chapter 20.

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Le giornate successive passarono rapidamente, Federico continua a far finta che io non esista, non mi saluta più e per giunta non mi risponde neanche ai messaggi, cioè, io non solo sto male per quello stronzo, devo star male pure per lui e per la sua decisione presa a cavolo.
«Benjamin» la prof di italiano mi fece svegliare dal mio stato di trance.
«Mi dica» risposi, sotto lo sguardo di tutti. Ma che guardano? Vogliono un autografo?
«A cosa stavi pensando?» rispose, alzando un sopracciglio, era ovvio.
«A niente» dissi.
«Avevi la testa da un'altra parte si vedeva benisssimo» sbottò. Ma io dico, ma sempre con me se la prendono?
«Mi scusi, pensavo alle sue meravigliosi lezioni» commentai, sì, vai convinto Benjamin che quella ti crede. Intanto quegli scemi dei tuoi compagni ti sfottono sotto sotto.
«Ma davvero?» disse lei, aveva gli occhi lucidi, oh mamma ma davvero ci ha creduto?
«Sì» risposi.
«Che onore, ragazzi dovreste prendere esempio da lui» disse ad un certo punto, guardando tutti gli altri con stupore. Sto sprofondando dalla vergogna giuro.
«Prof potrei andare in bagno?» chiesi, se stavo un altro minuto lì dentro, rischiavo di picchiare qualcuno.
«Vai pure» rispose raggiante. Le feci un cenno col capo e uscì dall'aula. Attraversai il corridoio e mi diressi nelle toilette maschili, per fortuna non c'è nessuno, quindi posso tranquillamente chiudermi in bagno a piangere. Non lo sapevate? È diventata la mia routine. Vengo qui quasi tutti i giorni, e poi mi chiudo in uno dei tre bagni e piango, mi fa bene, mi sfogo. Così, chiusi la porta alle mie spalle e mi buttai a terra.
Ma ehi, oggi la fortuna non è dalla mia parte e infatti, sfortunatamente qualcuno entra nel bagno, che palle, per una volta che volevo stare in santa pace. Meglio che esco, senza dare troppo nell'occhio ovviamente.
Non ci credo.
Non può essere lui, che ci fa qui? Federico mi perseguita.
«E tu che ci fai qui?» dissi, tenendo lo sguardo fisso nel pavimento.
«Ti hanno tagliato la lingua?» aggiunsi freddo, ma sembrava non ascoltarmi, anzi, continuava a strofinarsi le mani con il sapone, sembra nervoso.
«Ti do fastidio? Perfetto, tolgo il disturbo» e senza ricevere una risposta, uscì dal bagno e tornai in classe.

***
"Scomparire in un lampo, come cenere e pianto, poi cercarsi di nuovo senza fine" questa frase, questa fottuta frase, mi fa pensare a quello che ho combinato con Federico, ma è stato lui ad andarsene, mica io. I miei ragionamenti non fanno una piega, perchè continuo ad ascoltare questa canzone, "Tornerai da me", perchè voglio che Federico torni da me? Ovviamente è sottinteso che parlo di lui.

*Spazio autrice*
Hola gente, sono delusa da questo capitolo 😔

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