Capitolo 9.

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Il patto.

Draco Malfoy non andava di certo a braccetto con il termine "certezza", per questo motivo la sua renitenza nell'aprire quella porta, lo portò ad assumere un atteggiamento statico.

La sua sospettabile attitudine di quel momento era nata dalla sua paura, che come sempre l'assaliva, negandogli la possibilità di emettere qualsiasi tipo di suono.

Non sapeva se quella fosse stata una trappola: un auror intenzionato a portarlo ad Azkaban, o peggio ancora aveva paura di essere riuscito a concepire, grazie alla sua mente, la voce della Granger.
In fondo, non ne sarebbe rimasto stupito, il suo cervello, in quel periodo, era soggetto a grande tensione e l'eventualità di essersi immaginato tutto, non andava messa in secondo piano.

Mille paranoie, tipiche di lui, lo assillavano e riflettere in simili situazioni per lui diveniva insostenibile.

All'improvviso, come una tenera coltre d'aria, rischiarata da potenti raggi cosmici dettati dal sole, le sue paranoie, svanirono.

Il percettibile suono della sua "salvatrice" dimenarsi da dietro la porta, lo destò dai suoi pensieri.

- Malfoy! Non te lo ripeto più, fammi entrare! -

Ora Draco non aveva nessun dubbio, quel modo di fare di lei, era una sua caratteristica: testarda e cocciuta.

Un sorriso gli apparve in volto, decise di abbassare la bacchetta, si sarebbe fidato, come lei aveva fatto con lui.

Aprì la porta e la vide, di nuovo:

I suoi capelli ricci, ricadevano sulle sue spalle, disordinati e confusionari come sempre, il suo piccolo naso era lucido, forse dovuto dal freddo che vi era fuori e la sua pelle liscia, all'apparenza morbida, si ritrovava essere leggermente arossata sulle gote del viso.
La naturalezza di quei pochi elementi la quale la caratterizzavano, si dileguarono, nell'istante preciso in cui si soffermò sui suoi occhi, i quali li vide avere un atteggiamento anomalo, esterrefatti da chissà cosa, si ritrovarono ad essere completamente sbarrati, in contemporanea con le sue sottili labbra.

In realtà Draco non capiva bene quella sua espressione.

- Malfoy, cavolo ma stai scherzando? Ti vuoi mettere qualcosa addosso? - balbettò Hermione, in un misto di scompiglio e urla, si portò le mani a coprirsi gli occhi.

Solo allora Draco capì.

Il bisogno di sentire, di nuovo, un accenno di speranza provenire dalla Granger, gli aveva fatto completamente dimenticare, della sua nudità.
Di certo, anche se non si fosse scordato, non si sarebbe fatto comunque nessun scrupolo ad aprire quella porta, anzi, dopo tanto tempo quella situazione gli apparve perfino divertente.

- Sarei davvero lusingato, - si mise una mano appoggiata al petto in modo letteralmente teatrale - se tu per questa volta facessi finta di nulla e entrassi senza fare troppe storie. - inarcò le sue labbra in uno splendido e al contempo stesso falso sorriso.

- Non ci penso proprio! - le mani da prima utilizzate per il solo scopo di proteggere i suoi occhi, ora erano stretti in un pugno. - Ascoltami bene, tu prima ti metti qualcosa addosso, n-non ho alcunissima intenzione di entrare in que.. -

Le parole di Hermione, furono bruscamente interrotte dalla mano poco delicata del biondo, che con impeto si era ben premunito di farla tacere.

- Mezzosangue, stai urlando troppo. - occhi vitrei e distanti la trafissero. - entra. - aggiunse in modo imperatorio.

Il volto di Draco era impossibile da fraintendere, era arrabbiato.

"Cominciamo bene."

Redemptio || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora