CAPITOLO 1

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(sorry per i clihè classici delle Fan Fiction ma io la storia me la sono immaginata così. dopotutto se non ci fossero non sarebbero FanFiction. comunque lo stato d'animo classico da "suicidio perenne" non ci sarà più andando avanti con la storia. cap circa 10 )

Questa è la mia storia.
Questa sono io.
O almeno ero io tanto tempo fa.
Una semplice ragazza che è timida e che ha pochi ma fidati amici. Io. Solo e solamente io.

Tutto inizia al mare circa tre anni fa. Me lo ricordo come se fosse ieri.

INIZIO STORIA

La mattina mi sveglio ma le palpebre tendono a chiudersi di nuovo.

Spengo a stento la sveglia che risuona per tutto il sottotetto causando un rumore davvero fastidioso per qualunque persona appena sveglia.

Mi tolgo il pigiama e infilo i miei pantaloncini bianchi abbinati ad una canottiera nera della Adidas. Scendo in cucina e bevo il mio solito caffè, mi siedo al tavolino con la tazza bollente tra le mani e lo sorseggio piano. Finisco la bevanda e torno al piano superiore senza salutare nessuno.

Non ho una vita molto felice: sono stata adottata all'età di 14 anni da questa famiglia.

All'inizio sembrava andare tutto bene, ma poi il rapporto con loro è peggiorato sempre di più fino a un livello di non tolleranza reciproca.

Non mi hanno mai guardata, aiutata, non mi hanno mai neanche chiesto un semplice 'come stai?', non hanno mai fatto un gesto d'affetto. Niente di niente.

E poi la gente si chiede perchè mi comporto da fredda, chiusa.

Si può dire che nessuno capisca cosa voglia dire vivere così per quasi quattro anni.

Entro nella mia camera e mi dirigo sul balcone sedendomi sul bordo con le gambe a penzoloni. Alzo lo sguardo al cielo per ammirare i leggiadri movimenti che le rondini creano. Sono sempre stata affascinata nel vedere il loro perfetto adagiarsi sulle onde immaginarie create dal vento e da quel loro potere di non essere mai stanche.

Desidero da quando mi hanno adottata la prima volta essere una rondine per poter volare via, finalmente libera, da questo schifo di posto chiamato casa mia. 

Oggi le rondini sono particolarmente agitate e volano in armonia facendo dei magnifici disegni nel cielo.

"Cosa volete dirmi rondini" chiedo "amiche mie che succede? so che sembro pazza a parlarvi" ammetto a me stessa "ma voi siete sempre con me". In quell'esatto istante una macchina si accende e le rondini volano via spaventate interrompendo quel magico momento che si era creato.

"Figlia muoviti! non abbiamo tempo da perdere ad aspettarti. Se non vieni subito ti lasciamo a casa, e ringrazia che abbiano deciso di portarti anche quest'anno!" quella voce ormai è uno dei miei incubi.

Scendo le scale con un borsone vuoto e salgo in macchina.
"Tesoro" dice colei che si definisce 'mia madre' "non penserai mica di portarti tutta quella roba!" continua ridacchiando. Apro la portiera e lascio la borsa davanti all'entrata per poi salire nuovamente in macchina. Sapevo che non mi avrebbero permesso di portare valigie. Ho spedito tutte le mie cose circa una settimana fa alla vicina del piano di sotto. Starò da lei per tutto il periodo di permanenza a Los Angeles e, sinceramente, questa decisione è molto apprezzata da parte mia.

La signora Clair è una vecchietta di 82 anni molto simpatica di cui sono stata subito amica. La considero mia madre perchè è una di quelle poche persone che conosce quasi interamente la mia storia.

L'ho conosciuta quattro anni fa al mare. Ero svenuta a causa della pressione molto bassa. Mi ha soccorsa e portata a casa sua. Non le ho parlato subito della mia adozione ma dopo qualche giorno di menzonnie la verità è saltata fuori e lei ha deciso di ospitarmi lo stesso facendo un favore, non solo a me, ma anche ai miei genitori.

Passo le successive tre ore di macchina isolandomi dal resto del mondo con cellulare, cuffiette e una lunga playlist di musica inglese che mi accompagna tendendomi sveglia.

Arrivati sulla 22esima di Jordan Street mio padre parcheggia e io salto fuori dalla macchina incamminandomi verso il lungomare. Inizio a contare le spiagge che attraverso e, raggiunta quella libera della Blue-Coste, mi siedo su uno scoglio: Lo scoglio della pensatrice, lo chiamano.

La leggenda narra di una ragazza che trovò la libertà: passava ogni giorno a fissare il vuoto seduta su questo scoglio e un giorno quest'ultimo venne sommerso dalle onde del mare e lei fu finalmente libera dal tormento di una vita.

Trovo che sia una storia davvero affascinante. Mi metto a fissare il cielo, come è mia abitudine fare, ma la mia attenzione viene attirata dal movimento di un piccolo uccellino dalla coda biforcuta: le rondini stanno vicino a me anche qui.

Un giorno un mio amico mi ha detto: "mi ricordi una rondine lo sai? Sei forte nonostante tutto quello che stai passando e continui a volare alta nel cielo lasciandoti trasportare dalle onde del vento, senza mai perdere la speranza di essere libera". Da quel giorno fisso sempre le rondini.

I miei pensieri vengono interrotti da delle gocce d'acqua che mi bagnano il braccio e i capelli. Giro lo sguardo e noto due ragazzi e una ragazza.

Uno dei due supera il metro e ottanta e  ha una carnagione rosata. I suoi capelli ricci color nocciola, come i suoi occhi, contornano un viso perfetto; Il secondo, un pò più basso ha la pelle dorata, fisico scolpito, gli occhi marroni penetranti e i capelli biondo scuro. Lei, invece, è alta curca un metro e sessanta, ha dei lunghi capelli marroni lisci e un fisico minuto.

Sembrano divertirsi molto insieme. Vorrei avere anch'io degli amici qui e invece ogni anno siamo io e questo scoglio.

I miei pensieri vengono nuovamente interrotti a causa di alcune gocce d'acqua sul braccio destro, ma cerco di concentrarmi sulla rondine davanti a me: non mi sposterò dal mio posto magico.

Canticchio la melodia di una canzone di cui non ricordo le parole quando percepisco una strana sensazione: mi sento osservata, come se qualcuno mi stesse tenendo gli occhi addosso e la cosa mi dà veramente fastidio.

Non mi giro ma noto che il ragazzo dalla pelle rosata non è più con il trio. Lo ignoro sperando che il mio atteggiamento gli faccia capire che non ho intenzione di conversare.

"Ehi ti ho bagnato?" chiede

"Secondo te c'è da chiederlo? non si vede?!" dico seccata ma sempre senza fissarlo.

"Scusa ma tu sei sempre così?" continua la voce alle mie spalle.

"E a te cosa importa?" dico e il silenzio cala. Nessuno osa dire neanche una parola fino a quando lui mi chiede...

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Ciaoo ho avuto ispirazione per scrivere una nuova storia. A me piace un saaaacco quasi più du forever togheder. Comunque spero piaccia anche a voi😘

Commenti e stelline 😘

Baci

Auroruccia😘

WHY ME? ~•Shawn Mendes•~ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora