chapter 24.

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L'anno scolastico è quasi giunto al termine, spero sia andato tutto bene e che la mia pagella sia apposto, non voglio debiti, non voglio studiare durante l'estate! Beh, sicuramente vi starete chiedendo come sono trascorsi questi mesi, beh, sapete, sono cambiate tante cose, una di queste è la scomparsa definitiva di Alex, sì, il mio ex, lo stronzo che mi rese la vita impossibile e che poi prese di mira anche Federico, finalmente l'hanno sbattuto dietro alle sbarre, sono sicuro che in prigione ragionerà e capirà gli sbagli che ha commesso in tutti questi anni. Cambiando argomento, oh già, parliamo di Federico, in questo nomento starà studiando per la verifica di chimica di domani, il solito nerd. In ogni caso, si è lasciato alle spalle quello che gli è successo, dopotutto lui non c'entrava era stato solo coinvolto. Del resto, il nostro rapporto è cresciuto parecchio, e credo di provare una strana attrazione verso di lui, non ne sono sicuro, ma credo di sì, ah, vi ricordate di quella misteriosa cottarella che aveva Federico per un ragazzo? Alla fine non ne ha più parlato, infatti non ho mai scoperto di chi si trattasse, continua a nascondermi qualcosa.

*messaggio da Deds*
Penco, sono stanchissimo, ho studiato come un pazzo, ti va di uscire?

tralasciando il nome che gli ho dato, deve finirla di chiamarmi Penco oh. Comunque, accettai volentieri l'invito e subito dopo spensi il telefono e andai a cambiarmi i vestiti, sono impresentabile.

***
"Din don". Deve essere sicuramente Fede. Andai ad aprire la porta e me lo ritrovai davanti. Aveva una canottiera rossa con scritto "salvataggio" e dei jeans a pantaloncini.
«Penco» disse, non appena mi vide.
«Ti avverto, non appena mi richiami in questo modo, ti sistemo per le feste» risposi, facendo il broncio.
«Comunque ciao, Deds» aggiunsi.
«Finiscila» commentò.
«Finiscila tu» lo corressi.
«Sei un bambino» disse.
«Tu sei un bambino» sbottai.
«Mi fai entrare piccolo?» chiese.
«Come mi hai chiamato?» domandai, senza rispondere alla sua domanda.
«Sei un bambino, e quindi ti chiamo piccolo» rise.
«Idiota! Entra va» risposi, portando gli occhi al cielo.
«Tu piuttosto ti sei visto? Ma devi andare ad un corso di bagnini per caso?» dissi, ridendo a crepapelle.
«Cosa ridi? È un abbigliamento perfetto, e poi qui non c'è il mare Penco» rispose, facendomi innervosire.
«SMETTILA O MI FAI PERDERE IL CONTROLLO» urlai, serrando i pugni.
«Penco» ripetè.
«Ora basta, ti sistemo io» mi alzai le maniche della maglietta e mi avvicinai pericolosamente a lui.
«Su cosa mi fai Penco?» disse.
«Ti picchio»
«Non puoi» rispose, guardandomi.
«Sì, posso»
«Non puoi»
«E perchè sentiamo» borbottai. Si avvicinò a me e prima di aprire bocca, mi scrutò attentamente.
«Perchè sei un bambino» sussurrò nel mio orecchio, un brivido mi percorse per tutto il corpo, sentivo il suo respiro nel mio collo.
«E i bambini non picchiano» aggiunse, provocandomi scosse lungo la colonna vertebrale. Continuavo a sentire brividi dappertutto.
«E-ecco..i-i-io» balbettai, arrossendo.
«Sei bello quando arrossisci» disse, e in quell'istante le sue labbra sfiorarono il mio orecchio. Il cuore batteva forte.

*Spazio autrice*
BACIO BACIO BACIO.
No okay, mi calmo. I Fenji sono la vita.


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