Chapter 6: Bipolar

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P.s. Salve gente, volevo informarvi che ogni tanto compariranno nel corso di alcuni capitoli degli asterischi affianco ad alcune parole. Quando li incontrate scorrete verso il fondo della pagina e leggete le note, potrebbero esservi utili per comprendere meglio il testo.

Il giorno successivo si svegliò tardi e decise di andare a fare una passeggiata nel suo solito posto fregandosene, come ogni volta, delle regole. Infilò nella borsa un libro e si avviò verso il suo angolo di mondo tranquillo.
Una leggera brezza le scostò una ciocca di capelli rossi fuoriuscita dalla treccia. Sentiva la durezza del tronco dietro di se e nello stesso tempo la morbidezza dell'erba sulla quale era seduta.
-Ci ho rinunciato sai? Sei proprio un caso perso, ma alla fine non fai del male a nessuno- Grace alzò lo sguardo per incrociare le iridi castane di Aloysius.
-credo che tu sapessi che mi avresti trovata qui. O sbaglio?-
-ti piace stare da sola, non è vero?-
-non si risponde ad una domanda con un'altra domanda- entrambi stettero un secondo in silenzio.
-sì- dissero all'unisono.
-sapevo che ti avrei trovata qui- Aloysius sfoderò un sorrisetto che poteva apparire tenero, ma era tutt'altro.
-e a me piace stare da sola- Grace non sorrise e tornò a leggere il suo libro.
-*Ci venne l'idea di organizzare un uragano-party? Ma che minchia vuol dire?- il moro si era seduto accanto a lei e aveva sporto il collo fino a leggere alcune righe del suo romanzo. Grace sbuffò chiudendo di scatto il volume quasi incastrandoci tra le pagine il naso ancora un po' gonfio del ragazzo.
-ok, dimmi che vuoi-
-che irascibile che sei ragazza. Volevo solo chiacchierare-
-sono quattro mesi che non fai altro che urlarmi contro di andarmene da questo posto e ora ti siedi vicino a me come se nulla fosse? Amico deciditi- il tono acido e tagliente della ragazza fecero socchiudere gli occhi in modo minaccioso al moro.
-sei proprio una stronza-
-e tu sei bipolare-.
I due si guardarono in cagnesco fino a quando Aloysius si alzò e le voltò le spalle senza dire altro.
"Davis il bipolare, lo stronzo so-tutto-io, chi crede che io sia? Una scema? Non mi farò abbindolare da quel suo stupido sorriso".
Grace sospirò furiosamente battendo un pugno per terra, non sopportava quel ragazzo. Era superficiale, altezzoso e falso. Quattro fottuti mesi ad insultarla e ora le si sedeva accanto? Ma anche no. La rossa era così arrabbiata che per quel pomeriggio non ritrovò più la pace per addentrarsi nelle pagine stropicciate del suo libro. Con passo veloce tornò verso casa e una volta arrivata chiuse con forza la porta della sua camera facendo cadere a terra dell' intonaco dalle pareti.
Si sedette alla scrivania sulla sua sedia girevole scricchiolante, prese carta e penna e scrisse parole di sfogo a una lei del futuro.

"Quel maledetto impiccione mi ha fatto infuriare ancora una volta. Come si permette di arrivare da me alzando bandiera bianca dopo mesi e mesi di cattiverie? Di parole amare e immotivate! Odio le persone così incoerenti, destabilizzano il mio stato mentale. Fino a ieri non ero altro che una drogata fuori di testa per lui e ora viene a cercarmi? Non mi lascia in pace e sono così arrabbiata. Ma in fin dei conti non so veramente perché. Lui mi ricorda come erano i miei amici di San Diego. Che poi amici è una parola troppo importante per gentaglia come loro. Opportunisti, bugiardi, ipocriti e senza un minimo di scrupolo nell'usarti come un oggetto. Ma Aloysius non mi ha fatto nulla di male se non quello di chiamarmi con nomi non proprio carini. Mi infastidisce a pelle e non lo posso vedere. Mi confonde così tanto che non so neppure come dovrei parlargli e l'unica cosa che faccio è cercare di evitarlo, anche se non mi viene poi così bene. Sta sempre in mezzo ai piedi, è solo per l'ennesima volta Davis-lo-stronzo."
Grace aveva imparato che imprimere i suoi pensieri su carta era sempre meglio che sbraitarli ai quattro venti. Voleva conservare tutte quelle piccole riflessioni di vita come un diario per quando le cose sarebbero cambiate. Voleva capire come si potesse avere un opinione di una persona e poi stravolgerla nel corso del tempo.

Voleva raccontarsi per essere ricordata.

Voleva raccontarsi per essere raccontata. Come un libro di fiabe prima di dormire.

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora