Capitolo 2.

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Il piano.


Quando Draco si svegliò quella mattina, diresse il suo sguardo verso l'oggetto babbano il quale raffigurava l'orario, quella sveglia era alquanto diversa da quella che si trovava nel suo mondo magico e quel pensiero non fece a meno di fargli storcere il naso.
Ma appena riuscì ad osservare la posizione delle lancette, si precipitò a scendere dal letto, impugnò saldamente la bacchetta in mano e con ancora gli occhi incrostati di sonno, si mise ad osservare l'ambiente circostante, il quale era ancora coperto da un buio incalzante, che quasi lo costringeva a richiudere gli occhi.

Erano solo le quattro di mattina, ma per Draco aver dormito tutto quel tempo esentava il pericolo, ormai non più abituato al lusso di dormire anche per più di otto ore consecutive.

Neanche più il pigiama si metteva, a volte riposava per fino con le scarpe ai piedi, convinto del fatto che in ogni orario sarebbe potuto entrare qualcuno ad importunarlo.

Per mezz'ora buona si mise a osservare in piedi la porta, che in
parte lo proteggeva dai pericoli costanti che si trovavano all'esterno.

In quell'asso di tempo non aveva fatto altro che presupporre problemi, nutriva dentro di se quell'abituale sensazione di pericolo, il quale raramente lo abbandonava.
Il terrore aveva sempre avuto un forte impatto su di lui, lo immobilizzava, letteralmente, le sue ossa si congelavano e i movimenti finora facili da eseguire, diventavano la cosa più difficile del mondo.
Lo calmava solo aspettare, osservare e constatare la vacuità di quei suoi continui pensieri.

Con grande fatica, decise di far scorrere quelle sue perplessità via dalla sua mente, si rifugiò nel bagno della stanza, intento a rinfrescarsi e svegliarsi completamente.

Non aveva fatto fatica ad arrivarci, erano bastati quattro passi, in quanto la stanza era davvero piccola, microscopica a differenza del lusso a cui era abituato.

Quando andò in bagno quasi ebbe paura di vedere il suo riflesso.
Ad Hogwarts veniva riconosciuto per il "bello e dannato" forse perfino lo scapolo più ambito di tutta l'intera scuola.

Eppure se qualsiasi ragazza adesso l'avesse visto egli era convinto che non l'avrebbero riconosciuto, ma al contrario l'avrebbero snobbato come lui stesso faceva con chi ritenesse indegno di lui.
Questi pensieri fecero insorgere nel bel viso, ormai poco curato e poco riconoscibile un sorriso amareggiato.

Draco ebbe in fine il coraggio di guardare il suo riflesso, constatando che i suoi pensieri fossero stati alquanto azzeccati e che ormai neanche lui riusciva bene a riconoscersi.

I capelli abituati sempre agli shampi più pregiati e ad una piega perfetta, ormai si ritrovavano a fare la lotta tra loro, fino a formare anche svariati nodi nella testa del giovane, quel biondo così lucente, ormai era divenuto un biondo sporco, risultato di un incantesimo, in grado di mimetizzarlo tra la folla babbana.
Le occhiaie sprofondavano nel suo viso, gli zigomi ancora più pronunciati dal viso scavato e la barba un po accentuata, fecero rivoltare lo stomaco ormai da ore vuoto del ragazzo, che inorridito guardò il suo riflesso in ogni particolare.
I suoi occhi, erano ciò che spaventava più la serpe, ormai vuoti e quasi inespressivi, avvolti dalla freddezza del suo grigio che gli circondava l'iride.

Draco si rese conto che era da molto che non si faceva un bagno e che non si curava, ma d'altronde se lui stesso non era in grado di riconoscersi chi altro l'avrebbe potuto fare?
Era senz'altro la scelta più appropriata, una scelta che lo lasciava basito, schifato, ma che allo stesso tempo lo rincuorava.

Appurato il declino del suo fascino, iniziò a sciacquarsi il viso con dell'acqua fredda in modo tale da rendere più facile il risveglio, per poi successivamente tamponare le gocce d'acqua che cadevano dal mento con un asciugamano rosso posizionato vicino al lavello.
Alla vista di quell'asciugamano, rimase impassibile ad osservarlo, pensando a quanto una serpe fosse caduta in basso ad usare colori così sgargianti che gli ricordavano la casata nemica da lui tanto odiata.
Per l'ennesima volta quella mattina storse il naso, ricordandosi, ciò che si era ripromesso di fare la notte precedente prima di coricarsi a letto: aveva bisogno d'aiuto e in un modo o nell'altro l'avrebbe trovato.

Redemptio || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora