Prologo

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Cosa si prova a vedere le ali tagliate?

Cosa, a vedere il tuo sogno svanire?

Voler scappare.

Andare via, lontano da qui, lontano da tutti. A cercare me stessa, concentrarmi sulla mia vita. Costruire il mio futuro, essere indipendente.

Incatenata.

Cosa si prova ad essere in mezzo a due persone?

Cosa, quando il loro futuro dipende da te?

Cosa, quando hai delle responsabilità più grandi di te?

Manca il respiro.

Le gambe tremano.

Sei su una macchina e ti senti vuota, poi compressa, vuoi uscire.

Voler scappare.

Mille domande in testa, non sai quale ascoltare.

Confusione.

Panico.

Troppe voci, tutte dicono la cosa giusta, la cosa sbagliata.

Piangere.

Voler scappare.

Il mondo gira, la vita scorre. Tu no. Ma io resto qui.

Il mondo gira, il ciclo si ripete.

Manca il respiro.

Piangere.

Voler scappare. Ma avere paura.


                                                                    (2017)

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Scrivere è sempre stata la forma migliore per potermi sfogare. Non sono brava a parlare, né a piangere. Ho sempre avuto difficoltà ad esprimere le mie emozioni, sin da piccola ho sempre voluto contrastare il mio carattere insicuro con la forza.

Scrivo sin da quando ero bambina.  Ricordo che ero alle scuole elementari quando scrissi la mia prima poesia, avevo 8 anni, era dedicata a mio nonno, purtroppo era venuto a mancare da poco per una brutta malattia.

Recitava cosi:

PER NONNO PIPPO.

Ovunque tu sia,

in cielo o in terra

tu sei in pace e non in guerra.

Tu sei nel mio cuore

A tutte le ore.

Tu sei mio, mandato da Dio.

Tu sei buon e non cattivo,

ma ciò che veramente conta è che in fondo al mio cuore tu sei vivo.


A 9 anni ne scrissi un'altra:

TUTTO QUEL CHE C'è INTORNO A ME

Intorno  a me, già qualcosa c'è,

ed io capisco bene cos'è:

l'amicizia, la danza e la famiglia

a cui voglio bene fino alla punta delle ciglia.

I miei 10 anni sono arrivati ormai,

mi sembrano belli più che mai.

Mi sembra che sboccino come un fiore,

tutto quel che vedo mi sembra amore,

tutto quel che tocco è poesia perché è l'età tutta mia.

Di quel che ho intorno vedo anche la vita,

al momento sembra infinita.

Vedo giocare, piangere, ridere e scherzare.

Tutto questo mi sembra fantastico, non reale

Ed ogni tanto immaginare non fa per niente male.


Da quel momento iniziai a scrivere poesie per un po'. Ma si sa, a 13 anni, quando tutti gli ormoni della crescita sono sull'attenti pensi più ad i ragazzi che alla scrittura, ed abbandonai le poesie.

L'estate tra la terza media e il primo liceo, fu allo stesso tempo tra le peggiori e le migliori della mia vita; me ne rendo conto a posteriori, è chiaro.

Quell'estate dovemmo traslocare, mio padre e mio nonno litigarono e mio padre decise di non voler più abitare sopra mio nonno. Inutile dire che non la presi molto bene.

Durante la terza media frequentai un gruppo di giovani in parrocchia e questo ampliò le mie conoscenze. Cominciai ad avere molti più amici, ad uscire, a sentirmi grande, sbocciò anche il primo amore.

Poi iniziai le superiori. Sono sempre stata una ragazza abbastanza matura ma l'idea del cambiamento non mi è mai piaciuta, perciò l'impatto con la nuova scuola e tutta la situazione in famiglia portarono ad indebolire sempre più il mio carattere.

I ricordi per me sono sempre stati fondamentali, e negli anni ho sempre fatto in modo di conservare al meglio tutto ciò che avesse un valore affettivo. All'età di 15 anni mi resi conto che per essere un'adolescente avevo già tanti pensieri per la testa, avevo voglia di dire, di raccontare. Cominciai anche a pensare al futuro e capii che non avrei voluto dimenticare alcun particolare della mia vita. D'altronde chi l'avrebbe mai detto che avrei dovuto affrontare così tante delusioni?

 Presi un quadernetto, di quelli antichi, di quelli che mia nonna vendeva da giovane nella sua libreria, bianco, con un orsetto trascinato da un palloncino verso l'arcobaleno, disegnai con degli strass il mio nome sopra ed iniziai...

Laura- Caro diario...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora