Chapter 25: Waterhole and love

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-Fai attenzione al terreno, non è molto stabile- dieci minuti dopo di queste parole, Grace si trovò più volte a terra rischiando di slogarsi una caviglia.
-Potevamo scegliere un grazioso bar per parlare invece che campi, erba incolta e strani insetti volanti-
-se le buche le evitassi, invece di finirci dentro, saremmo già ad un buon punto-
-come faccio ad evitarle se non le vedo?-  il moro sbuffò e con un gesto inaspettatamente rapido prese in braccio la ragazza.
-che cavolo fai? Mettimi giù!-
-ssh, spaventi gli animali così-
-ma tu non mi sembri spaventato- Aloysius le lanciò un'occhiataccia, ma Grace continuò a ridacchiare.
-sembri più allegra oggi-
-già, ho questa sensazione in corpo, l'ho sentita anche prima di cadere in depressione. Il mio cervello fa brutti scherzi- il ragazzo si fermò di colpo.
-mi spiace averti scioccato, devo ricordarmi che non sei Lionell e che, probabilmente, potresti prendermi come una malata di mente-
-smettila di ironizzare tutto!- Aloysius la fece scendere a terra con rabbia.
-non starò studiando psicologia, non sarò un fottuto genio, ma so per certo che le persone che ironizzano e hanno sempre il sorriso stampato sono quelle che, probabilmente, soffrono di più e non lo vogliono dar a vedere-
-io non lo nego, sto male, sto male davvero! Ho quest' ansia addosso da mesi, questa sensazione di malessere che i primi tempi mi faceva vomitare anche l'anima e che ora si è trasformata in lacrime continue. Mi sento persa, vuota, abbandonata a me stessa e lo sento, sento che sto nettamente peggiorando, sto per toccare il fondo e l'ennesima prova è proprio questa.  Un'ulteriore conferma è il fatto che sia qui a parlarne con te, Aloysius Davis. Non sei mio amico, ci conosciamo a malapena in realtà, eppure te lo sto dicendo, perché non ho più niente da perdere- le guance di Grace si erano fatte molto più rosse, forse per l'imbarazzo, forse per la forza delle sue parole.
-non so cosa dire, non mi è mai capitata una situazione così fragile e ho paura di fare qualcosa di sbagliato-
-non puoi dire niente che mi faccia sentire peggio, tranquillo- il ragazzo sospirò sistemandosi il capellino sulla testa.
-ma il mio intento era quello di farti sentire meglio-
-grazie del pensiero- Grace ricominciò a camminare incespicando su alcuni sassi.

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-Sono ore che camminiamo-
-sono solo venti minuti-
-c'è caldo e ho sete-
-basta lamentarti mocciosa. Ci siamo-.

Un'oasi.
Questo sembrava quel posto.
Una sottospecie di oasi verde in mezzo al nulla. Gli alberi facevano da contorno a un bacino d'acqua artificiale andato ormai in disuso.

-Una volta, ai tempi ancora del mio bisnonno, qui sorgeva un grosso mulino ad acqua che produceva energia per una fattoria andata distrutta da un tornado- Grace osservò attorno sentendo sulle braccia un venticello tiepido.
-ora, invece, lo si può utilizzare come piscina naturale- la ragazza non fece in tempo a girarsi che sentì dell'acqua schizzarle addosso.
-sei impazzito?- gridò, ma non sentì nessuna risata di risposta, solo il suo eco tra gli alberi.
-Aloysius?-
-Alo?- sentiva il cuore cominciare a battere veloce.

"Non un'altra volta."

Aveva paura. Paura della paura. Paura che un altro attacco d'ansia le capitasse e che, anche quella volta, non potesse aiutare nessuno.

"Calma Grace. Quanto potrà mai essere profondo?"

La ragazza si avvicinò al bordo del bacino d'acqua ed immerse una mano. Il colore torbido non le permetteva di vedere il fondo e in superficie non emergeva nessun tipo di increspatura che potesse rivelarle la presenza del moro.

"Okay,ce la faccio. Ce la posso fare"

Prese coraggio e camminò, con ancora le scarpe ai piedi, nell'acqua. I movimenti erano lenti ed impacciati, con le braccia cercava di aiutarsi a camminare più rapidamente.
-Oddio!- d'un tratto l'acqua si alzò notevolmente e se prima le arrivava a stento alla vita, ora se la sentiva all'altezza delle spalle.
-buh!- Aloysius riemerse davanti a lei con un sorriso divertito.
-ti sei rincoglionito, per caso?- il cuore le batteva furiosamente nella cassa toracica.
-ti ho fatta sorridere-
-no che non mi hai fatta sorridere! Stavo morendo di paura, pensavo mi venisse un attacco di panico!- Grace tremava furiosamente dalla paura e gli occhi le si riempirono di lacrime.
-Mi dispiace, non pensavo la prendessi così male- Aloysius la prese in braccio sentendo sulla pelle il calore di quella piccola figura tremante.
-non farlo mai più- singhiozzò guardandolo.
Lui annuì abbracciandola più forte e portandola verso riva. La fece sedere a terra continuando a stringerla e lasciandole qualche bacio in fronte come una bambina.
-sai nuotare almeno?- chiese lui.
-un po', non benissimo in realtà-
-e se fosse stato profondo? Se avessi iniziato ad essere trascinata affondo?-
-non lo so- sussurrò lei chiudendo gli occhi.

Grace Rogers: In trappola con se stessiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora