01 Agosto 2017

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Cosa si prova a vedere le ali tagliate?

Cosa, a vedere il tuo sogno svanire?

Voler scappare.

Andare via, lontano da qui, lontano da tutti. A cercare me stessa, concentrarmi sulla mia vita. Costruire il mio futuro, essere indipendente.

Incatenata.

Cosa si prova ad essere in mezzo a due persone?

Cosa, quando il loro futuro dipende da te?

Cosa, quando hai delle responsabilità più grandi di te?

Manca il respiro.

Le gambe tremano.

Sei su una macchina e ti senti vuota, poi compressa, vuoi uscire.

Voler scappare.

Mille domande in testa, non sai quale ascoltare.

Confusione.

Panico.

Troppe voci, tutte dicono la cosa giusta, la cosa sbagliata.

Piangere.

Voler scappare.

Il mondo gira, la vita scorre. Tu no. Resto qui.

Il mondo gira, il ciclo si ripete.

Manca il respiro.

Piangere.

Voler scappare. Ma avere paura.




Caro diario,

mio padre si sente già da molto tempo con altre donne, ogni volta che gli abbiamo fatto notare che fosse sbagliato, lui chiedeva scusa, noi ci credevamo e poi ricominciava. Poi ho iniziato a fregarmene, o almeno ci ho provato, ma non si può capire l'umiliazione che ho provato dopo aver scoperto che si sente ancora con quella signora. Quella che ha fatto iniziare tutto, la signora con cui scambiava foto e messaggi erotici, la signora che io gli avevo chiesto di non sentire più, ma che poi ha continuato a sentire.

Schifo. Delusione. Rabbia.

Stavolta però non ho scatenato la mia ira contro di lui, no, lui è una causa persa, non ho voglia di lottare per lui, non ne ho interesse. Stavolta mi sono arrabbiata con mia madre perché ancora una volta ha permesso questo. Ancora una volta si è distrutta da sola. Lo so, dovrei evitare di immischiarmi nella loro vita privata, lo capisco, ma lei è sempre mia madre e non tollero di vederla piangere o di vedere che non riesce a dormire. Non posso evitarlo, è più forte di me.

Sono uscita fuori di testa, le ho urlato contro che deve ricostruirsi la dignità perché nel frattempo, durante questi anni è andata persa, le ho ricordato di quando mi disse che non sarebbe voluta diventare come nonna Maria, ignorata da un marito troppo impegnato con le bionde per accorgersi che stava morendo, o forse se n'è accorto, ma non gli è importato niente. Mia madre sta diventando come lei.

Io non posso permetterlo.

Le ho detto tutto. Le ho detto che io personalmente ho visto lo schifo che si mandavano da prima di lei, ho monitorato le loro chat per mesi, ho provato a proteggerla, ho provato a parlare con lui, ma non ci sono riuscita perché per lui io non valgo niente.

Mi ha chiesto di vedere le foto. Sono troppo forti e troppo dolorose per fargliele vedere, perciò mi sono presa del tempo per pensare e le ho detto che dovevo cercarle.

Ero certa che il mio discorso l'avesse colpita in pieno ma poi, qualche giorno dopo, li sento discutere e li sento fare pace.

Ma davvero?

Nemmeno stavolta ciò che dico ha avuto importanza. Decido di evitare, di scappare mentalmente, ma lei mi insegue e mi chiede cosa mi disturba. Di nuovo, imperterrita tento di convincerla che sbaglia, ma non solo per lei, ma anche per noi. Il suo nervosismo lo scarica su noi figli, quando torniamo a casa passa la voglia di rimanerci, percepiamo la pesantezza nell'aria, ed io non voglio più vivere così, non voglio più vivere con una persona che nemmeno saluto, con una persona che mi deride, che non mi reputa in grado, che ritiene inutili tutte le mie passioni.

Piange e mi dice che è stanca, perché ogni volta che prende una qualche decisione qualcuno le va contro. Posso capirla, è così anche per me, ma se non vuoi sentire la mia opinione perché ti fa stare male, allora non chiederla; io non posso mentire.

Presa dalla rabbia le mostro le foto, tutti gli screenshot di quelle conversazioni, si vedono immagini, parole, consigli, si vede di tutto. Rimane sconvolta e credo che forse siamo arrivati al punto, che non corrisponde a ciò che fa stare bene, ma solo a ciò che è giusto.

La sera li sento nuovamente parlare, lei gli fa vedere alcune delle foto e lui le chiede se gliele ho passate io, lei nega ma lui lo sa. A me non importa. Lui non ha mantenuto la sua parte del patto, io, dopo quattro anni non mantengo il mio.

"Se lo rifai, puoi andartene"

Questa è la frase che lei dice. Ancora una volta rimanda. Ancora una volta si fa calpestare. Ancora una volta il ciclo ricomincia. Ancora una volta.


Laura- Caro diario...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora