Capitolo 4.

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L'incontro.


La serpe e la Grifona rimasero a osservarsi per qualche secondo, fin quando quei suoi occhi marroni distolsero lo sguardo da lui, Draco si accorse di ben due cose visibili:
Aveva gli occhi, il naso e le guance rosate; le sue pupille erano come avvolte da uno strato di pellicola trasparente, mentre le sue labbra erano gonfie e screpolate.
Draco ne era convinto.
La Mezzosangue aveva pianto e quel suo sguardo spento ne era l'ennesima prova.

La seconda cosa di cui Draco si accorse, era che non l'aveva riconosciuto, quei mesi da fuggitivo lo avevano davvero rovinato e adesso ne aveva avuto la conferma.

Draco era rimasto un po turbato nel sentire la discussione della Granger intrapresa con il barman.
Riuscì a capire che si era persa e questo, pensò, dovette essere opera del destino.
La pioggia era anche lei, artefice di esso, in quanto, in assenza di essa, probabilmente la Granger non si sarebbe rintanata dentro l'hotel.

Un pensiero tormentava il principe delle serpi: doveva trovare un modo per avere un approccio con lei, facendogli capire chi era davvero, non il fuggitivo, traditore Draco Malfoy, ma bensì il semplice ragazzo purosangue pentito, che umilmente e sinceramente cercava un aiuto.

Non avrebbe sprecato la sua unica opportunità di avvicinarsi a Harry Potter.

La sua mente cominciò a lavorare freneticamente, alla ricerca di qualche idea per farla entrare in camera sua.
C'erano svariati problemi però: la Granger per quanto fosse difficile da ammettere non era stupida e non sarebbe entrata nella stanza di uno sconosciuto, il ruolo da agnellino indifeso non le si addiceva.
Il secondo problema passò lievemente in secondo piano, il contatto con i babbani per lui divenne quasi abituale e parlare con una mezzosangue non sarebbe poi stato tanto difficile.

Il suo sguardo si posò di nuovo sulla ragazza, la vide aver preso una bevanda che all'apparenza gli parve essere succo di zucca, un filo di lucidità gli oltrepassò le tempie, era una cosa impossibile d'altronde era un posto babbano quello.
Successivamente distolse lo sguardo sul drink che aveva davanti, bevve il suo ultimo goccio di scotch tutto d'un fiato e infine si fece coraggio, quel coraggio che solo poche volte aveva provato.

- Come mai sta piangendo? - lo sguardo, ancora puntato sul bicchiere vuoto, il tono di voce diverso e magari poco distinguibile, furono l'unione perfetta, secondo Draco, per il loro primo contatto.
Tuttavia, ciò che lo infastidì, di gran lunga, era dover apparire educato e probabilmente grazie all'educazione che i suoi genitori gli impartirono fin dalla tenera età, c'era riuscito.
Con parsimonia andavano dosate le parole, in quanto se avesse detto subito chi lui fosse, in un solo istante tutte le sue chance di ritornare a vivere sarebbero svanite, nel nulla.

Quel nulla che ormai faceva parte della sua vita.

Era un serpeverde e mentire era la sua specialità, in quel momento al ragazzo biondo sembrava essere la sua unica alternativa, per lo meno forse l'avrebbe ascoltato.

- Sta parlando con me? - la risposta non tardò ad arrivare, il problema per Draco fu solo il tono di voce di cui si era servita, troppo aggraziata e minuta per i gusti del giovane e il pensiero che si sentisse imbarazzata fu inevitabile nella sua mente.

"Granger timida, roba da pazzi"

Iniziò a sorridere di gusto dopo quella sua affermazione mentale, che ovviamente solo lui poté sentire, prese la decisione di distogliere lo sguardo e indirizzarlo verso la riccia la quale gli sedeva accanto e con tono meno educato, questa volta, disse: - Si, tu -.

La faccia stupita della giovane si affrettò a manifestarsi, ma nonostante tutto, con la sua solita calma, rispose: - Credo, di doverla ringraziare per l'interessamento, ma io non stavo piangendo -.

Redemptio || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora