Capitolo ventinove

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-Dovrebbero essere qui da almeno una mezzora- musitò Finn, stringendo la propria sacca da viaggio e guardando con la coda dell'occhio la ragazza seduta su uno scoglio.

Victoria non parlò, si rifugiò nella propria sciarpa azzurra, dalla quale solo si potevano vedere i suoi strabilianti occhi neri.

Era bellissima: i suoi lisci capelli color platino erano mossi dal forte vento marittimo, la sua pelle si vedeva ancora più pallida e perfetta e le sue delicate mani tenevano il tessuto della sciarpa.

Il cuore di Finn cominciò a battere con più veemenza.

-Credi che sia successo loro qualcosa?- la interrogò.

Avevano accordato che avrebbero ricevuto l'aiuto di una barca che li avrebbe scortati fino alla città di Mable.

Lì si sarebbero incontrati con l'altro prescelto per il viaggio verso Ugarth.

-No- rispose Victoria.

-Perché ne sei così sicura?-

Rori sospirò e si tolse la sciarpa dal viso, mostrando le proprie labbra carnose e la sua espressione seccata:

-Perché la Gens non sarebbe un'organizzazione segreta di tanto prestigio se non avessero modo di assicurare la loro missione in qualche modo. Il mare è ingannevole, non è colpa dei marinai-

Il mare... perché quei pensieri negativi sull'oceano?

-Nella mia cultura il mare è molto rispettato e, nella mia famiglia, è persino temuto: mio fratello morì in un naufragio molti anni fa, persino prima che io potessi rendermene conto appieno-

Aveva condiviso qualcosa sul suo passato?

Era impensabile che Victoria Renata di Wari e Castiglia, la principessa di un regno potente come quello che aveva costruito suo padre, potesse essere portatrice di un dolore nella sua anima.

Secondo Finn i ricchi erano tutti uguali, la loro maggior preoccupazione era solo che cosa avrebbero mangiato quel giorno, come si sarebbero vestiti e cose superficiali.

-Nelle famiglie ricche vi è più infelicità a volte che in quelle povere. Io sono stata ammogliata con un ragazzo contro la mia volontà solo per far felice mio padre-

Quell'affermazione! Quasi come se gli avesse letto la mente.

Lui aveva pensato a Victoria come una ragazza attraente, speciale, ma non comprendeva che aveva anche un altro lato la sua personalità.

-Mi dispiace-

-Non devi sentirti così. Anche tuo padre è stato inghiottito dal mare, non sono chi per darti lezioni. Avrei voluto che il mare inghiottisse il mio....-

Prima che potesse chiederle spiegazioni su quella frase, la nave mostrò le proprie vele bianche e lo interruppe.

-Te l'ho detto!- si alzò in piedi e, con il volto di una bambina felice, iniziò a puntare il dito verso la grande imbarcazione e saltare di gioia.

Finn la prese per la cintura e l'avvicinò a sé, trattenendola al suo fianco.

-Scusa... ogni tanto non mi controllo- disse Victoria, vergognandosi del suo gesto fin troppo infantile.

-Non è quello. Voglio che tu possa esprimerti liberamente, non rinucniare mai alla bambina che è dentro di te. Mi piace....-

Victoria fu colei che sciolse la loro unione, facendo cenno alla nave di avvicinarsi; quando fu abbastanza vicina agli scogli lasciò andare l'ancora e poggiarono un asse per farvi camminare sopra i due giovani.

Gerard di RowanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora