L'incubo.Hermione si era materializzata a qualche metro di distanza dalla casa dei Weasley, sarebbe tornata, ma prima di ciò, i suoi pensieri avevano bisogno di trovare un po di pace e facendo una lunga passeggiata, forse sarebbe riuscita a trovarla.
L'intera giornata era stata alquanto problematica e l'incontro con Malfoy di certo non aveva gioito a renderla meno ardua.
Le sue gambe presero a muoversi in un andamento più lento quando pensò a lui, di riflesso prese a toccarsi il polso ancora dolente per la presa ricevuta, nel farlo si accorse che la zona in cui Draco aveva scagliato la sua ira era arrossata, ed è proprio in quel momento che il suo corpo smise di muoversi del tutto.
"Me la pagherà."
Hermione non poté fare a meno di pensare all'enorme errore che aveva fatto nell'entrare in quella stanza.
Il desiderio di riappropriarsi dei suoi genitori l'aveva letteralmente spinta nella sua tana, risultato di ciò, fu che, almeno all'inizio, era riuscito a stregarla con qualche bella parola."Permettimi di rimediare"
Parole vuote, dettate da un infido bugiardo, da un mangiamorte, traditore della sua stessa stirpe.
Eppure si era fidata.
A lui aveva detto di no, certo, ma come avrebbe potuto spiegare il contrario?
Nonostante tutto, si era fidata veramente.
"Stupida."
Quando alzò lo sguardo, vide la tana. L'impressione che dava da fuori, era sempre la stessa: un edificio pronto a sfracellarsi in qualsiasi istante.
Tuttavia alla mora, in quel momento, parve essere il suo unico posto sicuro.Ma drasticamente finì per irrigidirsi, non solo per via della brezza gelida, la quale le aveva accarezzato i capelli, rendendoli ancora più gonfi del dovuto, fu il pensiero di Ronald a destabilizzarla.
Strinse i pugni, alzò lo sguardo e andò alla ricerca di un qualcosa in grado di rischiarare le tenebre del suo cuore.
Non fu difficile.
Erano lì, tutti quei mondi lontani e sconosciuti sparpagliati nella notte vellutata.
Tutte quelle stelle apparse nella prima sera la stavano guardando, premurose e taciturne come sempre, piccole ma immense al tempo stesso, gioielli inestimabili del nostro mondo a cui, troppa, poca gente da importanza.Hermione le amava, ma purtroppo ci si soffermava poco nel guardarle, bramare un qualcosa a cui non sarebbe mai potuta arrivare lo detestava.
L'invidia, inoltre, che provava ogni qual volta le ammirava, la invadeva.
Erano libere, luminose, importanti, avevano il compito di illuminare il cielo, brillavano di una propria luce.Il suo sguardo venne catturato da una piccola stella, che rispetto alle altre brillava con fatica, estasiata, prese ad osservarla, confidava nel fatto che prima o poi, sarebbe stata la stella più luminosa del cielo, colei in grado di illuminare la notte anche da sola, senza l'aiuto di nessuno e dopo quel banale e infantile pensiero, da sognatrice qual'era, non poté fare a meno di immedesimarsi in lei.
- Ce la faremo. -
Le parole sussurrate al cielo accompagnate dal fruscio dell'erba, dai rami d'albero e dalle foglie portate via dal vento, davano l'idea ad Hermione di aver fatto una promessa, una promessa solenne.
Le ci volle qualche minuto per arrivare davanti l'entrata, l'agitazione l'aveva colta in inganno, a confermare ciò c'era il suo cuore, che mai era riuscito a dargli tregua, al contrario, piuttosto che confortarla con timidi battiti, si dilettava a battere furiosamente.
Tralasciò quell'insopportabile muscolo e infine, entrò.
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Redemptio || Dramione
Fiksi Penggemar"Il mondo non è diviso in persone buone e mangiamorte! Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi. Ciò che conta.. è da che parte scegliamo di agire." [Sirius Black.] Redemptio. Una Dramione ambientata due anni dopo la guerra, dove non vi è i...