inoltre Mira si preoccupava di darle frutta e zuccheri, più la quantità esagerata che ingeriva quando Nathaniel e Ugo glielo ordinavano.

-Meno male che c'è Duncan per tenerti in forma....-

Quel commento di Giovanni la fece tornare in sé: sì, Duncan la allenava molto più duramente per evitare che ingrassasse e per tonificare i suoi muscoli.

-Spada, arco, geografia, lingue straniere,... il mio cervello scoppierà inesorabilmente per troppa informazione! Che cosa ne pensi, Giovanni?-

-Penso che fai bene a studiare tutte queste cose. Non si sa mai quando ti potrebbero essere utili, Victoria. Quando uscirai da questo castello dovrai cavartela da sola-

Victoria pensò a quando sarebbe giunta l'ora di abbandonare la corte di Rowan.

-Quel momento è ancora lontano. Duncan non me l'ha nemmeno accennato. Dice solo che sta attendendo un comunicato da parte...- si morse la lingue prima che rivelasse a Giovanni della Gens.

-Da parte di Gerard. Sta attendendo un comunicato da parte di Gerard, per sapere dove si trovi- inventò istantaneamente.

-Allora non sapete ancora dov'è, non è così?- si preoccupò il ragazzo.

-No, Duncan l'ha cercato in molti luoghi, ma non ha ancora avuto successo nel suo compito. Spero solo che stia bene, non vorrei mai che gli accadesse qualcosa di orribile-

Giovanni sentiva pena per Gerard, nonostante non fosse mai arrivato a conoscerlo per davvero: era stato obbligato a lasciare il suo regno, dopo aver avuto un'infanzia molto difficile, per un crimine che non aveva commesso e aveva dovuto abbandonare la donna che amava per questo.

-Hai già visto il principe Gerard?-

-Nella vita l'ho incrociato un paio di volte, però mai mi dimenticherò di quando l'ho visto per la prima volta: portava questa camicia bianca con una giacca azzurra e dei pantaloni coordinati, un paio di stivali neri e un cappello bianco anch'esso-

Victoria ridacchiò:

-Gerard non porta mai dei cappelli-

-Lo so, sembrava molto scomodo con il copricapo. Dietro di sé vi erano una dozzina di contadine che supplicavano il suo amore. Appena mi ha individuato, mi ha sorriso e mi ha salutato come se fossi un suo vecchio amico. Mi ha chiamato "Giovanni!"-

Victoria lo fissò interrogativamente.

-Come sapeva il tuo nome?-

-Il mio vero nome è Alonso, solo che l'ho cambiato appena sono giunto a palazzo per essere l'amante di Nathaniel. Non voglio che la vergogna della mia omosessualità sia un ostacolo per i miei parenti. Stavo cercando un nuovo nome e senza saperlo me l'hanno assegnato-

Victoria rise davanti alla possibilità che Gerard l'avesse chiamato a gran voce solo per scappare da delle contadine urlanti.

-Perciò ti ha fatto fingere di essere suo amico solo per scappare dalle attenzioni femminili?-

La risata cristallina di Victoria echeggiò nella stanza, così terribilmente da far sì che Nathaniel raggiungesse la stanza.

-È mio marito: devi andartene da qui o penserà che sei dalla mia parte!- si allarmò la bionda ragazza, nascondendo il volto sotto le coperte.

-No, non ti lascerò sola!-

-Vai via, è un suicidio andare contro Nathaniel!-

La sua supplica servì per far ritirare il suo accompagnatore che, utilizzando la porta sul retro della stanza (destinata unicamente ai servitori), riuscì a fuggire dall'orribile destino dell'amica.

Nathaniel entrò: si notava più pallido del solito, però faceva paura allo stesso modo alla ragazza.

-Victoria, mi è sembrato di udirvi prima-

-Mio signore....-

Victoria salutò con un muto cenno del capo, alzandosi dal divanetto per raggiungere il marito e togliergli la pesante giacca ricamata tessuti neri e dorati e gli stivali di pelle.

Notò immediatamente che la giacca non era della misura dello sposo, sembrava fatta per qualcuno più forte di costituzione.

Appena la ricevette fra le braccia riconobbe l'inconfondibile odore di Gerard: l'odore del bosco, di un falco in gabbia che attende solo di essere liberato, qualcosa di selvaggio e allo stesso modo grave e misterioso.

-Passate, Ugo, portate dentro anche vostro figlio Jonny-

I due uomini fisicamente identici accedettero e Rori non potè trattenere un sospiro che venne castigato d'immediato con un calcio del coniuge sul fianco sinistro.

-Chiudi la porta, Nathan- ordinò Ugo, afferrando la ragazza per i capelli color platino e obbligandola a guardarlo in volto.

Victoria sentì necessità di sputargli in faccia, però si trattenne per evitare la sua stessa morte: erano tre contro una dopotutto.

-Lasciami....- mormorò la giovane.

Ugo rise, una risata che rimase impressa nella memoria della principessa di Wari e Castiglia fino alla fine dei suoi giorni, una burla rivolta verso di lei facendola sentire molto più debole di qualsiasi altro essere umano.

-Credi di essere nella posizione di dare ordini?-

La lanciò sul letto e fece cenno a Nathaniel di seguirlo fuori dalla stanza.

La lasciarono sola con Jonny.


Gerard di RowanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora