chapter 11.

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Sono circa tre quarti d'ora che giro per tutto il quartiere con l'auto, (sì, ho di nuovo la macchina). Vorrei proprio vedere dove si è cacciato quel pazzo, sembra esser stato risucchiato da un vortice.
A questo punto è meglio tornarsene a casa e aspettare, così, senza perdere tempo, faccio una manovra e torno indietro.
«Casa dolce casa» dissi, dopo aver varcato la porta di essa. Ma che ore sono? Afferrai il mio telefono e lessi: *16:10*, pazzesco, non ho nemmeno pranzato.
Ed ho una fame, che credo di svenire, ma dato che non voglio disturbare la signora Marta, cucinerò qualcosa io, sìsì, credeteci. Spero solo di non spiccare un incendio.

***
3, 2, 1..è pronta! Tanto per cambiare ho deciso di prepararmi una pizza, spero non sia bruciata, credo di aver perso la cognizione del tempo, oh no, eppure non sento puzza di bruciato, ma vabbè, basta parlare, è ora di andare ad uscirla dal forno.
«Nessun danno» dissi, scrutando attentamente il forno.
«Nessun incendio» continuai.
«Ma soprattutto, niente pizza bruciata!» conclusi  afferrando la teglia con cautela, con un guanto da cucina.
«Ora me magno sta bella pizza» ma come ho parlato? Ma chissene del linguaggio, davanti a me ho una teglia di pizza che sembra essere gustosa e spero sia così. Immaginate sia avvelenata? Oddio, potrei morire per avvelenenamento, nono, non posso morire così giovane. Ma perchè mi sto facendo questi pensieri ora? È la prima volta che preparo qualcosa da solo, e credo non ci sia nulla di male se qualche volta mi lascio andare.
«Mangio o non mangio?» chiesi tra me e me, non sapevo che fare. Se poi era disgustosa?
*Mangiala idiota* Sarebbe la voce al mio interno che mi dice cosa fare e cosa no.
*Bella presentazione*
Ma che vuoi, esci dalla mia mente, devo decidere.
*Se non la mangi non scoprirai mai se è buona o no*
Hai ragione.
*Io ho sempre ragione, ora mangiala e sta zitto*
E se poi mi sento male?
*MANGIALA O NON LO SAPRAI MAI*
Come vuoi, sempre irritabile tu eh.
Tolsi dalla mente i miei pensieri e mi concentrai solo ed esclusivamente alla teglia di pizza.
«Posso farcela» col coltello staccai una fetta da essa e piano piano la avvicinai alla bocca.
«Ora» dissi, e con un morso, provai a tastarla.
«CHE CAZZO È» la sputai a terra, e schifato, cominciai a cercare qualcosa per togliere quel gusto sgradevole dalla mia bocca e nel frattempo imprecavo come una scimmia in calore.
«Schifo schifo» le mie povere pupille gustative non avevano mai assaggiato una cosa così disgustosa. Ho cucinato cibo per gatti.

*Spazio autrice*
AHAHAH TENTATIVO MISERAMENTE FALLITO BENJAMIN.
Volevo dirvi che non aggiornerò tanto oggi, because vado a mare.
Al prossimo 🌸

Love is love [ IN REVISIONE ] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora