Capitolo 20.

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L'accordo.

Draco guardò l'individuo con estrema accuratezza.
Di sicuro era più grande di loro di almeno trent'anni, ma il suo viso bianco e sciupato, come estenuato da una grandissima fatica, lo rendeva ancora più vecchio.
Malgrado ciò, sembrava avere dei denti bianchissimi, ma non dava tanto l'idea di essere una persona in grado di sfoggiarli con tanta serenità.
Il suo odore animalesco poteva sentirlo da un miglio di distanza e nei suoi occhi chiari e sottili poteva intravedere una ferocia disarmante, in grado di conferirgli un profilo alquanto ombroso.
Draco ne era sicuro, non conosceva quell'uomo.

- Tu chi sei? - domandò infine, assottigliando i suoi occhi in uno sguardo fulmineo.

Il mago davanti a loro, dopo aver udito quelle parole quasi si riprese.
Abbassò la bacchetta e la mise in una delle tasche rovinate dei suoi pantaloni.
Tornò verso l'uscita e cautamente cominciò a sollevare la legna e a riportarla tra le sue forti braccia.

Il fattore scatenante, artefice dell'abbassamento delle sopracciglia di Malfoy e delle sue palpebre tese puntate duramente verso lo stolto mago, nacque per via della sua tenacia o forse stupidità nell'ignorare la sua domanda.

- Vecchio! - tuonò con decisione.

Il mago si girò lentamente e lo guardò incuriosito.

Draco a quel punto, marcò ancora di più la presa sulla sua bacchetta.
- Sto parlando con te.

L'uomo, a quella sua affermazione, iniziò a ridacchiare e indisturbato continuò a prelevare la legna.

Lo stupore di Draco manifestato sul suo volto non era per nulla fraintendibile.
Banale sarebbe spiegarvi, il suo non essere per nulla abituato a simili atteggiamenti.

Dopotutto, parliamo pur sempre di un Malfoy.

Si girò verso Hermione, la quale con le labbra dischiuse si limitava a guardare la scena e di tanto in tanto spostava la visuale verso il giornale tenuto dalle sue mani.
Draco sembrava volesse chiederle di intervenire, ma era chiaro che lei non ne aveva la forza.

Il mondo magico probabilmente adesso la odiava, nello stesso modo in cui odiava lui.

- Vecchio.. - sospirò - Non te lo chiedo più, chi sei? E come fai a conoscermi?

L'uomo a quel punto, cominciò con assoluta calma ad intonare un motivetto inventato, fischiettando.
Entrò in casa sua: si diresse nella posizione esatta in cui si trovavano Draco e Hermione, li sorpassò e andò a poggiare la legna all'interno di una panca accostata vicino ad un anonimo caminetto.
Solo allora, smise di emettere quell'assurda melodia.
- Ah.. che fatica - sussurrò toccandosi la schiena.

Il biondo rimase sbalordito da quel termine poco consono che si era permesso di utilizzare.

- Un vero mago, non conosce la fatica. - ridacchiò in modo beffardo.
Fu allora che riportò lo sguardo verso Hermione, si avvicinò vicino a lei e dolcemente le prese il giornale dalle mani.
Come a volerla proteggere, da tutte quelle parole cattive e ingiuste, le quali con assoluto accanimento osavano schernirla.
Lo piegò distrattamente e lo rimise nel punto esatto in cui si trovava prima.

Non poteva permetterle di farsi ancora del male.

- Andiamo, questa puzza mi sta facendo rivoltare lo stomaco.

- Sentiamo...signor Malfoy, quest'affermazione da dov'è nata? - la sua voce roca, costrinse ambedue i ragazzi a girarsi verso di lui.
- È stato il tuo cervello, ad arrivare ad una simile osservazione? - si sedette con fare goffo su una poltrona. La polvere che vi si risiedeva era tale, da permetterle di espandersi per tutta la stanza. - Oppure, è merito delle parole insulse uscite dal tuo bigotto padre? - domandò, scalciando con la mano quella moltitudine di pulviscolo.

Redemptio || DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora