Chapter 8: Psychologist

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Al suono stridulo del campanello la ragazza fece un balzo. Chiuse il portatile e lo accantonò sul letto prima di dirigersi verso l'ingresso con aria confusa. Nessuno aveva mai suonato alla sua porta.
Passando per il soggiorno scorse l'orologio appeso al muro che segnava le tre del pomeriggio.
Aprì la porta con aria quasi furtiva e si stupì di  chi si trovó davanti.
-Lionell?- incrociò le braccia al petto e aggrottò le sopracciglia infastidita.
-che ci fai qui? E come sai dove abito?-.
Il ragazzo si grattò la nuca spostandosi con un cenno del capo il ciuffo di capelli biondi dal viso.
-Ho chiesto un po' in giro ed eccomi qua. Ti chiedo scusa per prima, non volevo apparire come un ficcanaso opportunista.Vorrei sul serio conoscerti-
-si dà il caso che io non voglia conoscere te. Ciao- e con questo chiuse con forza la porta.
-Ascoltami, vorrei poter ricominciare! Conosciamoci come persone normali- Lionell non si diede per vinto e continuò a bussare.
-per favore, Grace! Apri la porta. Giuro che non scriverò un saggio su di te-.
La rossa si accostó all'entrata indecisa sul da farsi. Era da tanto che nessuno si mostrava così interessato nel conoscerla, ma nello stesso tempo il fatto che le avesse detto che studiava psicologia non la tranquillizzava, non dopo tutti gli strizzacervelli che aveva incontrato.
-Grace, non me ne andrò finché non aprirai questa stramaledetta porta. Voglio che tu mi creda, nessuno mi ha mai rifiutato in questo modo perché non ne do la possibilità . Non sono cattivo e non ho doppi fini, puoi credermi- quel ragazzo smuoveva dentro di lei tutta la sensibilità che possedeva.
Con timore aprì la porta e senza guardarlo gli fece cenno di entrare.
-Siamo partiti con il piede sbagliato- sospirò Lionell accomodandosi sul divano seguito dalla ragazza.
- Ciao, mi chiamo Lionell Davis e tu?- il biondo le allungò la mano e lei lo guardò stralunata.
-stai scherzando, vero? Sembra uno di quegli sketch comici da quattro soldi-
-tu sai sempre come smontare ogni gesto carino-
-e tu sei di una banalità infinita- Lionell la guardò male mentre lei sorrise appena. Grace si accomodò meglio sul divano incrociando le gambe e lasciandosi andare sullo schienale.
-Hai detto che vuoi conoscermi, raccontami un po' del college, allora- arricció con il dito indice una ciocca di capelli, mentre con lo sguardo attento osservava il ragazzo acconto a lei.
-così sono io a parlare di me- disse confuso il biondo.
-tu parli di te e io ti racconterò di me-
"Forse".
-Bene, allora, come iniziare. Ho finito il secondo anno al college, ho ventun anni e studio psicologia. Per tutto il resto dell'anno vivo in una confraternita e per l'estate torno in paese. Il college si trova ad Oklahoma City, la capitale.-
- non è costoso frequentare il college nella capitale, vivere là e pagarsi anche il viaggio di ritorno?-
-sì, ma la mia famiglia, fortunatamente, può permetterselo. Abbiamo un buon patrimonio, niente di eccessivo, comunque-
-e perché vivete in questo schifo di posto se potete permettervi di andarvene?- Grace sembrava parecchio interessata a conoscere i dettagli della vita del giovane. Era come conoscere un' altra realtà , così diversa dalla sua precedente vita a San Diego.
-Sei curiosa quando si parla d'altri. Comunque dovresti leggere qualche libro su questo "postaccio", come dici tu. La maggior parte delle famiglie residenti è di vecchia data, tutti noi amiamo rispettare le tradizioni dei nostri avi, che hanno fondato questo paese. Sarebbe un disonore andarcene. Almeno, questo è quello che dice mio padre.-
-vuoi dirmi che pensi di passare tutta la tua vita qui? Cosa studi psicologia a fare, quindi? Farai lo strizzacervelli ai maiali da cortile?- le parole le uscirono di bocca come un fiume in piena. Non si era minimamente chiesta se avesse potuto offenderlo e questo era uno dei più grossi difetti della giovane.
- In realtà non resterò qui. Ho già deciso che proseguirò la mia vita altrove- il tono piccato di Lionell fece sentire leggermente in colpa Grace.
-non farci caso, a volte parlo per niente- il biondo annuì abbassando il capo.
-e Aloysius? Anche lui va al college?-.
"Sviare il silenzio imbarazzante. Buona strategia."
-Per piacere! Lui si che parlerà con i maiali un giorno. Quello zuccone va ancora al liceo, si è  fatto bocciare proprio al suo ultimo anno per detenzione di marijuana e possesso di armi. Un coltellino svizzero per la verità, ma il preside non ha voluto sentire ragioni. In più non gli è mai piaciuto studiare e fa il minimo indispensabile per passare all'anno successivo. Diciannove anni e non dimostrarli-
-un modello da seguire proprio. Siete così diversi, come fate ad essere figli degli stessi genitori?-
-ce lo siamo chiesti molte volte, ma sfortunatamente ci sono le foto che provano che siamo davvero fratelli- una risatina sfuggì ad entrambi.
L'ennesimo silenzio calò nella stanza.
- Mi sono sempre chiesta perché gli psicologi scelgano di occuparsi dei problemi altrui per tutta la loro vita. Voglio dire, nella nostra esistenza non abbiamo abbastanza guai per conto nostro?-
Lionell aggrottò la fronte e la guardò incuriosito. Quella ragazza faceva le domande giuste, colpiva nel segno.
-Non devi pensare agli psicologi come angeli caduti dal cielo o demoni che ti fottono la mente. Non vogliamo addossarci le difficoltà altrui, ma quando riesci ad aiutare e salvare un individuo, che è praticamente al limite della sopportazione della vita, ti senti orgoglioso di te stesso. Pianti un seme di speranza, ricostruisci l'anima, Grace.- la rossa era praticamente scioccata, non aveva mai pensato a quanto potesse essere gratificante quel lavoro.

Il silenzio torreggiò nuovamente.

-Ovviamente, ci sono casi meno estremi, persone che hanno solo bisogno di consigli o che devono essere spronate. Vogliono semplicemente parlare dei loro dubbi con qualcuno che non giudica apertamente- continuò lui.

Silenzio.

-A volte invidio gli animali, non pensano, non si ingarbugliano il cervello con pensieri dannosi- la sua voce era un sussurro, era quasi impercettibile, ma il suo compagno riusciva comunque a distinguere le parole.
-Vivono per sopravvivere, la loro esistenza si fonda su concetti più basilari-.
Una lacrima rigò la pelle bianchiccia del suo viso e atterrò con un balzo sulla coscia. Ella abbassò lo sguardo per nascondersi, ma il ragazzo l'aveva vista. Eccome, se aveva scorto quella goccia d'acqua, ma non disse nulla.
Infondo era il più discreto tra i due fratelli Davis.

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Eccomi tornata, buonasera!🌜

#aneddotoflash  Anni fa, quando incominciai a scrivere questa storia, mi interessai molto al campo della psicologia. Trovo che sia sorprendentemente interessante, è sempre in continuo mutamento, bisogna essere costantemente aggiornati perché è un campo ancora molto vario e in molti sostengono che sia ben poco conosciuto.

Per oggi il capitolo è finito, ma mi piacerebbe se mi lasciaste qualche commento, al quale risponderò con molta voglia, e qualche stellina. ⭐️📝

Baci,

Elena💕

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora